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Trento, Biblioteca comunale di Trento, Fondo manoscritti, BCT1-1780

Membranaceo, guardie cartacee; fascicoli legati; 1340-1360 data stimata; cc. IV + 338 + IV; le carte, comprese le c. di guardia II-IV, I'-III' e il 244bis, sono state cartulate: pp. 1-687

Identifier
CNMD\0000246306
Dimensions
mm 238 x 155, (dimensioni rilevate sulla carta centrale del secondo fascicolo)
Watermark

Le carte di guardia II (pp. 1-2), I' (pp. 682-683) e II' (pp. 684-684) presentano una filigrana di tipo circolo sormontato da una linea stellare con due barre trasversali (96x46 mm) che appartiene al gruppo Briquet 3056-3065. Questo gruppo denota una carta prodotta nell'Italia settentrionale, usata principalmente nell'ultima decade del XV secolo e nel primo quarto del XVI secolo, nelle regioni dell'Italia settentrionale, tirolese, bavarese e austriaca, tra le altre.

Quire structure

18, 210, 36, 4-118, 126, 138, 1410, 158, 164, 17-2112, 22-288, 294, 30-3212, 33-368, 374, 38-398, 406

Quire signature
Tracce di segnatura a registro.
Ruling
A colore.
Ruling pattern
33 [131] 74 × 31 [80] 44
Ruling
rr. 29 / ll. 28
Catch words
Entro cartiglio.
Decoration
Decorato
Date: 1340-1360
Pen-flourish initials: Presenza di iniziali filigranate a penna e a pennello
Note to initials/friezes: iniziali filigranate, le maggiori rifesse, e segni di paragrafo in rosso e azzurro; saltuari titoli correnti in rosso; spazi riservati
Binding
Legatura presente
Date: 1978;
Material of boards : Assi in legno
Material of cover: Coperta in pelle, parziale recupero della coperta antica in cuoio impresso a secco
Decoration of cover: A secco
Metal pieces/Other: fermagli, bindelle
History of manuscript
Transcription/description of historical information:

Le carte di guardia I e IV' sono moderne; le carte II-IV e I'-III' sono dei XV-XVI secoli (cfr. filigrane). L'ultimo folio dell'ultimo fascicolo (pp. 680-681) è vuoto a parte alcuni prove di penna del XIV secolo (parole latine e tedesche).

Il codice appartenne alla biblioteca vescovile dove rimase fino al 1810 (a p. 1, segnatura Gentilotti: "nr. 129"; numero a stampa su cartellino: "56", cfr. TARUGI SECCHI 1930, p. 85). Fu quindi portato al Seminario di Trento (segnatura "II 19 b21"; cfr. Manuscripta [Inventario... 1810], pp. 10-11) e, infine, nella Biblioteca comunale. Franceschini propone l'appartenenza del codice al vescovo Bernardo Cles, sulla base dell'elenco dei manoscritti presumibilmente appartenuti alla biblioteca clesiana (cfr. BONELLI 1765, p. 397 e FRANCESCHINI 1932, p. 126); la stessa ipotesi viene proposta dal Franceschini anche per il cod. BCT1-1583. Si veda PAOLINI et al. 2006, pp. 53-54 (Nr. 69).

Bibliografia: Giovannangela TARUGI SECCHI, La biblioteca vescovile trentina, Collana di monografie edita dalla Società per gli studi trentini di scienze storiche II, Trento, Società per gli studi trentini, 1930. —Manuscripta [Inventario dei manoscritti della Biblioteca del Seminario di Trento, 1810], Trento, Biblioteca Comunale, ms. 5648]. —Benedetto BONELLI, Monumenta ecclesiae Tridentinae III/2 in qua continetur Tridentinorum antistitum series universa commentario historico-diplomatico illustrata, Trento, Ex Typographia Episcopali J. B. Monauni, 1765. —Ezio FRANCESCHINI, "Codici di traduzioni latine medievali dal greco e dall'arabo di Aristotele e pseudo-aristoteliche esistenti nella Biblioteca comunale di Trento", Studi trentini di scienze storiche 13/2 (1932), 114-126. —Adriana PAOLINI (a cura di), con la collaborazione di Lorena DAL POZ, Leonardo GRANATA e Silvano GROFF, I manoscritti medievali della Biblioteca comunale di Trento, Trento, Provincia autonoma di Trento, Firenze, Edizioni del Galluzzo, 2006, 53-54.

Testi aggiunti: A p. 679, dopo l'explicit del Liber de pomo, sono stati aggiunti, da tre mani e inchiostri diversi, i seguenti testi:

*Testo 1
—Scrittura: Inchiostro nero, scrittura leggermente irregolare, che imita la minuscola del copista del manoscritto per le prime parole.
—Testo: [1] Philosophia est summum lassorum animorum solacium: tercio de consolatione. [2] Nichil maius philosophia umquam ad humanum genus a divina munificentia venit: Plato. [3] Tria sunt que in tota rerum varietate excellentissimum divine munificentie donum, scilicet philosophiam extollunt magnifice: volubilis affluencie contemptus, future felicitatis appetitus, mentis illustratio, quorum primo nichil honestius, secundo nichil felicius, tercio nichil ad amborum compendiosam adeptionem efficacius: Empedocles.
—Osservazioni sul testo: La prima frase è una parafrasi di Boezio ("O, inquam, summum lassorum solamen animorum", De consolatione philosophiae III.1.2). La seconda frase è tratta dalla traduzione latina di Calcidio del Timeo di Platone ("nihil umquam maius ad hominum genus divina munificentia commeavit", ed. J. H. Waszink, Plato Latinus 4, 44.12-13 = Tim. 47b1-2). La terza citazione è l'incipit (con qualche variante) della traduzione di Alfredo di Sareshel alla sua traduzione dall'arabo del Liber de vegetabilibus ("Tria ut ait Empedocles in tota rerum etc.", cfr. H. Drossaart Lulofs, E. Poortman, Nicolaus Damascenus. De Plantis. Five Translations, Brill, 1989, p. 515).

*Testo 2
Segue una nota di possesso, parzialmente erasa, in inchiostro rosso: "Iste liber est [...]." La parte cancellata non può essere decifrata, nemmeno con una lampada di Wood.

*Testo 3
—Scrittura: Inchiostro marrone scuro, in scrittura corsiva.
—Testo: "Aspice mortalis pro te datur hostia talis / Post hominem vermis, post vermem fetor et horror / Sic in non hominem vertitur omnis homo".
—Osservazioni sul testo: I versi sul tema del memento mori si possono trovare in un testo popolare chiamato Meditationes piissimae de cognitione humanae conditionis, attribuito nel Medioevo a Bernardo di Chiaravalle, ma scritto da un autore anonimo probabilmente nel XIII secolo (cfr. Migne, Patrologia latina t. 184, Paris, 1879, 490b e 490d).

Glosse e annotazioni: Il codice contiene annotazioni marginali e interlineari di almeno due mani coeve, principalmente riassuntive o parafrasi, e tavolta segni di lettura (trifogli, manicule), sui testi seguenti: Physica (molto abbondanti nel libro I e più rare negli altri libri), De generatione et corruptione, Meteorologica, De anima, De sensu et sensato, De respiratione, De vita et morte, Epistula Aristotelis ad Alexandrum, De intelligentia. Un altro lettore ha lasciato annotazioni marginali a matita, talvolta di difficile lettura, sul testo del De longitudine et brevitate (pp. 572, 573, 575, 576 e 577) e del De lineis indivisibilibus (p. 641); si tratta principalmente di glosse riassuntive. Nelle margine del testo del De anima, un lettore ha completato due omissioni nel testo (pp. 456 e 464).
Old shelfmarks:
129 (segnatura Gentilotti (sec. XVIII), Biblioteca comunale di Trento),
56 (Biblioteca comunale di Trento, cartellino non identificato (sec. XIX)),
II 19 b 21 (Seminario di Trento (sec. XIX), Biblioteca comunale di Trento)

Names linked to external description:
State of preservation and restoration
State of preservation: buono
Restoration: Underwent restoration: presso il Laboratorio di restauro del libro di S. Maria di Rosano (Firenze), 1978;
Contents
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: Physica.
Titolo presente: Li(bri) Phi(si)corum. (p. 7)
Incipit/Explicit
inc. (testo): Quoniam quidem intelligere et scire contingit (p. 7)
expl. (testo): et impartibile et nullam habens magnitudinem (p. 193)
Observations
Il testo latino della Fisica di Aristotele nel cod. BCT1-1780 è la cosiddetta translatio nova, realizzata prima del 1270 da Guglielmo di Moerbeke. Si tratta di una revisione della traduzione di Giacomo da Venezia della prima metà del XII secolo. Abbiamo due recensioni della versione di Guglielmo, che corrispondono a due fasi successive di lavoro. La prima recensione fu ampiamente diffusa all'Università di Parigi; è quella contenuta nel cod. BCT1-1780 e sulla quale si basa l'edizione di riferimento. Ci sono più di 200 manoscritti completi o quasi completi (cfr. BRAMS e VUILLEMIN-DIEM 1986, p. 219). L'edizione leonina del commento di Tommaso d'Aquino, che contiene l'edizione di riferimento del testo latino di Aristotele, usa il testo dell'edizione piana (Tomus secundus D. Thomae Aquinatis, doctoris angelici, complectens expositionem, In octo libros de Physico auditu ecc., Roma, 1570) a volte emendato con tre manoscritti vaticani (Vaticano, BAV, Vat. lat. 2071, Vat. lat. 2072 e Urb. lat. 206), cfr. Sancti Thomae Aquinatis Opera omnia. Tomus II. Commentaria in octo libros Physicorum Aristotelis, Roma, Commissio Leonina, 1884, p. VII.

Il cod. BCT1-1780 contiene: Libro I (pp. 7-24), II (pp. 24-43), III (pp. 43-62), IV (pp. 62-99), V (pp. 100-116, expl. quomodo uterque unus [et qui contrarii quibus dictum est om.]), VI (pp. 116-141), VII (pp. 141-153), VIII (pp. 154-193). Le annotazioni sono molto abbondanti nel libro I e più rare negli altri libri. Una mano ha annotato principalmente il testo, lasciando glosse marginali e interlineari (spesso riassunti o parafrasi), alcune correzioni al testo, segni di lettura e note in forma diagrammatica.

Edizione di riferimento: Sancti Thomae Aquinatis Opera omnia. Tomus II. Commentaria in octo libros Physicorum Aristotelis, Roma, Commissio Leonina, 1884.

Altra edizione: Mariani MAGGIOLO, S. Thomae Aquinatis, In octos libros Physicorum Aristotelis expositio, Torino, Roma, Marietti, 1954.

Bibliografia aggiuntiva: Henryk ANZULEWICZ, "Aristoteles' "Physik" bei Albertus Magnus. Aneignung, Interpretation, Transformation, Przeglad tomistyczny 24 (2018), 351-372. —Jozef BRAMS, "The critical editing of the Latin Aristotle: the case of the Physics", in Proceedings of the PMR Conference 15 (1991), 19-33. —Jozef BRAMS, Gudrun VUILLEMIN-DIEM, "Physica Nova und Recensio Matritensis – Wilhelm von Moerbekes doppelte Revision der Physica Vetus", in A. Zimmermann, Aristotelische Erbe im arabisch-lateinischen Mittelalter – Übersetzungen, Kommentare, Interpretationen, Berlin, New York, De Gruyter, 1986, 215-288. —Jozef BRAMS, "La Recensio Matritensis de la Physique", in J. Brams, W. Vanhamel, Guillaume de Moerbeke. Recueil d'études à l'occasion du 700e anniversaire de sa mort (1286), Leuven, Leuven University Press, 1989, 193-220. —Charles BURNETT, "A Note on the Origins of the Physica Vaticana and Metaphysica Media", in R. Beyers et al., Tradition et traduction. Les textes philosophiques et scientifiques grecs au moyen âge latin. Hommage à Fernand Bossier, Leuven, Leuven University Press, 1999, 59-68. —Charles BURNETT, Andrew MENDELSOHN, "Aristotle and Averroes on method in the Middle Ages and Renaissance: the 'Oxford gloss' to the Physics and Pietro d'Afeltro's 'Expositio proemii Averroys'", in D. A. Di Liscia et al. (a cura di), Method and Order in Renaissance Philosophy of Nature, Aldershot, Ashgate, 1997, 53-111. —Charles BURNETT, "The Introduction of Aristotle's Natural Philosophy into Great Britain: A Preliminary Survey of the Manuscript Evidence", in J. Marenbon (a cura di), Aristotle in Britain during the Middle Ages, Turnhout, Brepols, 1996, 21-50. —Silvia DONATI, "La discussione sull'unità del concetto di ente nella tradizione di commento della 'Fisica': commenti parigini degli anni 1270-1315 ca." in M. Pickavé (a cura di), Die Logik des Transzendentalen: Festschrift für Jan A. Aertsen zum 65. Geburtstag, Berlin, New York, De Gruyter, 2003, 60-139. —Silvia DONATI, "La discussione sulla materia nella tradizione di commento alla Fisica: i commentatori inglesi degli anni 1240-1270 ca", in G. Fioravanti et al. (a cura di), Il commento filosofico nell'Occidente latino (secoli XIII-XV), Turnhout, Brepols, 2002, 185-232. —Silvia DONATI, "Physica I, 1: l'interpretazione dei commentatori inglesi nella Translatio vetus e la loro recezione del commento di Averroè", Medioevo. Rivista di Storia della Filosofia Medievale 21 (1995), 75-256. —Jules L. JANSSENS, "The Physics of the Avicenna Latinus and Its Significance for the Reception of Aristotle's Physics in the West", in A. van Oppenraay (a cura di), The letter before the spirit: the importance of text editions for the study of the reception of Aristotle, Leiden, Boston, Brill, 2012, 311-330. —Augustin MANSION, "Sur le texte de la version latine médiévale de la Métaphysique et de la Physique d'Aristote dans les éditions des Commentaires de saint Thomas d'Aquin", Revue néo-scolastique de philosophie 34 (1932), 65-69. —Nazareno MARIANI, Francesco della Marca, Testo e commento dei Libri della Fisica di Aristotele, Roma, Istituto storico dei Cappuccini, 2017. —Yoav MEYRAV, "Averroes's Epitome of Aristotle's Physics in Hebrew: Translation, Transmission, and Revision", Aleph 22 (2022), 183-233. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955, (Nr. 1581) 1083-1084. —Jozef BRAMS, "Das Verhältnis zwischen der Translatio Vaticana und der Translatio Vetus der Aristotelischen Physik", in A. Zimmermann, Aristotelische Erbe im arabisch-lateinischen Mittelalter – Übersetzungen, Kommentare, Interpretationen, Berlin, New York, De Gruyter, 1986, 190-214. —Gudrun VUILLEMIN-DIEM, "Jakob von Venedig und der Übersetzer der Physica Vaticana und Metaphysica Media (Zu Datierungs- und Abhängigkeitsfragen)", Archives d’histoire doctrinale et littéraire du Moyen Age 41 (1974), 7-25. —Albert ZIMMERMANN, "Some Aspects of the Reception of Aristotle's Physics and Metaphysics in the Thirteenth Century", in K. Emery, M. D. Jordan, Ad litteram. Authoritative texts and their medieval readers, Notre Dame (Ind.), University of Notre Dame Press, 1992, 217-227.
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: De generatione et corruptione.
Titolo presente: Li(ber) de generatione et corruptione. (pp. 194-195)
Note: A p. 252: "Explicit liber de generatione et corruptione elementorum".

Incipit/Explicit
inc. (testo): De generatione autem et corruptione natura generatorum et corruptorum (p. 195)
expl. (testo): sed non quorum substantia generatur ens talis qualis contingit non esse corruptibilis (p. 252)
Observations
Il De generatione et corruptione di Aristotele è stato tradotto dall'arabo da Gerardo da Cremona nella seconda metà del XII secolo, e dal greco prima del 1150 da un traduttore anonimo, oggi identificato come Burgundio Pisano (translatio vetus). Una revisione della traduzione di Burgundio è stata realizzata prima del 1274, probabilmente da Guglielmo di Moerbeke (translatio nova). Joanna Judycka presenta un elenco di 106 manoscritti della translatio vetus, tra cui il codice BCT1-1780 (JUDYCKA 1986, p. XVI), forse sulla base dell'affermazione di Lorenzo Minio-Paluello (MINIO-PALUELLO et al. 1955, Nr. 1581). Un confronto tra il testo del codice e le due traduzioni per i primi paragrafi mostra tuttavia che il codice BCT1-1780 presenta un testo che non corrisponde esattamente né alla translatio vetus né alla translatio nova. Ci sono alcune glosse sulle prime pagine, principalmente riassuntive o parafrasi (pp. 195-199).

Edizione di riferimento: [translatio vetus] Joanna JUDYCKA, De generatione et corruptione. Translatio vetus, Aristoteles Latinus IX.1, Turnhout, Brepols, 1986. La versione di Guglielmo di Moerbeke non è ancora stata editata criticamente, ma un testo senza apparato critico (basato sulla "tradizione manoscritta italiana") è disponibile sull'Aristoteles Latinus Database.

Bibliografia aggiuntiva: Lorenzo MINIO-PALUELLO, "Les 'trois rédactions' de la traduction médiévale gréco-latine du De Generatione et Corruptione d'Aristote", in L. Minio-Paluello, Opuscula: The Latin Aristotle, Amsterdam, Hakkert, 1972, 114-126. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955, (Nr. 1581) 1083-1084. —Joëlle DUCOS, Violaine GIACOMOTTO-CHARRA (a cura di), Lire Aristote au Moyen Age et à la Renaissance. Réception du traité Sur la génération et la corruption, Paris, Honoré Champion, 2011. —Richard DURLING, "The Anonymous Translation of Aristotle’s De generatione et corruptione (Translatio Vetus)", Traditio 49 (1994), 320-330. —Joanna JUDYCKA, "L'attribution de la Translatio Nova du De generatione et corruptione à Guillaume de Moerbeke", in J. Brams, W. Vanhamel, Guillaume de Moerbeke. Recueil d'études à l'occasion du 700e anniversaire de sa mort (1286), Leuven, Leuven University Press, 1989, 247-252. —Lorenzo MINIO-PALUELLO, "Henri Aristippe, Guillaume de Moerbeke et les traductions latines médiévales des ‘Météorologiques’ et du ‘De generatione et corruptione’ d’Aristote", Revue Philosophique de Louvain 45 (1947), 206-236 (ristampato in L. Minio-Paluello, Opuscula: The Latin Aristotle, Amsterdam, Hakkert, 1972, 57-86). —Charles BURNETT, "The Introduction of Aristotle's Natural Philosophy into Great Britain: A Preliminary Survey of the Manuscript Evidence", in J. Marenbon (a cura di), Aristotle in Britain during the Middle Ages, Turnhout, Brepols, 1996, 21-50.
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: Meteorologica (Metheora).
Titolo presente: Li(ber) metherorum. (pp. 253-254)
Note: A p. 379: "Explicit liber metheorum".

Incipit/Explicit
inc. (testo): De primis quidem igitur causis nature et de omni motu naturaliter (p. 254)
expl. (testo): et tandem ex hiis constituta velut hominem, plantam et alia talia. (p. 379)
Observations
Il trattato Meteorologica di Aristotele è stato tradotto dal greco da Guglielmo di Moerbeke intorno al 1260. Questa traduzione rappresenta un lavoro autonomo, indipendente da quelli precedenti (Enrico Aristippo, Gerardo da Cremona, Michele Scoto), e costituisce la prima versione completa del testo in latino direttamente derivata dal greco. Esistono diverse recensioni della traduzione di Guglielmo, che riflettono fasi successive del lavoro. L'elenco di G. Vuillemin-Diem contiene 170 manoscritti della traduzione di Guglielmo di Moerbeke (cfr. VUILLEMIN-DIEM 2009, pp. 44-59). La recensione presente nel codice BCT1-1780 proviene da una copia diffusa all'Università di Parigi prima della fine del XIII secolo ed è ampiamente conservata in numerosi manoscritti.

Il codice BCT1-1780 contiene: Libro I (pp. 254-289), II (pp. 289-327), III (pp. 327-348), IV (pp. 348-379). Si rilevano quattro spazi riservati per diagrammi (pp. 313, 340-341, 342 e 345). Secondo G. Vuillemin-Diem, il codice BCT1-1780 contiene un testo piuttosto corrotto. Si rilevano rare glosse e correzioni pp. 280, 296, 358, 366 e 374.

Edizione di riferimento: Gudrun VUILLEMIN-DIEM, Meteorologica. Translatio Guillelmi de Moerbeka, Aristoteles Latinus X.2, Turnhout, Brepols, 2009.

Bibliografia aggiuntiva: Lorenzo MINIO-PALUELLO, "Henri Aristippe, Guillaume de Moerbeke et les traductions latines médiévales des ‘Météorologiques’ et du ‘De generatione et corruptione’ d’Aristote", Revue Philosophique de Louvain 45 (1947), 206-236 (ristampato in L. Minio-Paluello, Opuscula: The Latin Aristotle, Amsterdam, Hakkert, 1972, 57-86). —Gudrun VUILLEMIN-DIEM, "Zu Wilhelm von Moerbekes Übersetzung der aristotelischen Meteorologie. Drei Redaktionen, ihre griechische Quellen und ihr Verhältnis zum Kommentar des Alexander von Aphrodisias", in R. Beyers et al., Tradition et traduction. Les textes philosophiques et scientifiques grecs au moyen âge latin. Hommage à Fernand Bossier, Leuven, Leuven University Press, 1999, 115-166. —Elisa RUBINO, Meteorologica. Translatio Henrici Aristippi, Aristoteles Latinus X.1, Turnhout, Brepols, 2010. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955, (Nr. 1581) 1083-1084. —Filip RADOVIC, David BENNETT, "Autoscopy in Meteorologica 3.4: Following Some Strands in the Greek, Arabic, and Latin Commentary Traditions", in J. Toivanen (a cura di), Forms of Representation in the Aristotelian Tradition. Volume One: Sense Perception, Leiden, Brill, 2022, 213-248. —Charles BURNETT, "The Introduction of Aristotle's Natural Philosophy into Great Britain: A Preliminary Survey of the Manuscript Evidence", in J. Marenbon (a cura di), Aristotle in Britain during the Middle Ages, Turnhout, Brepols, 1996, 21-50.
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: De mineralibus.
Incipit/Explicit
inc. (testo): Terra pura non fit lapis quia continuationem non facit sed commixionem (p. 380)
expl. (testo): non fit sed accidunt ei ex eo res quedam extranee (p. 387)
Observations
Il trattato De mineralibus è stato generalmente attribuito ad Aristotele nel Medioevo, ma è in realtà un riassunto di due capitoli del Kitāb al-Šifā' di Avicenna, compilati e tradotti dall'arabo da Alfredo di Sareshill, che li pose alla fine del Liber metheororum, cioè la translatio vetus dei Meteorologica di Aristotele. Si conoscono 131 manoscritti del De mineralibus, sia come parte del Liber metheororum che in forma autonoma (cfr. RUBINO 2016, pp. 24-25). Il testo del cod. BCT1-1780 contiene il testo completo ma, fin dai primi paragrafi, presenta significative variazioni rispetto all'edizione di Rubino. Quest'ultima si basa su una decina di manoscritti: Baltimore, Walters Art Museum, Peabody Library, MS 160 [= AL Nr. 4]; Firenze, BML, Strozzi 22 [=AL Nr. 1350]; Oxford, Bodleian Library, Ms. Selden Supra 24 [=AL Nr. 340]; Roma, Archivio del Convento di S. Maria sopra Minerva, Cod. III [=AL Nr. 1553]; Reims, Bibliothèque Municipale, Ms. 865 [=AL Nr. 736]; Salamanca, Biblioteca Universitaria, Ms. 2241 [=AL Nr. 2136]; Milano, Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana, Cod. 764 [=AL Nr. 1462]; Durham, Cathedral Library, Ms. C.III.17 [=AL Nr. 272]; Nürnberg, Stadtbibl., Cent. V, 59 [=AL Nr. 1091]; Paris, BnF, Lat. 15452 [=AL Nr. 653].

Edizione di riferimento: Elisa RUBINO, Samuela PAGANI, "Il De mineralibus di Avicenna tradotto da Alfredo di Shareshill", Bulletin de Philosophie Médiévale 58 (2016), 23-87.

Bibliografia aggiuntiva: Gudrun VUILLEMIN-DIEM, Meteorologica. Translatio Guillelmi de Moerbeka, Aristoteles Latinus X.2, Turnhout, Brepols, 2009, 8-9. —Elisa RUBINO, Meteorologica. Translatio Henrici Aristippi, Aristoteles Latinus X.1, Turnhout, Brepols, 2010. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955, (Nr. 1581) 1083-1084. —Charles BURNETT, "The Introduction of Aristotle's Natural Philosophy into Great Britain: A Preliminary Survey of the Manuscript Evidence", in J. Marenbon (a cura di), Aristotle in Britain during the Middle Ages, Turnhout, Brepols, 1996, 21-50.
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: De inundatione Nili (De Nilo).
Titolo presente: Liber de inundatione Nili. (p. 393)
Incipit/Explicit
inc. (testo): Propter quid autem aliis fluminibus in hieme aucmen<ta>tis (p. 387)
expl. (testo): De Nilo quidem igitur hec dicta sint (p. 393)
Observations
Il De inundatione Nili rappresenta la traduzione di un testo originale greco attualmente non più esistente, a parte una breve citazione greca nel P. Oxy. 4458 (cfr. JACOBI e LUPPE 2000). La questione dell'autore del testo greco originale è oggetto di dibattito: sebbene spesso attribuito a uno pseudo-Aristotele, Pieter Beullens sostiene la sua autenticità. La traduzione latina è stata talvolta associata a Bartolomeo di Messina: questa ipotesi di Valentin Rose si basa sul fatto che nel cod. Padova, Bibl. Antoniana, Scaff. XVII 370 il De inundatione Nili è seguito da diverse traduzioni di Bartolomeo. Tuttavia, Pieter Beullens ha dimostrato che il traduttore era proprio Guglielmo di Moerbeke, nella seconda metà del XIII secolo.

Esistono 82 manoscritti del testo, in base all'elenco di MINIO-PALUELLO et al. 1955, p. 1334, numero ripreso da BEULLENS 2014, p. 306. Il testo del cod. BCT1-1780 contiene varianti che non corrispondono ai 5 manoscritti scelti da Pieter Beullens per la sua edizione (Madrid, Bibl. nacional, 10053 [cfr. ALS3; Firenze, BML, Plut. 13 sin. 6 [=AL Nr. 1367]; Vaticano, BAV, Pal. lat. 1033 [=AL Nr. 1033]; Heiligenkreuz, Stiftsbibl., 40 [=AL Nr. 75]; Chantilly, Bibl. du musée Condé, 280 [=AL Nr. 462]) né ai 6 manoscritti utilizzati da Valentin Rose (Leizpig, Universitätsbibl., 1395 [=AL Nr. 984]; Gotha, Forschungsbibl., Memb. I 124 [=AL Nr. 930]; Erfurt, Amplon. Qu. 15 [=AL Nr. 890]; Nürnberg, Stadtbibl., Cent. IV, 1 [=AL Nr. 1087]; Paris, BnF, Lat. 478 [=AL Nr. 536]; Paris, BnF, Lat. 14717 [olim Saint-Victor 30, = AL Nr. 642]).

Edizione di riferimento: Pieter BEULLENS, "Facilius sit Nili Caput Invenire: Towards an Attribution and Reconstruction of the Aristotelian Treatise De inundatione Nili" in Pieter De Leemans (a cura di), Translating at the Court. Bartholomew of Messina and Cultural Life at the Court of Manfred, King of Sicily, Leuven, Leuven University Press, 2014, 325-329.

Altre edizioni: Danielle BONNEAU, "Liber Aristotelis de inundatione Nili. Texte – traduction – étude", Études de papyrologie 9 (1971), 1-33. —Felix JACOBY, Fragmente der griechischen Historiker III, C (Autoren über einzelne Länder), Bd. 1 Ägypten-Geten, Nr. 646, pp. 194-199. —Valentin ROSE, "Ἀριστοτέλους περὶ τῆς τοῦ Νείλου ἀναβάσεως (latine)", in Aristoteles pseudepigraphus, Leipzig, Teubner, 1863, 631-639.

Bibliografia aggiuntiva: George LACOMBE et al., Aristoteles Latinus, Codices, Pars Prior, Roma, Libreria dello Stato, 1939, 191-192. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955, (Nr. 1581) 1083-1084. —Rainer JAKOBI, Wolfgang LUPPE, "P. Oxy. 4458 col. I: Aristoteles redivivus", Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik 131 (2000), 15-18. —Janine BALTY-FONTAINE, "Pour une édition nouvelle du Liber Aristotelis de inundacione Nili“, Chronique d’Égypte 34 (1959), 95–102. —Pieter BEULLENS, "Facilius sit Nili Caput Invenire: Towards an Attribution and Reconstruction of the Aristotelian Treatise De inundatione Nili" in Pieter De Leemans (a cura di), Translating at the Court. Bartholomew of Messina and Cultural Life at the Court of Manfred, King of Sicily, Leuven, Leuven University Press, 2014, 303-330. —Pieter BEULLENS, "De overstroming van de Nijl. Een vergeten traktaat van Aristoteles?", Tijdschrift voor Filosofie 73/3 (2011), 513-534. —Pavel BLAŽEK, "Iste liber videtur esse factus ab Aristotile: Bartholomew of Bruges and the Medieval Reception of the De Inundatione Nili", Pseudo-Aristotelian Texts in Medieval Thought, Rencontres de Philosophie médiévale 28, Turnhout, Brepols, 2023, 235-267.
Language
Latino
Author
Aristoteles < 384-322 a.C. > , Autore incerto

Other names
Titles
Titolo identificato: De mundo.
Titolo presente: Li(ber) de mundo. (p. 394)
Note: A p. 421: "Explicit liber de mundo. Deo gracias".

Incipit/Explicit
inc. (testo): Multociens michi divina quedam ac mirabilis quippe res Alexandri (p. 394)
expl. (testo): Beatus autem et felix a principio confestim particeps erit (p. 421)
Observations
Il De mundo è incluso nel corpus aristotelico in numerosi manoscritti, anche se l'attribuzione ad Aristotele è stata contestata sin dall'antichità tarda. Di questo trattato ci sono pervenute due traduzioni latine medievali dal XIII secolo. Una è di Bartolomeo da Messina (conosciuta da quattro manoscritti completi), l'altra è attribuita a Nicolao Siculo (presente in 50 manoscritti). Si veda l'elenco dei manoscritti da LORIMER et al. 1965, XII-XIII e XXI-XXIV. Il cod. BCT1-1780 contiene la traduzione di Nicolao Siculo, con alcune varianti; ad esempio, il suo explicit ("beatus autem et felix a principio confestim particeps erit") sembra tolto dalla traduzione di Bartolomeo ("beatus autem et felix ex principio confestim particeps erit") mentre la volgata della traduzione di Nicolao termina con "beatus atque felix protinus esset ab initio particeps"). Questo explicit avvicina il testo nel cod. BCT1-1780 a quello del cod. Paris, BnF, Lat. 16088 [=AL Nr. 663].

Edizione di riferimento: Wilhelm LORIMER, Lorenzo MINIO-PALUELLO, Grace FREED MUSCARELLA, De mundo. Translationes Bartholomaei et Nicholai, accedunt versiones Rinucii, Argyropuli et Sadoleti, Paraphrasis Apulei nec non specimina interpretationum recentiorum, Aristoteles Latinus XI, Bruges-Paris, Desclée de Brouwer, 1965, 29-49.

Bibliografia aggiuntiva: George LACOMBE et al., Aristoteles Latinus, Codices, Pars Prior, Roma, Libreria dello Stato, 1939, 89. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955, (Nr. 1581) 1083-1084. —Charles BURNETT, "The Introduction of Aristotle's Natural Philosophy into Great Britain: A Preliminary Survey of the Manuscript Evidence", in J. Marenbon (a cura di), Aristotle in Britain during the Middle Ages, Turnhout, Brepols, 1996, 21-50.
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: De anima.
Titolo presente: Li(bri) de anima. (p. 422)
Incipit/Explicit
inc. (testo): Bonorum honorabilium noticiam opinantes, magis autem alteram altera (p. 422)
expl. (testo): linguam autem habet quatinus significet aliquid alteri (p. 493)
Observations
Il De Anima di Aristotele è stato tradotto in latino già nella prima metà del XII secolo da Giacomo da Venezia (translatio vetus). Negli anni '60 del Duecento, Guglielmo di Moerbeke ha revisionato la traduzione di Giacomo (translatio nova), una revisione che successivamente ha avuto una vasta diffusione. Si sono registrati oltre 250 manoscritti della versione di Guglielmo (cfr. MINIO-PALUELLO et al. 1955, pp. 1287-1288; si veda anche MINIO-PALUELLO et al. 1961); René-Antoine Gauthier, che ha curato il testo nell'ambito dell'edizione leonina del commento di Tommaso d'Aquino, ne elenca 120 (cfr. Sancti Thomae Aquinatis Opera omnia. Tomus XLV/1. Sentencia Libri de anima, Roma, Commissio Leonina, 1984, 129*-134*). Tre redazioni della versione di Guglielmo sono identificate: la redazione italiana, la redazione parigina e la redazione di Ravenna. Secondo R.-A. Gauthier, il testo del cod. BCT1-1780 corrisponde alla forma più recente della redazione parigina, ma è contaminato dalla translatio vetus (cfr. op. cit. p. 132*). Il codice contiene: Libro I (pp. 422-443), II (pp. 443-479), III (pp. 479-493). Si segnalano molti segni di lettura con inchiostro nero, insieme a qualche glosse, principalmente riassuntive. Un lettore ha completato in margine due omissioni nel testo: (p. 456) "unde quidem non visibile sine lumine est [sed omnis color in lumine est (add. in mg.)] visibile, ex quo de lumine" [De An. 418a29]; (p. 464) "olfactus est [amplius autem et corrumpi videntur a fortibus odoribus ex quibus homo corrumpitur ut a sulfure et huius olfactum quidem igitur habere necessarium est sed non respirancia (add. in mg.)] videtur" [De An. 421b24 sq.].

Edizione di riferimento: Sancti Thomae Aquinatis Opera omnia. Tomus XLV/1. Sentencia Libri de anima, Roma, Commissio Leonina, 1984.

Bibliografia aggiuntiva: Paola BERNARDINI, Aristotle's De anima at the Faculties of Arts (13th-14th Centuries), Turnhout, Brepols, 2023. —Sander W. DE BOER, The science of the soul: the commentary tradition on Aristotle's 'De anima', c. 1260 - c. 1360, Leuven, Leuven University Press, 2013. —Réka FORRAI, "Text and commentary: the role of translations in the Latin tradition of Aristotle's De anima (1120-1270)", Annual of medieval studies at Central European University Budapest 8 (2002), 139-156. —Russel L. FRIEDMAN, Jean-Michel COUNET (a cura di), Medieval perspectives on Aristotle's De anima, Louvain-la-Neuve, Éditions de l'Institut supérieur de philosophie; Paris, Walpole, Peeters, 2013. —Lorenzo MINIO-PALUELLO, Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955, (Nr. 1581) 1083-1084. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Supplementa altera, Bruges-Paris, Desclée de Brouwer, 1961. —Lorenzo MINIO-PALUELLO, "Le texte du De Anima d'Aristote: la tradition latine avant 1500", in L. Minio-Paluello, Opuscula: The Latin Aristotle, Amsterdam, Hakkert, 1972, 250-276. —Gérard VERBEKE, "Les progrès de l'Aristote latin: le cas du De anima", in J. Hamesse, M. Fattori (a cura di), Rencontres de cultures dans la philosophie médiévale. Traductions et traducteurs de l'antiquité tardive au XIVe siècle. Actes du colloque international de Cassino, 15-17 juin 1989, Turnhout, Brepols, 1990, 187-201. —Robert WIELOCKX, "Guillaume de Moerbeke réviseur de sa révision du 'De anima'", Recherches de Théologie ancienne et médiévale 54 (1987), 113-185.
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: De sensu et sensato.
Titolo presente: Li(ber) de sensu et sensato. (pp. 493-494)
Incipit/Explicit
inc. (testo): Quoniam autem de anima determinatum est secundum se ipsam (p. 494)
expl. (testo): Reliquorum autem primum considerandum de memoria et remiscencencia (p. 520)
Observations
Il trattato De sensu et sensato di Aristotele è stato tradotto dal greco al latino nella seconda metà del XII secolo da un traduttore anonimo, identificato solo nel codice Salamanca, Bibl. Univ. 2241, con il nome di Nicholaus Reginus (translatio vetus); cfr. BLOCH 2008 e GALLE 2008. Questa traduzione fu successivamente rivista da Guglielmo di Moerbeke (translatio nova) e tale revisione ebbe una diffusione significativa. Sono stati censiti oltre 160 manoscritti della versione di Guglielmo (cfr. MINIO-PALUELLO et al. 1955, pp. 1352; si veda anche et al. MINIO-PALUELLO 1961); René-Antoine Gauthier, che ha curato il testo nell'ambito dell'edizione leonina del commento di Tommaso d'Aquino, ne elenca 92 (cfr. Sancti Thomae Aquinatis Opera omnia. Tomus XLV/2. Sentencia Libri de sensu et sensato etc., Roma, Commissio Leonina, 1985, 43*-47*). Sono identificate tre redazioni della versione di Guglielmo: la redazione italiana, la redazione parigina e la redazione di Ravenna. Secondo R.-A. Gauthier, il testo del codice BCT1-1780 corrisponde alla forma originale della redazione parigina (cfr. op. cit. p. 45*). Alla p. 494 si trovano tre lemmi scritti nel margine, incorniciati in rosso, con segni di riferimento ("definiunt", "que ex natura", "omnia habet"). Queste parole corrispondono a un punto del foglio in cui il pergamino presenta una macchia scura: il copista ha riscritto nel margine le parole poco leggibili a causa di questa macchia.

Edizione di riferimento: Sancti Thomae Aquinatis Opera omnia. Tomus XLV/2. Sentencia Libri de sensu et sensato cuius secundus tractatus est De memoria et reminiscencia, Roma, Commissio Leonina, 1985, 3-96.

Bibliografia aggiuntiva: David BLOCH, "Nicholaus Graecus and the Translatio Vetus of Aristotle’s De Sensu", Bulletin de philosophie médiévale 50 (2008), 83-104. —Griet GALLE, "The Anonymous Translator of the Translatio Vetus of De Sensu", Bulletin de philosophie médiévale 50 (2008), 105-150. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955, (Nr. 1581) 1083-1084. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Supplementa altera, Bruges-Paris, Desclée de Brouwer, 1961. —Silvia DONATI, "The Critical Edition of Albert the Great's Commentaries on 'De sensu et sensato' and 'De memoria et reminiscentia': Its Significance for the Study of the 13th Century Reception of Aristotle's 'Parva Naturalia' and Its Problems", in A. van Oppenraay (a cura di), The letter before the spirit: the importance of text editions for the study of the reception of Aristotle, Leiden, Boston, Brill, 2012, 345-400. —Pieter DE LEEMANS, "Parva Naturalia, Commentaries on Aristotle's", in H. Lagerlund (a cura di), Encyclopedia of Medieval Philosophy. Philosophy between 500 and 1500, Second Edition, Springer, Dodrecht, 2020, 1385-1397. —Pieter DE LEEMANS, "Secundum viam naturae et doctrinae. Lire le De motu animalium et les Parva naturalia d'Aristote au Moyen Âge", in P.-M. Morel, Chr. Grellard (a cura di), Les parva naturalia d'Aristote. Fortune antique et médiévale, Paris, Publications de la Sorbonne, 2010, 197-220. —Jozef DE RAEDEMAEKER, "Une ébauche de catalogue des commentaires sur les «Parva naturalia», parus aux XIIIe, XIVe et XVe siècles", Bulletin de Philosophie Médiévale 7 (1965), 95-108. —Graziella FEDERICI VESCOVINI, "La tradizione dei Parva naturalia nell'insegnamento universitario medievale (secoli XIII e XIV)", in C. Crisciani et al. (a cura di), Parva naturalia. Saperi medievali, natura e vita, Pisa, Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, 2004, 125-141. —Sten EBBESEN, Christina THOMSEN THÖRNQVIST, Véronique DECAIX, "Questions on De sensu et sensato, De memoria and De somno et vigilia. A Catalogue", Bulletin de Philosophie Medievale 57 (2015), 59–115. —Griet GALLE, "The dating and earliest reception of the Translatio vetus of Aristotle's De sensu", Medioevo 33 (2008), 7-96.
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: De memoria et reminiscentia.
Titolo presente: Li(ber) de me(moria) et reminiscencia. (p. 520)
Incipit/Explicit
inc. (testo): De memoria autem et memorari dicendum quid est et propter quam causam (p. 520)
expl. (testo): et de reminisci quid est, et quomodo fit, et propter quam causam dictum est. (p. 529)
Observations
Il trattato De memoria et reminiscentia di Aristotele è stato tradotto dal greco al latino nella prima metà del XII secolo da Giacomo da Venezia (translatio vetus). Questa traduzione fu successivamente riveduta da Guglielmo di Moerbeke negli anni '60 del Duecento (translatio nova). La traduzione di Guglielmo si trova nei manoscritti subito dopo il De sensu et sensato. Tommaso d'Aquino considerava questi due testi come le due parti di un unico trattato. La tradizione manoscritta della translatio nova del De memoria si confonde quindi con quella del De sensu et sensatu. Sono stati censiti oltre 160 manoscritti della versione di Guglielmo (cfr. MINIO-PALUELLO et al. 1955, pp. 1328; si veda anche MINIO-PALUELLO et al. 1961); René-Antoine Gauthier, che ha curato il testo nell'ambito dell'edizione leonina del commento di Tommaso d'Aquino, ne elenca 92 (cfr. Sancti Thomae Aquinatis Opera omnia. Tomus XLV/2. Sentencia Libri de sensu et sensato etc., Roma, Commissio Leonina, 1985, 43*-47*). Sono identificate tre redazioni della versione di Guglielmo: la redazione italiana, la redazione parigina e la redazione di Ravenna. Secondo R.-A. Gauthier, il testo del codice BCT1-1780 corrisponde alla forma originale della redazione parigina (cfr. op. cit. p. 45*).

Edizione di riferimento: Sancti Thomae Aquinatis Opera omnia. Tomus XLV/2. Sentencia Libri de sensu et sensato cuius secundus tractatus est De memoria et reminiscencia, Roma, Commissio Leonina, 1985, 103-130.

Bibliografia aggiuntiva: Julie BRUMBERG-CHAUMONT, "La Première réception du De memoria et reminiscentia Au Moyen Âge latin. Le commentaire d’Adam de Buckfield", in P.-M. Morel, Chr. Grellard (a cura di), Les parva naturalia d'Aristote. Fortune antique et médiévale, Paris, Publications de la Sorbonne, 2010, 121-141. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Supplementa altera, Bruges-Paris, Desclée de Brouwer, 1961. —Silvia DONATI, "The Critical Edition of Albert the Great's Commentaries on 'De sensu et sensato' and 'De memoria et reminiscentia': Its Significance for the Study of the 13th Century Reception of Aristotle's 'Parva Naturalia' and Its Problems", in A. van Oppenraay (a cura di), The letter before the spirit: the importance of text editions for the study of the reception of Aristotle, Leiden, Boston, Brill, 2012, 345-400. —Silvia DONATI, "Albert der Große als Kommentator der Translatio Vetus der Schrift De memoria et reminiscentia des Aristoteles: seine Vorlage und seine Kommentierungsmethode am Beispiel von Mem. 2, 453a14-b4", in L. Honnefleder et al. (a cura di), Via Alberti: Texte, Quellen, Interpretationen, Münster, Ascendorff, 2009, 509-559. —Pieter DE LEEMANS, "Parva Naturalia, Commentaries on Aristotle's", in H. Lagerlund (a cura di), Encyclopedia of Medieval Philosophy. Philosophy between 500 and 1500, Second Edition, Springer, Dodrecht, 2020, 1385-1397. —Pieter DE LEEMANS, "Secundum viam naturae et doctrinae. Lire le De motu animalium et les Parva naturalia d'Aristote au Moyen Âge", in P.-M. Morel, Chr. Grellard (a cura di), Les parva naturalia d'Aristote. Fortune antique et médiévale, Paris, Publications de la Sorbonne, 2010, 197-220. —Jozef DE RAEDEMAEKER, "Une ébauche de catalogue des commentaires sur les «Parva naturalia», parus aux XIIIe, XIVe et XVe siècles", Bulletin de Philosophie Médiévale 7 (1965), 95-108. —Graziella FEDERICI VESCOVINI, "La tradizione dei Parva naturalia nell'insegnamento universitario medievale (secoli XIII e XIV)", in C. Crisciani et al. (a cura di), Parva naturalia. Saperi medievali, natura e vita, Pisa, Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, 2004, 125-141. —Véronique DECAIX, Christina THOMSEN THÖRNQVIST (a cura di), Memory and Recollection in the Aristotelian Tradition. Essays on the Reception of Aristotle's De memoria et reminiscentia, Studia Artistarum 47, Turnhout, Brepols, 2021. —Sten EBBESEN, Christina THOMSEN THÖRNQVIST, Véronique DECAIX, "Questions on De sensu et sensato, De memoria and De somno et vigilia. A Catalogue", Bulletin de Philosophie Medievale 57 (2015), 59–115.
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: De somno et vigilia.
Titolo presente: Li(ber) de sompno et vigilia. (pp. 529-530)
Incipit/Explicit
inc. (testo): De sompno autem et vigilia considerandum est quid sint (p. 529)
expl. (testo): propter salutem vero est salvat enim quies (p. 540)
Observations
Il De somno et vigilia è il primo di tre trattati di Aristotele dedicati al sonno e al sogno, gli altri due sono il De insomniis e il De divinatione per somnum. Il testo è stato oggetto di una prima traduzione dal greco al latino (translatio vetus), successivamente revisionata da Guglielmo di Moerbeke negli anni '60 del Duecento (translatio nova). Sono stati censiti più di 105 manoscritti della translatio vetus e più di 166 manoscritti della translatio nova (cfr. MINIO-PALUELLO et al. 1955, pp. 1353-1354; si veda anche MINIO-PALUELLO et al. 1961). Il testo della translatio nova è stato edito da H. J. Drossaart Lulofs basandosi su due manoscritti (Vaticano, BAV, Vat. Lat. 2083 [=AL Nr. 1842] e Bruxelles, Bibl. royale, II 2314 [=AL Nr. 174]) e su due edizioni stampate del 1493 e 1550. Il testo del codice BCT1-1780 presenta la translatio nova.

Edizione di riferimento: Hendrik Joan DROSSAART LULOFS, Aristotelis De somno et vigilia liber adiectis veteribus translationibus et Theodori Metochitae commentario, Leiden, Burgersdijk & Niermans, Templum Salomonis, 1943.

Bibliografia aggiuntiva: Philip J. VAN DER EIJK, Aristoteles Werke in deutscher Übersetzung. Band 14 Teil III: Parva naturalia. De insomniis. De divinatione per somnum, Berlin, Akademie Verlag, 1994. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Supplementa altera, Bruges-Paris, Desclée de Brouwer, 1961. —Christophe GRELLARD, "La réception médiévale du De somno et vigilia. Approche anthropologique et épistémologique du rêve, d'Albert le Grand à Jean Buridan", in P.-M. Morel, Chr. Grellard (a cura di), Les Parva naturalia d'Aristote: fortune antique et médiévale, Paris, Éditions de la Sorbonne, 2010, 221-237. —Lola Sharon DAVIDSON, "Dreaming in Class: Aristotle's De sompno in the Schools", in J. Feros Ruys et al. (a cura di), The Classics in the Medieval and Renaissance Classroom. The Role of Ancient Texts in the Arts Curriculum as Revealed by Surviving Manuscripts and Early Printed Books, Turnhout, Brepols, 2013, 199-222. —Christina THOMSEN THÖRNQVIST, "Affected by the Matter: The Question of Plant Perception in the Medieval Latin Tradition on De somno et vigilia" in J. Toivanen (a cura di), Forms of Representation in the Aristotelian Tradition. Volume One: Sense Perception, Leiden, Brill, 2022, 183-212. —Christina THOMSEN THÖRNQVIST, Juhana TOIVANEN (a cura di), Forms of Representation in the Aristotelian Tradition. Volume Two: Dreaming, Leiden, Brill, 2022. —Silvia DONATI, "Albert the Great as a Commentator of Aristotle's De somno et vigilia: The Influence of the Arabic Tradition", in B. Bydén, F. Radovic, The Parva naturalia in Greek, Arabic and Latin Aristotelianism, Cham, Springer, 2018, 169-210. —Pieter DE LEEMANS, "Parva Naturalia, Commentaries on Aristotle's", in H. Lagerlund (a cura di), Encyclopedia of Medieval Philosophy. Philosophy between 500 and 1500, Second Edition, Springer, Dodrecht, 2020, 1385-1397. —Pieter DE LEEMANS, "Secundum viam naturae et doctrinae. Lire le De motu animalium et les Parva naturalia d'Aristote au Moyen Âge", in P.-M. Morel, Chr. Grellard (a cura di), Les parva naturalia d'Aristote. Fortune antique et médiévale, Paris, Publications de la Sorbonne, 2010, 197-220. —Jozef DE RAEDEMAEKER, "Une ébauche de catalogue des commentaires sur les «Parva naturalia», parus aux XIIIe, XIVe et XVe siècles", Bulletin de Philosophie Médiévale 7 (1965), 95-108. —Graziella FEDERICI VESCOVINI, "La tradizione dei Parva naturalia nell'insegnamento universitario medievale (secoli XIII e XIV)", in C. Crisciani et al. (a cura di), Parva naturalia. Saperi medievali, natura e vita, Pisa, Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, 2004, 125-141. —Sten EBBESEN, Christina THOMSEN THÖRNQVIST, Véronique DECAIX, "Questions on De sensu et sensato, De memoria and De somno et vigilia. A Catalogue", Bulletin de Philosophie Medievale 57 (2015), 59–115.
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: De insomniis.
Titolo presente: Liber 2 de somp(no). (p. 540)
Note: Il De insomnis è talvolta considerato la seconda parte del De somno et vigilia.

Incipit/Explicit
inc. (testo): Post hec autem de sompnio, et primo cui eorum que anime (p. 540)
expl. (testo): et est passionem necessarium accidere contrarietatem hanc. (p. 550)
Observations
Il De insomniis è il secondo di tre trattati di Aristotele dedicati al sonno e al sogno, gli altri due sono il De somno et vigilia e il De divinatione per somnum. Il testo è stato oggetto di una prima traduzione dal greco al latino (translatio vetus), successivamente revisionata da Guglielmo di Moerbeke negli anni '60 del Duecento (translatio nova). Sono stati censiti più di 105 manoscritti della translatio vetus e più di 166 manoscritti della translatio nova (cfr. MINIO-PALUELLO et al. 1955, pp. 1353-1354; si veda anche MINIO-PALLUELO et al. 1961). Il testo della translatio nova è stato edito da H. J. Drossaart Lulofs basandosi su due manoscritti (Vaticano, BAV, Vat. Lat. 2083 [=AL Nr. 1842] e Bruxelles, Bibl. royale, II 2314 [=AL Nr. 174]) e sull'edizione stampata di Johannes Versor (Quaestiones super libros Aristotelis, Köln, 1493). Il testo del codice BCT1-1780 presenta la translatio nova.

Edizione di riferimento: Hendrik Joan DROSSAART LULOFS, Aristotle, De insomniis et de divinatione per somnum. A new edition of the Greek text with the Latin translations. 2. Translations, Index verborum, Leiden, Brill, 1947, 1-31.

Bibliografia aggiuntiva: Philip J. VAN DER EIJK, Aristoteles Werke in deutscher Übersetzung. Band 14 Teil III: Parva naturalia. De insomniis. De divinatione per somnum, Berlin, Akademie Verlag, 1994. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Supplementa altera, Bruges-Paris, Desclée de Brouwer, 1961. —Christina THOMSEN THÖRNQVIST, Juhana TOIVANEN (a cura di), Forms of Representation in the Aristotelian Tradition. Volume Two: Dreaming, Leiden, Brill, 2022. —Pieter DE LEEMANS, "Parva Naturalia, Commentaries on Aristotle's", in H. Lagerlund (a cura di), Encyclopedia of Medieval Philosophy. Philosophy between 500 and 1500, Second Edition, Springer, Dodrecht, 2020, 1385-1397. —Pieter DE LEEMANS, "Secundum viam naturae et doctrinae. Lire le De motu animalium et les Parva naturalia d'Aristote au Moyen Âge", in P.-M. Morel, Chr. Grellard (a cura di), Les parva naturalia d'Aristote. Fortune antique et médiévale, Paris, Publications de la Sorbonne, 2010, 197-220. —Jozef DE RAEDEMAEKER, "Une ébauche de catalogue des commentaires sur les «Parva naturalia», parus aux XIIIe, XIVe et XVe siècles", Bulletin de Philosophie Médiévale 7 (1965), 95-108. —Graziella FEDERICI VESCOVINI, "La tradizione dei Parva naturalia nell'insegnamento universitario medievale (secoli XIII e XIV)", in C. Crisciani et al. (a cura di), Parva naturalia. Saperi medievali, natura e vita, Pisa, Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, 2004, 125-141.
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: De divinatione per somnum.
Titolo presente: Li(ber) 3. (p. 550)
Note: Il De divinatione per somnum è talvolta considerato la terza parte del De somno et vigilia.

Incipit/Explicit
inc. (testo): De divinatione vero que in sompnis fit et dicitur (p. 550)
expl. (testo): amplius autem de ea que in sompniis est divinacione dictum est (p. 555)
Observations
Il De divinatione per somnum è il terzo di tre trattati di Aristotele dedicati al sonno e al sogno, gli altri due sono il De somno et vigilia e il De insomniis. Il testo è stato oggetto di una prima traduzione dal greco al latino (translatio vetus), successivamente revisionata da Guglielmo di Moerbeke negli anni '60 del Duecento (translatio nova). Sono stati censiti 105 manoscritti della translatio vetus e 166 manoscritti della translatio nova (cfr. MINIO-PALUELLO et al. 1955, pp. 1353-1354; si veda anche MINIO-PALUELLO et al. 1961). Il testo della translatio nova è stato edito da H. J. Drossaart Lulofs basandosi su due manoscritti (Vaticano, BAV, Vat. Lat. 2083 [=AL Nr. 1842] e Bruxelles, Bibl. royale, II 2314 [=AL Nr. 174]) e sull'edizione stampata di Johannes Versor (Quaestiones super libros Aristotelis, Köln, 1493). Il testo del codice BCT1-1780 presenta la translatio nova.

Edizione di riferimento: Hendrik Joan DROSSAART LULOFS, Aristotle, De insomniis et de divinatione per somnum. A new edition of the Greek text with the Latin translations. 2. Translations, Index verborum, Leiden, Brill, 1947, 32-47.

Bibliografia aggiuntiva: Philip J. VAN DER EIJK, Aristoteles Werke in deutscher Übersetzung. Band 14 Teil III: Parva naturalia. De insomniis. De divinatione per somnum, Berlin, Akademie Verlag, 1994. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Supplementa altera, Bruges-Paris, Desclée de Brouwer, 1961. —Christina THOMSEN THÖRNQVIST, Juhana TOIVANEN (a cura di), Forms of Representation in the Aristotelian Tradition. Volume Two: Dreaming, Leiden, Brill, 2022. —Silvia DONATI, Albert der Große, De divinatione (Liber tertius de somno et vigilia), Über die Weissagung, Lateinisch–Deutsch, Freiburg, Herder, 2020. —Pieter DE LEEMANS, "Parva Naturalia, Commentaries on Aristotle's", in H. Lagerlund (a cura di), Encyclopedia of Medieval Philosophy. Philosophy between 500 and 1500, Second Edition, Springer, Dodrecht, 2020, 1385-1397. —Pieter DE LEEMANS, "Secundum viam naturae et doctrinae. Lire le De motu animalium et les Parva naturalia d'Aristote au Moyen Âge", in P.-M. Morel, Chr. Grellard (a cura di), Les parva naturalia d'Aristote. Fortune antique et médiévale, Paris, Publications de la Sorbonne, 2010, 197-220. —Jozef DE RAEDEMAEKER, "Une ébauche de catalogue des commentaires sur les «Parva naturalia», parus aux XIIIe, XIVe et XVe siècles", Bulletin de Philosophie Médiévale 7 (1965), 95-108. —Graziella FEDERICI VESCOVINI, "La tradizione dei Parva naturalia nell'insegnamento universitario medievale (secoli XIII e XIV)", in C. Crisciani et al. (a cura di), Parva naturalia. Saperi medievali, natura e vita, Pisa, Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, 2004, 125-141.
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: De motu animalium.
Titolo presente: Lib(er) de motibus animalium. (p. 555)
Incipit/Explicit
inc. (testo): De motu autem eo qui est animalium quecumque (p. 555)
expl. (testo): Reliquum autem de generatione dicere (p. 571)
Observations
Il De motu animalium è stato oggetto di una prima traduzione dal greco al latino, oggi perduta, la cui esistenza è nota grazie alla parafrasi di Alberto Magno (De principiis motus processivi) scritta dopo il 1257 (cfr. LUTZ-BACHMANN et al. 2014, pp. 34-40). Guglielmo di Moerbeke ha poi prodotto una nuova traduzione intorno al 1260. Sono stati censiti 167 manoscritti della traduzione di Guglielmo (cfr. DE LEEMANS 2011).

Edizione di riferimento: Pieter DE LEEMANS, De progressu animalium, De motu animalium. Translatio Guillelmi de Morbeka, Aristoteles Latinus XVII/2.II-III, Turnhout, Brepols, 2011.

Bibliografia aggiuntiva: Pieter DE LEEMANS, "Medieval Latin Commentaries on Aristotle's De motu animalium. A contribution to the Corpus commentariorum medii aevi in Aristotelem latinorum", Recherches de Théologie et Philosophie Médiévales 67/2 (2000), 272-360. —Pieter DE LEEMANS, "Secundum viam naturae et doctrinae. Lire le De motu animalium et les Parva naturalia d’Aristote au Moyen Âge", in P.-M. Morel, Chr. Grellard (a cura di), Les parva naturalia d'Aristote. Fortune antique et médiévale, Paris, Publications de la Sorbonne, 2010, 197-220. —Pietro ROSSI, "(Review) De motu animalium, fragmenta translationis anonymae, edited by Pieter De Leemans. De progressu animalium, De motu animalium, translatio Guillelmi de Moerbeka, edited by Pieter De Leemans", Aestimatio 11 (2014), 71-88. —Robert WIELOCKX, "Les brefs traités zoologiques d'Aristote. Histoire gréco-latine du texte: de la Grande Grèce, par l'Italie, à Paris", Bulletin de philosophie médiévale 53 (2011), 3-39. —Matthias LUTZ-BACHMANN, Alexander FIDORA, Andreas NIEDERBERGER, Albert der Große, Liber de principiis motus processivi. Über die Prinzipien der fortschreitenden Bewegung, Freiburg im Breisgau, Herder, 2014. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955, (Nr. 1581) 1083-1084. —Pieter DE LEEMANS, "Parva Naturalia, Commentaries on Aristotle's", in H. Lagerlund (a cura di), Encyclopedia of Medieval Philosophy. Philosophy between 500 and 1500, Second Edition, Springer, Dodrecht, 2020, 1385-1397. —Jozef DE RAEDEMAEKER, "Une ébauche de catalogue des commentaires sur les «Parva naturalia», parus aux XIIIe, XIVe et XVe siècles", Bulletin de Philosophie Médiévale 7 (1965), 95-108. —Graziella FEDERICI VESCOVINI, "La tradizione dei Parva naturalia nell'insegnamento universitario medievale (secoli XIII e XIV)", in C. Crisciani et al. (a cura di), Parva naturalia. Saperi medievali, natura e vita, Pisa, Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, 2004, 125-141. —Pieter DE LEEMANS, "Aristotle's De progressu animalium in the Middle Ages: Translation and interpretation", in O. Merisalo (a cura di), Frontiers in the Middle Ages, Textes et études du Moyen Âge 35, Turnhout, Brepols, 2006, 525–541.
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: De longitudine et brevitate vitae.
Titolo presente: De causa longitudinis et brevitatis vite. (p. 571)
Note: A p. 578: "Explicit liber de causa longitudinis et brevitatis vite animalium".

Incipit/Explicit
inc. (testo): De eo autem quod est hec quidem esse longe vite animalium (p. 571)
expl. (testo): hiis enim terminatis finem utique habebit que de animalibus methodus (p. 578)
Observations
Il De longitudine et brevitate vitae di Aristotele è stato tradotto dal greco al latino nella prima metà del XII secolo da Giacomo da Venezia (translatio vetus). Guglielmo di Moerbeke ha prodotto, nella seconda metà del XIII secolo, una nuova traduzione (translatio nova) basandosi su un modello greco diverso da quello di Giacomo; Guglielmo ha occasionalmente utilizzato la traduzione del suo predecessore. Pieter De Leemans ha censito 154 manoscritti della versione di Guglielmo (cfr. DE LEEMANS 2012, p. 152); la maggior parte è elencata da MINIO-PALUELLO et al. 1955 e MINIO-PALUELLO et al. 1961. Il cod. BCT1-1780 presenta la versione di Guglielmo e contiene glosse marginali, annotate a matita, talvolta di difficile lettura, sulla maggior parte delle pagine (pp. 572, 573, 575, 576 e 577). Si tratta principalmente di glosse riassuntive.

Edizione di riferimento: L'Aristoteles Latinus Database fornisce un'edizione provvisoria della traduzione di Guglielmo di Moerbeke, basata su cinque manoscritti, e signala che Pieter De Leemans aveva preparato un'edizione critica del testo (non ancora pubblicata).

Bibliografia aggiuntiva: Pieter DE LEEMANS, "Remarks on the Text Tradition of Aristotle's De longitudine et brevitate vitae, tr. Guillelmi", in Charles Burnett, John Glucker (a cura di), Greek into Latin from Antiquity until the Nineteenth century, London, Warburg Institute, Torino, Aragno, 2012, 145-169. —Manuel ALONSO, Obras Filosóficas Vol. III, Madrid, Consejo superior de investigaciones científicas, 1952, 405-411. —Tilke NELIS, "A Jumble of Writings: Commentaries on Aristotle’s De Longitudine et Brevitate Vitae Attributed to Adam of Buckfield", Early Science and Medicine 27/1 (2022), 1-56. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Supplementa altera, Bruges-Paris, Desclée de Brouwer, 1961. —Pieter DE LEEMANS, "Parva Naturalia, Commentaries on Aristotle's", in H. Lagerlund (a cura di), Encyclopedia of Medieval Philosophy. Philosophy between 500 and 1500, Second Edition, Springer, Dodrecht, 2020, 1385-1397. —Pieter DE LEEMANS, "Secundum viam naturae et doctrinae. Lire le De motu animalium et les Parva naturalia d'Aristote au Moyen Âge", in P.-M. Morel, Chr. Grellard (a cura di), Les parva naturalia d'Aristote. Fortune antique et médiévale, Paris, Publications de la Sorbonne, 2010, 197-220. —Jozef DE RAEDEMAEKER, "Une ébauche de catalogue des commentaires sur les «Parva naturalia», parus aux XIIIe, XIVe et XVe siècles", Bulletin de Philosophie Médiévale 7 (1965), 95-108. —Graziella FEDERICI VESCOVINI, "La tradizione dei Parva naturalia nell'insegnamento universitario medievale (secoli XIII e XIV)", in C. Crisciani et al. (a cura di), Parva naturalia. Saperi medievali, natura e vita, Pisa, Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, 2004, 125-141.
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: De iuventute et senectute.
Titolo presente: De iuventute et senectute. (p. 578)
Incipit/Explicit
inc. (testo): De iuventute autem et senectute et vita et morte nunc dicendum (p. 579)
expl. (testo): Quo autem modo et qualiter dicendum scientibus racionem magis (p. 585)
Observations
Il De iuventute et senectute è stato tradotto da Giacomo da Venezia nella prima metà del XII secolo. La traduzione di Guglielmo di Moerbeke (translatio nova) è generalmente considerata una revisione di quella di Giacomo. Il testo del codice BCT1-1780 presenta la translatio nova. Sono stati censiti almeno 160 manoscritti della traduzione di Guglielmo (cfr. MINIO-PALUELLO et al. 1955, p. 1322). L'insieme dei tre testi De iuventute et senectute, De respiratione, De vita et morte è talvolta considerato, ad esempio da Tommaso d'Aquino, come un unico trattato, talvolta chiamato De morte et vita.

Edizione di riferimento: L'Aristoteles Latinus Database fornisce un'edizione provvisoria della translatio vetus, e signala che Pieter De Leemans aveva preparato un'edizione critica del testo (non ancora pubblicata).

Bibliografia aggiuntiva: Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955. —Pieter DE LEEMANS, "Remarks on the Text Tradition of Aristotle's De longitudine et brevitate vitae, tr. Guillelmi", in Charles Burnett, John Glucker (a cura di), Greek into Latin from Antiquity until the Nineteenth century, London, Warburg Institute, Torino, Aragno, 2012, 145-169. —Pieter DE LEEMANS, "Parva Naturalia, Commentaries on Aristotle's", in H. Lagerlund (a cura di), Encyclopedia of Medieval Philosophy. Philosophy between 500 and 1500, Second Edition, Springer, Dodrecht, 2020, 1385-1397. —Pieter DE LEEMANS, "Secundum viam naturae et doctrinae. Lire le De motu animalium et les Parva naturalia d'Aristote au Moyen Âge", in P.-M. Morel, Chr. Grellard (a cura di), Les parva naturalia d'Aristote. Fortune antique et médiévale, Paris, Publications de la Sorbonne, 2010, 197-220. —Jozef DE RAEDEMAEKER, "Une ébauche de catalogue des commentaires sur les «Parva naturalia», parus aux XIIIe, XIVe et XVe siècles", Bulletin de Philosophie Médiévale 7 (1965), 95-108. —Graziella FEDERICI VESCOVINI, "La tradizione dei Parva naturalia nell'insegnamento universitario medievale (secoli XIII e XIV)", in C. Crisciani et al. (a cura di), Parva naturalia. Saperi medievali, natura e vita, Pisa, Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, 2004, 125-141.
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: De respiratione.
Incipit/Explicit
inc. (testo): De respiracione autem aliquid quidem pauci priorum Phisicorum dixerunt (p. 585)
expl. (testo): aut propter senectutem, tunc accidit mors (p. 604)
Observations
Il De respiratione è stato tradotto da Giacomo da Venezia nella prima metà del XII secolo. La traduzione di Guglielmo di Moerbeke (translatio nova) è generalmente considerata una revisione di quella di Giacomo. Il testo del codice BCT1-1780 presenta la translatio nova. Sono stati censiti almeno 160 manoscritti della traduzione di Guglielmo (cfr. MINIO-PALUELLO 1955, p. 1348). L'insieme dei tre testi De iuventute et senectute, De respiratione, De vita et morte è talvolta considerato, ad esempio da Tommaso d'Aquino, come un unico trattato, talvolta chiamato De morte et vita. Un lettore forse coevo ha annotato puntualmente il testo nel cod. BCT1-1780 con glosse marginali e interlineari. Si tratta principalmente di glosse riassuntive (che iniziano con "ostendit..."). Ha anche numerato i paragrafi da 1 a 7 alle pagine 587-588 e da 1 a 4 alla pagina 591, e annotato il testo seguente (De vita et morte).

Edizione di riferimento: Pieter De Leemans aveva preparato un'edizione critica del testo della traduzione di Guglielmo di Moerbeke, ma non è ancora stata pubblicata.

Bibliografia aggiuntiva: Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955. —Pieter DE LEEMANS, "Remarks on the Text Tradition of Aristotle's De longitudine et brevitate vitae, tr. Guillelmi", in Charles Burnett, John Glucker (a cura di), Greek into Latin from Antiquity until the Nineteenth century, London, Warburg Institute, Torino, Aragno, 2012, 145-169. Pieter DE LEEMANS, "Parva Naturalia, Commentaries on Aristotle's", in H. Lagerlund (a cura di), Encyclopedia of Medieval Philosophy. Philosophy between 500 and 1500, Second Edition, Springer, Dodrecht, 2020, 1385-1397. —Pieter DE LEEMANS, "Secundum viam naturae et doctrinae. Lire le De motu animalium et les Parva naturalia d'Aristote au Moyen Âge", in P.-M. Morel, Chr. Grellard (a cura di), Les parva naturalia d'Aristote. Fortune antique et médiévale, Paris, Publications de la Sorbonne, 2010, 197-220. —Jozef DE RAEDEMAEKER, "Une ébauche de catalogue des commentaires sur les «Parva naturalia», parus aux XIIIe, XIVe et XVe siècles", Bulletin de Philosophie Médiévale 7 (1965), 95-108. —Graziella FEDERICI VESCOVINI, "La tradizione dei Parva naturalia nell'insegnamento universitario medievale (secoli XIII e XIV)", in C. Crisciani et al. (a cura di), Parva naturalia. Saperi medievali, natura e vita, Pisa, Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, 2004, 125-141.
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: De vita et morte.
Incipit/Explicit
inc. (testo): Est quidem igitur omnibus animalibus commune generatio et mors (p. 604)
expl. (testo): et de cognitatis huius speculationis fere dictum est de omnibus (p. 609)
Observations
Il De vita et morte è stato tradotto da Giacomo da Venezia nella prima metà del XII secolo. La traduzione di Guglielmo di Moerbeke (translatio nova) è generalmente considerata una revisione di quella di Giacomo. Il testo del codice BCT1-1780 presenta la translatio nova. Sono stati censiti almeno 160 manoscritti della traduzione di Guglielmo (cfr. MINIO-PALUELLO 1955, p. 1332). L'insieme dei tre testi De iuventute et senectute, De respiratione, De vita et morte è talvolta considerato, ad esempio da Tommaso d'Aquino, come un unico trattato, talvolta chiamato De morte et vita. Un lettore ha annotato puntualmente il testo nel cod. BCT1-1780 con glosse marginali e interlineari. Si tratta principalmente di glosse riassuntive. Ha anche annotato il testo precedente (De respiratione).

Edizione di riferimento: Pieter De Leemans aveva preparato un'edizione critica del testo della traduzione di Guglielmo di Moerbeke, ma non è ancora stata pubblicata.

Bibliografia aggiuntiva: Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955. —Pieter DE LEEMANS, "Remarks on the Text Tradition of Aristotle's De longitudine et brevitate vitae, tr. Guillelmi", in Charles Burnett, John Glucker (a cura di), Greek into Latin from Antiquity until the Nineteenth century, London, Warburg Institute, Torino, Aragno, 2012, 145-169. —Pieter DE LEEMANS, "Parva Naturalia, Commentaries on Aristotle's", in H. Lagerlund (a cura di), Encyclopedia of Medieval Philosophy. Philosophy between 500 and 1500, Second Edition, Springer, Dodrecht, 2020, 1385-139. —Pieter DE LEEMANS, "Secundum viam naturae et doctrinae. Lire le De motu animalium et les Parva naturalia d'Aristote au Moyen Âge", in P.-M. Morel, Chr. Grellard (a cura di), Les parva naturalia d'Aristote. Fortune antique et médiévale, Paris, Publications de la Sorbonne, 2010, 197-220. —Jozef DE RAEDEMAEKER, "Une ébauche de catalogue des commentaires sur les «Parva naturalia», parus aux XIIIe, XIVe et XVe siècles", Bulletin de Philosophie Médiévale 7 (1965), 95-108. —Graziella FEDERICI VESCOVINI, "La tradizione dei Parva naturalia nell'insegnamento universitario medievale (secoli XIII e XIV)", in C. Crisciani et al. (a cura di), Parva naturalia. Saperi medievali, natura e vita, Pisa, Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, 2004, 125-141.
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: Epistula Aristotelis ad Alexandrum (Rhetorica ad Alexandrum).
Titolo presente: Epistula Aristotelis ad Alexandrum. (p. 609)
Incipit/Explicit
inc. (testo): Aristotiles Alexandro. Misisti mihi quod sepe sustinuisti multos ad nos disceptantes (p. 609)
expl. (testo): dicere poterimus si secundum unamquamque speciem assumentes (p. 613)
Observations
Nei manoscritti greci, la Rhetorica ad Alexandrum è tramandata col nome di Aristotele, tuttavia gli studiosi, fin da Erasmo, generalmente concordano sul fatto che non sia autenticamente aristotelica. Ci sono tre traduzioni latine: la translatio vaticana (dal cod. Vaticano, BAV, Vat. Lat. 2995 [=AL Nr. 1882]), la translatio americana (dal cod. Urbana, University of Illinois Rare Book & Manuscript Library, Pre-1650, MS 8 [=AL Nr. 20]) e quella dal codice Vaticano, BAV, Vat. Lat. 2083 [=AL Nr. 1764] (cfr. CHIRON 2000, pp. 20-23 e LEEMANS 2017, pp. 247-248). La terza traduzione, contenuta anche nel codice BCT1-1780, è molto parziale: contiene solo la lettera introduttiva e le prime righe del trattato, in cui sono enumerate le generi dell'oratoria. Di conseguenza, questa traduzione circolava col titolo "epistola aristotilis ad alexandrum" (o variazioni simili). Secondo Pieter de Leemans, questa traduzione dovrebbe essere attribuita a Guglielmo di Moerbeke e quindi datata alla seconda metà del XIII secolo. Questa traduzione parziale circolava comunque più ampiamente delle due traduzioni integrali. Sono conosciute almeno cinquanta copie integrali e una parziale del testo (cfr. LEEMANS 2017, p. 249 e 274-275). Nel cod. BCT1-1780 sono presenti alcuni segni di lettura in inchiostro nero alle pp. 610-611 (trifogli e una manicula).

Edizione di riferimento: Un'edizione critica del testo nella traduzione di Guglielmo di Moerbeke non è ancora stata pubblicata. Si può fare riferimento al codice Vaticano, BAV, Vat. Lat. 2083 [=AL Nr. 1764] (ff. 217r-218r) datato all'anno 1284, di cui una parte è trascritta in LACOMBE et al. 1939, p. 169. Le altre due traduzioni (translatio vaticana e translatio americana) sono disponibili nell'Aristoteles Latinus Database.

Bibliografia aggiuntiva: Pierre CHIRON, "La tradition manuscrite de la Rhétorique à Alexandre : prolégomènes à une nouvelle édition critique", Revue d'Histoire des Textes 30 (2000), pp. 17-69. —Manfred FUHRMANN, Anaximenes Lampsacenus, Ars rheorica, Leipzig, Teubner, 2000. —Manfred FUHRMANN, Untersuchungen zur Textgeschichte der pseudo-aristotelischen Alexander-Rhetorik (der Τέχνη des Anaximène s von Lampsakos), Akademie der Wissenschaften und der Literatur in Mainz, Abhandlungen der Geistes- und Sozialwissenschaftlichen Klasse 7, Wiesbaden, 1965. —Pieter DE LEEMANS, "Reductio ad auctoritatem. The Medieval Reception of Pseudo-Aristoteles Epistola ad Alexandrum", Recherches de théologie et philosophie médiévales 87/2 (2017), 245-283. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955, (Nr. 1581) 1083-1084.
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: Fisiognomica.
Titolo presente: Phisonomia Aristotelis . (p. 614)
Incipit/Explicit
inc. (testo): Quoniam et anime sequuntur corpora et ipse secundum se ipsas non sunt (p. 614)
expl. (testo): signa prebent in quibus et sapiencie phisionomie super apparencia fit. (p. 637)
Observations
Il trattato sulla Physiognomica di Aristotele è stato tradotto dal greco al latino da Bartolomeo da Messina sotto il regno di Manfredi (1258-1266). Questa traduzione è conservata in 128 manoscritti (cfr. DEVRIESE, Physiognomonica... 2019, pp. XVIII-XXVII) anche se il cod. Padova, Bibl. Antoniana, Scaff. XVII 370 [=AL Nr. 1503] è l'unico manoscritto che attribuisce la traduzione a Bartolomeo. Sono conosciute due versioni della traduzione di Bartolomeo, una proveniente dall'Università di Parigi (textus parisiacus), l'altra rappresentata dal manoscritto oggi conservato a Padova menzionato in precedenza (textus italicus). Il testo del cod. BCT1-1780 deriva da un esemplare parigino, già in circolazione prima del 1284, e si avvicina a altri quattro manoscritti dei secoli XIII-XIV: Barcelona, Archivo de la Corona de Aragon, Ripoll 115 [=AL Nr. 1171]; Cambridge, Peterhouse Library, MS 90 [=AL Nr. 251]; Madrid, Bibl. nacional, 1427 [=AL Nr. 1192]; Oxford, Balliol College, MS 232A [=AL Nr. 349].

Edizione di riferimento: Lisa DEVRIESE, Physiognomonica. Translatio Bartholomaei de Messana, Aristoteles Latinus XIX, Turnhout, Brepols, 2019.

Altre edizione: Richard FÖRSTER, Scriptores physiognomonici graeci et latini, Vol. I, Leipzig, Teubner, 1893, 1-91.

Bibliografia aggiuntiva: Irene CAIAZZO, "Animae sequuntur corpora", in Gaia Gubbini (a cura di), Body and Spirit in the Middle Ages. Literature, Philosophy, Medicine, Berlin/Boston, De Gruyter, 2020, 139-164. —Sabine VOGT, Aristoteles, Physiognomonica, Aristoteles Werke in deutscher Übersetzung Band 18 Opuscula VI, Berlin, Akademie Verlag, 1999, 218-219. —Lisa DEVRIESE, "A Newly Discovered Manuscript of Pseudo-Aristotle’s Physiognomonica", Manuscripta 64/2 (2020), 161-180. —Lisa DEVRIESE, "Physiognomony in Context: Marginal Annotations in the Manuscripts of the Physiognomonica", Recherches de théologie et philosophie médiévales 84/1 (2017), 107-141. —Lisa DEVRIESE, "An Inventory of Anonymous Medieval Physiognomic Treatise", Revue d'histoire des textes 14 (2019), 225-255. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955, (Nr. 1581) 1083-1084.
Language
Latino
Author
Other names
Titles
Titolo identificato: De lineis indivisibilibus.
Titolo presente: De lineis indivisibilibus. (p. 649)
Note: A p. 649: "Explicit liber de lineis indivisibilibus".

Incipit/Explicit
inc. (testo): Utrum sint indivisibiles linee et totaliter in omnibus (p. 638)
expl. (testo): Amplius lapidis articulus non est neque habet, pu<n>cta autem habet. (p. 649)
Observations
Il trattato De lineis indivisibilibus è la traduzione latina di un testo greco (Περὶ ἀτόμων γραμμῶν), redatto da un membro dell'Accademia vicino alle idee di Aristotele. A differenza di Diogene Laerzio, Simplicio e Filopono, che attribuivano il testo a Teofrasto, l'attribuzione del De lineis indivisibilibus ad Aristotele è rimasta indiscussa durante tutto il Medioevo, tranne che per Tommaso d'Aquino, che esprime dubbi. La traduzione latina del testo, realizzata prima del 1250, è attribuita dalla moderna ricerca a Roberto Grossatesta, sulla base del codice Milano, Biblioteca Ambrosiana, E 71 Sup. [= AL Nr. 1442], che è l'unico manoscritto che gli attribuisce la traduzione latina. Questa traduzione è conservata in 74 manoscritti (cfr. CRIALESI 2022, p. 17; MINIO-PALUELLO et al. 1955, p. 1324, ne elenca 70). In attesa dell'edizione del testo nella serie Aristoteles Latinus, l'edizione di riferimento è il testo curato da Paul Hoßfeld nell'ambito dell'edizione del commento di Alberto Magno alla Fisica di Aristotele; questa edizione si basa su due manoscritti (Schaffhausen, Eisenbibl. MS 20, ff. 30r-31v [= AL Nr. 1933]; Paris, BnF, Lat. 14386, pp. 250-261). Nel cod. BCT1-1780 si segnala una glossa marginale a pagina 641, a matita, oggi molto sbiadita e difficilmente leggibile.

Edizione di riferimento: Alberti Magni Opera omnia, tomus IV pars II : Physica, libri 5-8, ed. Paul Hoßfeld, Münster, Aschendorff, 1993, 498-514.

Bibliografia aggiuntiva: Clelia CRIALESI, "The Medieval Latin Reception of the Pseudo-Aristotelian 'On Indivisible Lines': Reassessing the State of the Art", Revista Española de Filosofía Medieval 29/2 (2022), 11-24. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955.
Language
Latino
Author
Titles
Titolo identificato: De intelligentia.
Incipit/Explicit
inc. (testo): Cum rerum quidem omnium secundum primum est diversumque et multiplex (p. 649)
expl. (testo): et ob hoc brevissimum prologum fecit. (p. 656)
Observations
Prima di Guglielmo di Moerbeke, la Fisica di Aristotele era stata tradotta dal greco al latino da Giacomo da Venezia verso la metà del XII secolo. In antichi esemplari della translatio vetus (Avranches, Bibl. municipale, 221 [=AL Nr. 401] e Reims, Bibl. municipale, Ms. 864 [=AL Nr. 734]), il testo della Fisica è accompagnato da un breve trattato introduttivo noto come De intelligentia, redatto dallo stesso Giacomo. Il De intelligentia si trova anche spesso in copie del Corpus recentius (che contiene la traduzione della Fisica da parte di Guglielmo), ma è copiato come un'opera indipendente dalla Fisica. Oliver Gutman menziona 46 manoscritti del testo ma basa la sua edizione solo sul cod. Avranches Bibl. municipale, 221 [=AL Nr. 401] (ff. 86v-88v). Il testo del codice BCT1-1780, rispetto all'edizione di Gutman, presenta numerose varianti minori (inversioni di parole, errate interpretazioni di abbreviazioni e piccole omissioni), ma anche, nei paragrafi finali, tre omissioni per omoteleuto (tra 10 e 16 parole). Le parole greche nel testo di Giacomo sono trascritte in modo poco curato. Si segnalano tre segni di lettura a forma di trifoglio a pagina 651.

Edizione di riferimento: Oliver GUTMAN, "James of Venice’s Prolegomenon to Aristotle’s Physics : De intelligentia", Medioevo 27 (2002), 111-140.

Bibliografia aggiuntiva: Irene CAIAZZO, "Nature et découverte de la nature au XIIe siècle: nouvelles perspectives", Quaestio 15 (2015), 47-72. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955, (Nr. 1581) 1083-1084.
Language
Latino
Titles
Titolo identificato: Vita Aristotelis.
Titolo presente: Liber de vita Aristotelis. (p. 663)
Incipit/Explicit
inc. (testo): Aristotiles philosophus de gente quidem fuit macedo (p. 656)
expl. (testo): quod Deus aut intellectus est aliquid ultra intellectum (p. 663)
Observations
Il medioevo ha visto circolare diverse biografie di Aristotele in latino. Quella contenuta nel BCT1-1780, generalmente chiamata Vita latina, è considerata una traduzione latina di un originale greco, forse realizzata all'inizio del XIII secolo. Il testo di questa Vita Aristotelis ci è pervenuto attraverso 65 manoscritti (cfr. DÜRING 1957, pp. 142-144). Il testo del BCT1-1780 lo avvicina a un gruppo di manoscritti tra cui cod. Paris, Bibl. interuniversitaire de la Sorbonne, MS 119 [=AL Nr. 725]; Madrid, Bibl. nacional, 1427 [=AL Nr. 1192]; Rouen, Bibl. municipale, 920 [=AL Nr. 743] e Praha, Národní knihovna, IV D 6 [=AL Nr. 201]. Il testo è caratterizzato da diverse corruzioni. Il cod. BCT1-1780 contiene l'addendum "fecit autem Aristotiles librum de oratione etc." con il frammento del commento di Simplicio sul De caelo in cui si parla di un'opera di Aristotele sulla preghiera. Questo frammento mostrerebbe alcune varianti rispetto alla traduzione di Guglielmo di Moerbeke realizzata nel 1271 (cfr. PÉPIN 1967, p. 67-68). Su questo frammento, si vedono anche CASTRO 2019; ZANATTA 2008, pp. 345-353; LAURENTI 1987, pp. 693-740.

Edizione di riferimento: Ingemar DÜRING, Aristotle in the Ancient Biographical Tradition, Göteborg, Elanders Boktryckeri Aktiebolag, 1957, 142-163.

Altra edizione: Valentin ROSE, Aristotelis qui ferebantur librorum fragmenta, Leipzig, Teubner, 1886, 442-450.

Bibliografia aggiuntiva: —Anton-Hermann CHROUST, "A Brief Account of the Traditional Vitae Aristotelis", Revue des Études Grecques 77 (1964), 50-69. —Tomás N. CASTRO, "Remarks on the sole fragment of Aristotle's lost On Prayer", Revista Portuguesa de Humanidades 23/1-2 (2019), 103-118. —Jean PÉPIN, "Aristote, 'De la prière'", Revue Philosophique de la France et de l'Étranger 157 (1967), 59-70. —Renato LAURENTI, Aristotele. I frammenti dei Dialoghi. Tomo II, Napoli, Luigi Loffredo Editore, 1987. —Marcello ZANATTA, Aristotele. I Dialoghi. Introduzione, traduzione e commento, Milano, BUR Classici greci e latini, 2008. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955, (Nr. 1581) 1083-1084.
Language
Latino
Other names
Titles
Titolo identificato: Liber de pomo.
Titolo presente: Liber de pomo. (p. 679)
Note: Titolo tolto dal explicit. Titolo del incipit: "De morte" (p. 663, prima del prologo di Manfredi).

Incipit/Explicit
inc. (prologo): Cum homo creaturarum dignissima similitudo sit omnium ad ymaginem Dei factus (p. 663)
expl. (prologo): qui causam ylaritatis sue mortis dicere volunt sicut in libri serie continetur. (p. 666)
inc. (testo): Cum clausa esset via veritatis sapientibus et impedita via recitudinis intellectus (p. 666)
expl. (testo): sicut dignum est hominis directi et perfecti sicut tu es (p. 679)
Observations
Il Liber de pomo è un dialogo che narra la morte di Aristotele, tradotto in latino intorno al 1255 da Manfredi di Svevia, dichiarando di aver tradotto il testo per la prima volta da un testo ebraico. Per quanto riguarda l'identità del traduttore, secondo Fulvio Delle Donne: "non è possibile sapere se l’affermazione sia vera, oppure se collaborò semplicemente a quella traduzione, o ancora se ne affidò semplicemente l’incarico a qualcuno più esperto, pur attribuendosene il merito" (DELLE DONNE 2012, p. 261). La traduzione di Manfredi e il suo prologo sono stati inclusi quasi immediatamente nel corpus delle opere di Aristotele. L'opera fu tuttavia composta nel IX secolo in arabo. Il successo del De pomo nella cultura medievale latina è testimoniato dall'elevato numero di copie manoscritte, oltre 120.
Il testo latino è stato editato da Mariano Plezia a partire di manoscritti esistenti nelle biblioteche di Cracovia (principalmente il Kraków, Biblioteka Jagiellońska, Ms 507 [=AL Nr. 1666]), Parigi, Erfurt, Praga, anche con il cod. Vaticano, BAV, Vat. Lat. 2083 [=AL Nr. 1842] e tre edizioni del Quattrocento. Paolo Mazzantini invece ha usato 23 manoscritti provenienti da biblioteche italiane (Napoli, Venezia, Firenze, Vaticano, Milano, Roma) con l'edizione di Plezia. Mazzantini definisce due redazioni del testo, A e B. La redazione B si distingue per l'assenza del prologo di Manfredi e delle revisioni, quasi certamente con il ricorso al testo ebraico. La redazione A, a cui si aggiunge il testo del cod. BCT 1-1780, è rappresentata da una famiglia di manoscritti per i quali Mazzantini non è riuscito a stabilire uno stemma codicum, data la complessità dei legami tra i testimoni. All'interno di questa famiglia, il cod. BCT1-1780 non è chiaramente collegato a nessuno dei testimoni utilizzati.
Per quanto riguarda il prologo di Manfredi, il testo è stato editato da Alphonse Hullard-Bréholles sulla base dei codici Paris, BnF, Lat. 14700 (olim St. Victor 32 [=AL Nr. 640]) e Reims, Bibl. municipale, Ms. 868 [=AL Nr. 738]; e da Friedrich Schirrmacher a partire dal codice Magdeburg, Stadtbibliothek, ms. 134 Oct. 15, che sembra oggi essere perduto (cfr. ALS Nr. 2102). Rispetto all'edizione di Mazzantini, la più recente, il testo del codice BCT1-1780 presenta diverse corruzioni e omissioni che non si trovano negli altri testimoni (ad esempio: l. 7 lumine nos: nomine BCT1-1780; l. 9 revertitur: om. BCT1-1780; l. 30 lucem: invicem BCT1-1780; l. 23 opificis: omnipotentem BCT1-1780; l. 40 Tharentinus: Carenchtinus BCT1-1780; l. 45 coporaliter: om. BCT1-1780; l. 66 de arabico: om. BCT1-1780).

Il testo arabo esiste in tre redazioni diverse (cfr. KRAEMER 1956). La traduzione ebraica realizzata da Abraham ha-Levi ibn Chasdai di Barcellona è stata editata più volte a partire di diversi manoscritti nel XVIII e XIX secolo (cfr. MUSEN 1873). Per la versione persiana si veda MARGOLIOUTH 1892. L'opera è stata tradotta in varie lingue romanze. Si segnalano un volgarizzamento anonimo in dialetto aretino contenuto nel cod. Paris, BnF, It. 917 (cfr. MAGGIORE 2021), e anche una traduzione catalana (cfr. RIERA I SANS 1981) e una castigliana (cfr. BAUTISTA 2015), entrambe anonime e risalente al XV secolo.

Edizione di riferimento: Paolo MAZZANTINI, "Liber de pomo sive de morte Aristotilis" in Bruno Nardi, Paolo Mazzantini, Il canto di Manfredi e il Liber de pomo sive de morte Aristotilis, Torino, Società Editrice Internazionale, 1964, 37-51.

Altra edizione: Marian PLEZIA, Aristotelis qui ferebatur Liber de pomo versio latina Manfredi, Państwowe Wydawnictwo Naukowe, Warszawa, 1960. —Alphonse HUILLARD-BRÉHOLLES, Recherches sur les monuments et l'histoire des Normands et de la maison de Souabe dans l'Italie méridionale, Paris, Panckoucke, 1844, 169-170. —Friedrich SCHIRRMACHER, Die letzten Hohenstaufen, Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1871, 622-624.

Bibliografia aggiuntiva: Francisco BAUTISTA, "Diálogo en la muerte de Aristóteles: una versión castellana cuatrocentista del Liber de pomo", Cahiers d'études hispaniques médiévales 38/1 (2015), 167-185. —Alessandra BECCARISI, "La morte e il filosofo: il Liber de pomo seu de morte Aristotelis", in C. Crisciani et al. (a cura di), Parva Naturalia. Saperi medievali, natura e vita, Pisa, Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, 2004, 171-188. —Cristina D'ANCONA COSTA, "Al-Kindi e l'ordine di lettura delle opere di Aristotele. Un contributo allo Studio delle fonti della Risalat al-tuffaha (Liber de pomo)", in Luca Bianchi et al. (a cura di), Edizioni, traduzioni e tradizioni filosofiche (secoli XII-XVI): studi per Pietro B. Rossi, Canterano, Aracne, 2018, 227-244. —Fulvio DELLE DONNE, "L'atmosfera culturale e le fonti letterarie", in Pasquale Cordasco e Marco Antonio Siciliani (a cura di), Eclisse di un regno. L'utilma età sveva (1251-1268), Bari, Mario Adda Editore, 2012, 253-281. —Jörg KRAEMER, "Das arabische Original des pseudo-aristotelischen Liber de pomo", Studi orientalistici in onore di Giorgio Levi Della Vida, Roma, 1956, 484-506. —Marco MAGGIORE, Liber de pomo, o della morte di Aristotele. Edizione del volgarizzamento aretino (ms. Paris BNF It. 917), Pisa, Edizioni ETS, 2021. —David Samuel MARGOLIOUTH, "The Book of the Apple, ascribed to Aristotle", Journal of the Royal Asiatic Society of Great Britain and Ireland 1892, 187-252. —Lorenzo MINIO-PALUELLO et al., Aristoteles Latinus. Codices. Pars posterior, Cambridge, Cambridge University Press, 1955, (Nr. 1581) 1083-1084. —Jeremiah MUSEN, Hatapuach, übersetzt aus dem Arabischen ins Hebräische von Abraham ben Chasdai, Lemberg, S. L. Kugel, 1873. —Jaume RIERA I SANS, La mort d'Aristòtil: versió quatre-centista del Liber de pomo, Barcelona-Sant Boi de Llobregat, Edicions del Mall, 1981. —Mary F. ROUSSEAU, The apple or Aristotle's Death, Milwaukee, Marquette University Press, 1968. —Alessandra SACCON, "La presenza del De pomo a Colonia nel XV secolo", in Luca Bianchi et al. (a cura di), Edizioni, traduzioni e tradizioni filosofiche (secoli XII-XVI): studi per Pietro B. Rossi, Canterano, Aracne, 2018, 329-339.
Unpublished
Gian Maria BORZATTI, Elenco de' libri avanzati dallo spoglio del Castello di Trento, trasportati d'ordine della Commissione governativa che precedette l'organizzazione del Governo italico nel Seminario vescovile [1810], Trento, Biblioteca comunale, ms. 5654, p. 141;
Manuscripta [Inventario dei manoscritti della Biblioteca del Seminario di Trento, 1810], Trento, Biblioteca Comunale, ms. 5648, pp. 10-11;
Carlo GIULIANI, I manoscritti della Biblioteca comunale di Trento, Biblioteca comunale di Trento, [1880], ms. 2931, c. 231r
Printed
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Adriana PAOLINI (a cura di), con la collaborazione di Lorena DAL POZ, Leonardo GRANATA e Silvano GROFF , I manoscritti medievali della Biblioteca comunale di Trento, Trento, Firenze, Provincia autonoma di Trento, Edizioni del Galluzzo, 2006, 53-54 [Nr. 69].
Project
BiblioSMe - Bibliotheca Scientifica Mediaevalis
Author of description
Adriana Paolini
Ultima modifica = last modification
Olivier Defaux
Type
Scheda di prima mano
Date of creation
29/10/2016
Last modification
24/03/2025
CNMS
CNMS\0000180820
Libraries Details
Biblioteca comunale di Trento - Trento