La Camicia “può essere scelta nel caso in cui si debba descrivere materiale di varia natura (inventari patrimoniali, libri di conti e simili, protocolli notarili, pandette, manoscritti in più stesure, appunti […], manoscritti contemporanei e manoscritti costituiti da materiale diverso […], che per la loro natura non sempre rientrano nel modello descrittivo utilizzato per i manoscritti letterari, e al quale si voglia dare un titolo d’insieme, oppure riportare un titolo complessivo già presente (sul dorso, sul piatto anteriore, sui tagli, nelle carte iniziali, sulla busta, etc.)” (da: Guida a Manus Online (MOL), a cura di Lucia Merolla e Lucia Negrini, Roma, ICCU, 2014, p. 50).
Tale campo può essere anche utilizzato per indicare la presenza di raggruppamenti interni alla raccolta che si sta descrivendo. Se, ad es., un volume raccoglie le lettere di un personaggio celebre e queste sono state raggruppate per destinatario e ogni raggruppamento è preceduto da un proprio “frontespizio” (cc. 1-20, lettere di X a P; cc. 21-40, lettere di X a B ecc.), questi raggruppamenti potranno essere indicati nella camicia. La camicia è dunque un’area “di transito” tra la D.E. (perché dà conto dell’organizzazione strutturale del codice) e la D.I. (perché tale organizzazione è relativa al contenuto).
Si vedano come esempi:
Genova, Biblioteca Universitaria, Manoscritti, ms.G._V.11
Arezzo, Biblioteca Città di Arezzo, Manoscritti, ms.455