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Trento, Fondazione Biblioteca San Bernardino, Fondo manoscritti, ms.313

Membranaceo, guardie membranacee; fascicoli legati; 1476-1500 data stimata; cc. II + 107;

Identificatore
CNMD\0000256775
Dimensioni
mm 115 x 85, (dimensioni rilevate sulla carta centrale del secondo fascicolo)
Fascicolazione

16, 2-38, 43, 5-68, 76, 8-98, 106, 11-148, 156

Segnatura dei fascicoli
tracce di segnatura a registro
Rigatura
a colore
Specchio di scrittura
23 [52] 30 × 8 [50] 27
Righe
rr. 21 / ll. 20
Disposizione del testo
a piena pagina
Scrittura e mani
Scrittura:
Descrizione: I testi e le tabelle sono stati copiati da due mani contemporanee, che certamente hanno lavorato insieme. La prima mano, con una scrittura gotica piuttosto angolosa, ha copiato i ff. 1r-4v, 26r-38v, la tabella al f. 39r, 39v-41r, 78r-81v(r. 3); questa mano ha anche scritto le rubriche in tutto il codice e l’explicit al f. 104r. La seconda mano, con una scrittura più arrotondata, ha copiato i ff. 7r-25v, il testo al f. 39r, 41v-77r, 81v(r. 4)-104r.
Decorazione
Decorato
Datazione: 1451-1500
Iniziali: Presenza di iniziali semplici
Iniziali filigranate: Presenza di iniziali filigranate
Note alle iniziali/fregi: Iniziale filigranata rossa e azzurra (c. 42r); iniziali semplici, titoli e segni di paragrafo in rosso (cc. 7r-41v) e rosso e azzurro (cc. 42r-104r), sottolineature e ritocchi delle maiuscole in rosso; spazi riservati
Legatura
Legatura presente
Datazione: 1500-1600;
Materia della coperta: Coperta in pergamena
Elementi metallici/altro: Altri elementi, tagli colorati di rosso
Storia del manoscritto
Trascrizione/descrizione di elementi storici:

Le volvelle astronomiche sono state calcolate per gli anni 1470, ma diversi testi presenti nel codice indicano che la copia non può essere anteriore agli anni 1480. In particolare, si tratta di testi tratti da Regiomontano, pubblicati per la prima volta nel 1482, e delle prognosi a priori ricavate dall’Astrolabium, pubblicato nel 1488. Per questo motivo, si tende a collocare la realizzazione del codice non prima dell’ultima decade del Quattrocento. Per quanto riguarda il luogo di copia, in base al contenuto del codice e alle due mani, si propende per una collocazione nel nord Italia o nel sud della Germania, senza poter essere più precisi.

Si segnalano due note di possesso, una di un padre Felice il cui cognome non è del tutto leggibile: "f. Felice Pannare[…]" (f. Ir)", l'altra legge "S. J. b […]" (f. 1r). A f. 77v, di altra mano, coeva, si trova la menzione "Expliciunt dicta Iochini". Abbiamo pochi indizi sulla storia del codice tra la sua realizzazione e il suo ingresso nella biblioteca di S. Bernardino, avvenuto almeno nel XIX secolo.
Stato di conservazione e restauro
Stato di conservazione: buono
Contenuti
Titoli
Titolo elaborato: Diagramma astronomico.
Osservazioni
Costruzione probabilmente incompleta, che presenta un primo cerchio esterno diviso in 24 sezioni (numerate in due serie da 1 a 12) e un secondo cerchio interno diviso in sezioni di 30°, ciascuna delle quali è graduata ogni due gradi. Due diametri perpendicolari attraversano entrambi i cerchi, rappresentando forse l'orizzonte e il cerchio meridiano; un arco di cerchio delimita due sezioni, di cui una colorata in giallo, che potrebbe essere una proiezione dell'equatore.
Titoli
Titolo identificato: Theorice novelle (volvelle astronomiche).
Osservazioni
Equatoria e volvelle astronomiche
Gli equatoria sono strumenti astronomici progettati per determinare la posizione dei pianeti, più precisamente le loro longitudini, in qualsiasi data. La maggior parte dei modelli medievali si basa sulla teoria planetaria di Tolomeo. Questi strumenti potevano essere realizzati in ottone o in legno, ma più frequentemente in carta o pergamena, ed essere integrati in manoscritti, dove si presentano come volvelle, ovvero figure dotate di parti mobili, fili e astina (regula). Un sistema di graduazioni, più o meno complesso, permetteva di determinare le coordinate planetarie.
Esistono diversi tipi di equatoria, ciascuno basato su principi di costruzione, sistemi di graduazione, parametri numerici e quindi metodi d’uso specifici. Quelli presenti nel cod. Trento, Fondazione San Bernardino, 313, corrispondono alle theorice novelle, un tipo di equatoria che sembra essere nato nelle università tedesche di Lipsia ed Erfurt nella seconda metà del XV secolo. Le theorice novelle si basano su principi generali strettamente connessi alle Tavole alfonsine parigine, sviluppate a partire dagli anni 1320. Queste serie di equatoria sono conservate in vari manoscritti e sono descritte in diversi trattati, dedicati alla loro costruzione o al loro uso, e talvolta a entrambi; si può rimandare al digital corpus di Alfa Survey. Il manoscritto di Trento contiene un trattato d’uso ai ff. 75v-77r.

Gli strumenti nel cod. Trento, Fondazione San Bernardino, 313
La serie di volvelle ai ff. 1v-4r presenta i seguenti equatoria:
f. 1v strumento per Saturno
f. 2r strumento per Giove
f. 2v strumento per Marte
f. 3r strumento per il Sole e Venere
f. 3v strumento per Mercurio
f. 4r strumento per la Luna
Ogni strumento ha la forma di un disco di 75 mm di diametro. Ad eccezione dello strumento per Saturno, di cui mancano le parti mobili, ogni equatorium mostra il tracciato dello strumento con le graduazioni e due parti mobili in pergamena. Queste sono fissate al manoscritto tramite un filo al centro della figura e includono un disco mobile (diametro 53 mm) a cui è attaccata un’astina di forma trapezoidale (almuri) e un’astina a forma di ago sovrapposta. Gli strumenti non riportano titoli nel manoscritto. Per alcune figure, il simbolo del pianeta è visibile in uno degli angoli superiori del foglio.

Data di costruzione
Uno dei parametri fondamentali è l’aux del pianeta (ad eccezione della Luna, che non è interessata). L’aux è l’angolo formato dalla linea che passa per i centri del mondo, del deferente e dell’equante con l’inizio dello zodiaco (l’inizio dell’Ariete). Il movimento dell’aux è solidale con quello della sfera delle stelle fisse, quindi il valore dell’aux dipende da una data specifica. In altre parole, per un dato pianeta, se l’aux è fissato sull’equatorium corrispondente, significa che lo strumento è stato calcolato e costruito per quella data specifica.
Ogni equatorium presenta un aux fisso, chiaramente indicato sulle figure nel cod. Trento, fondazione San Bernardino, 313. Le graduazioni degli auges sono disegnate con intervalli di due gradi, il che rende la loro lettura meno precisa rispetto ad altre realizzazioni dello stesso tipo. Gli auges riportati sono:
f. 1v Saturno: ca. 8s 13°
f. 2r Giove: ca. 5s 23°30'
f. 2v Marte: ca. 4s 15°30'
f. 3r Sole e Venere: ca. 3s 1°
f. 3v Mercurio: ca. 7s 0°
Questi valori corrispondono abbastanza bene a quelli degli equatoria delle theorice novelle costruiti per gli anni 1467/68 e 1473 (cfr. POULLE 1980, pp. 377-378), ma sembrano in realtà riferirsi a una data leggermente posteriore:
– 1467/68: Saturno 8s 12;50°, Giove 5s 23;4°, Marte 4s 14;39°, Venere 3s 0;52°, Mercurio 7s 0;6°
– 1473: Saturno 8s 12;53.47°, Giove 5s 23;7.5°, Marte 4s 14;42.18°, Venere 3s 0;55.28°, Mercurio 7s 0;38.8°.
Data la precisione delle graduazioni manoscritte, è difficile stabilire con certezza l’anno per cui furono calcolati gli equatoria del manoscritto di Trento, ma si collocano negli anni 1470. Il trattato ai ff. 75-77 non fornisce né una data né valori di auges.

Altri strumenti dello stesso tipo
Valori simili si trovano negli equatoria del dei cod. Österreichische Nationalbibliothek, Cod. 5519 e Jena, Thüringer Universitäts- und Landesbibliothek, Ms. El. f. 64. Sulla descrizione e l'uso di questi strumenti, si rimanda a POULLE 1980, pp. 377-393, e HUSSON e GESSNER 2024. Oltre a questi due manoscritti e a quello di Trento, si trovano strumenti legati alle theorice novelle nei seguenti codici:
–Göttweig, Benediktinerstift, Cod. 442 (ff. 1v-9v)
–Frankfurt am Main, Historisches Museum Frankfurt, Inv. X 16027
–Erfurt, Anger Museum, 3134 (ff. 1v-4v)
–Schweinfurt, Otto Schäfer Museum, AvS Praetorius-Saxonius Ha 20
–Oslo, Nasjonalbiblioteket, Ms. 4° 338

Bibliografia aggiuntiva: Richard KREMER, "Experimenting with paper instruments in fifteenth- and sixteenth-century astronomy: computing syzygies with isotemporal lines and salt dishes", Journal for the History of Astronomy 42 (2011), 223-258 [232-236]. —Gianfranco CRUPI, "Volvelles of knowledge. Origin and development of an instrument of scientific imagination (13th-17th centuries)", JLIS 10/2 (2019), 1-27. —Owen GINGERICH, "Astronomical paper instruments with moving parts", in R. Anderson et al. (a cura di), Making instruments count: Essays on historical scientific instruments presented to Gerard L'Estrange Turner, Aldershot, Variorum, 1993, 63-74. —Matthieu HUSSON, Samuel GESSNER, "Astronomical Computation as a Performance: Determining Planetary Positions with the Manuscript Erfurt, Angermuseum, 3134", in A. Brita et al. (a cura di), Manuscripts and Performances in Religions, Arts, and Sciences, Berlin, Boston, De Gruyter, 2024, 211-240. —Matthieu HUSSON, "Physical signs and minutes of days: mean motion computations in the Parisian Alfonsine Tables", Preprint, 2021, HAL Id: hal-03085412. —Samuel GESSNER, "Theorice Novelle instruments: A Fifteenth Century Form of Appropriation of Alfonsine Astronomy at the Universities of Erfurt and Leipzig" in Alfonsine astronomy: Expanding the Scenes, 2024 [forthcoming]. —Emmanuel POULLE, Equatoires et horlogerie planétaire du XIIIe au XVIe siècle: Les instruments de la théorie des planètes selon Ptolémée (2 vols), Centre de Recherches d'Histoire et de Philologie de la IV Section de l'École Pratique des Hautes Études 5, Genève, Librairie Droz, 1980. —Emmanuel POULLE, La bibliothèque scientifique un imprimeur humaniste au XVe siècle. Catalogue des manuscrits d'Arnaud de Bruxelles à la Bibliothèque nationale de Paris, Genève, Librairie Droz, 1963, 52-53. —Olaf PEDERSEN, Et astronomisk regneapparat fra det 15. aarhundrede, Det fysiske Institut, Aarhus Universitet, 1958.
Titoli
Titolo identificato: Figura degli aspetti planetari.
Titolo presente: Figura aspectum.
Osservazioni
Questo diagramma, intitolato figura aspectum nel manoscritto, è una figura astrologica ampiamente diffusa, ideata per illustrare i principali "aspetti" di un oroscopo, ovvero le relazioni angolari tra i pianeti, misurate come angoli all'interno del cerchio dell'eclittica. Nell'astrologia tolemaica, queste relazioni influenzano il modo in cui i pianeti interagiscono tra loro. Il trigono (con angoli di 120°) è rappresentato in grigio, il quadrato (90°) in rosso, e il sestile (60°) in rosa. Si veda la stessa figura frequentamente nei codici astrologici, per es. nel cod. Paris, BnF, Lat. 7276A, f. 26r o il cod. Göttingen, Universitätsbibliothek, 8º Cod. Ms. hist. nat. 51, f. 282v. Una figura simile si trova anche, ad esempio, nel Libellus isagogicus di Alcabizio, stampato a Venezia nel 1482 (Erhard Ratdolt, 16.I.1482, Hain 616) e ristampato nel 1485, 1491 e più volte nel XVI secolo, o nel Theoricae Novae Planetarum di Peuerbach, pubblicato dallo stesso stampatore nello stesso anno (Erhard Ratdolt, 6.VII.1482, Hain 14102.
Lingua
Latino, Tedesco
Autore
Titoli
Titolo identificato: Kalendarium.
Osservazioni
Regiomontano pubblicò per la prima volta il suo Kalendarium a Norimberga nel 1474, sia in latino che in tedesco. Il calendario fornisce, tra le altre cose, il percorso vero del Sole attraverso i segni zodiacali, i tempi delle fasi lunari (noviluni e pleniluni) in ore e minuti per gli anni 1475-1531, validi per la latitudine e la longitudine di Norimberga. Per determinare gli orari in altre località, è possibile applicare la correzione necessaria usando la tavola geografica. Il calendario include anche tabelle dedicate alle eclissi, con l'indicazione del medio e della loro durata parziale.
Nel cod. Trento, Fondazione San Bernardino, 316, si trova una parte dell'edizione latina del Kalendarium, copiata dall'edizione del 1482 (Venezia, Erhard Ratdolt, Hain 13777) o da una delle sue ristampe (1483, 1489, 1492, 1496, 1499). Le edizioni del 1474 (Norimberga, Hain 13775) e del 1476 (Venezia, Erhard Ratdolt, Hain 13776), pubblicate quando Regiomontano era ancora in vita, non presentano le colonne intitolate "ascendentes", che invece compaiono nell’edizione del 1482. Queste stesse colonne sono riportate nel codice di Trento, confermando la derivazione da tale edizione o dalle sue ristampe.

–f. 7r: tit. Tabula regionum.
Nel f. 7r è riportata una tavola di coordinate geografiche che include le longitudini (calcolate rispetto al meridiano di Norimberga, città in cui Regiomontano risiedeva al momento della stesura) e le latitudini per 62 località. Le longitudini sono espresse in gradi di tempo anziché in gradi d'arco. Accanto ai nomi delle città compaiono le lettere "m" (minue) o "a" (adde), che indicano rispettivamente la loro posizione a ovest o a est del meridiano di Norimberga. La tavola e il suo titolo nel codice di Trento sono identici all'edizione del 1482. Si veda anche CHABÁS e GOLDSTEIN 2012, pp. 201-203.

–ff. 7v-19r: Calendario.
Nelle pagine di destra sono elencati il giorno del mese, la lettera domenicale, il giorno del mese secondo il computo romano, le festività o giorni dedicati ai santi e, infine, il percorso solare e lunare. Le pagine di sinistra, invece, riportano le fasi lunari. In alcuni punti specifici del calendario, una mano posteriore ha aggiunto delle annotazioni sotto forma di un "d'" seguito da un numero. Queste note in tedesco, poi in latino, sembrano riferirsi a orari e sono potenzialmente tratti dal Kalendarium di Petrus de Dacia (cfr. SAABY PEDERSEN 1983). Le annotazioni includono: "12 stund" all’inizio di gennaio, "d' 6" il 25 gennaio, "d' 8" il 3 febbraio, "d' 10 stu(n)t" il 25 febbraio, "d' 1" il 2 marzo, "d' 2 stu(n)t" il 28 marzo, "d' .i. ho(r)a" il 10 aprile, "d' 11 ho(re?)" il 20 aprile, "d' 6 ho(re?)" il 10 giugno, "d' 4 ho(re?)" il 16 giugno, "d' 11" il 13/14 luglio, "d' 11" il 22/23 luglio, "d' 7" il 29 agosto, "d' 4" il 21 settembre, "d' 5" il 3 ottobre, "d' 9" il 22 ottobre, "d' 5 / 8" il 5 novembre, "d' 6" il 28 novembre e "d' 6" il 22 dicembre.

–ff. 19v-21r: Tavole delle eclissi.
L'edizione a stampa del 1474 del Kalendarium includeva tavole descrittive delle eclissi di Sole e di Luna relative al periodo 1475-1530. Nell'edizione del 1482, tuttavia, le tavole relative agli anni 1475-1482 sono state omesse. Nel codice di Trento, le tavole delle eclissi sono presenti solo per gli anni 1500-1530 e sono prive di illustrazioni. È probabile che il modello seguito dal copista comprendesse un numero maggiore di tavole, dato che ha erroneamente inserito due lezioni tratte dalle tavole delle eclissi del 1493 e del 1494. Le tavole contenute nel codice di Trento sono identiche a quelle dell'edizione del 1482, a eccezione di diversi errori di copia:
-eclissi di Luna del 1500 e 1501: le ultime due righe sono errate, prese dalle eclissi del 1493 e 1494;
-mancano i mesi per le eclissi del 1509, 1511 e 1516;
-eclissi di Luna del 1516: le voci che riportano la posizione del centro dell’eclissi (19 6 0 e 13 11 39) sono erroneamente sostituite con le loro date (1516).

Un'altra mano ha aggiunto annotazioni per correggere due errori di copia:
-eclissi di Luna di gennaio 1516, sotto la tavola: 19 6 0 ianuarii in 8 [Leo]
-eclissi di Luna di luglio 1516, sotto la tavola: 13 11 38 in [Aquarius].
E ha aggiunto la nota seguente:
-eclissi di Sole di dicembre 1516, accanto alla tavola: i(n) 12 [Capricornus].

–ff. 21v-25v: Commento.
Il commento contiene istruzioni per trovare i numeri aurei, le lettere domenicali, i tempi delle feste mobili e i veri percorsi solari e lunari per l'intero periodo trattato. Le sezioni presenti sono:
De auro (sic) numero
De cyclo solari et littera dominicali
De indictione
De intervallo et festis mobilibus
La tavola per calcolare la data delle feste mobili
De coniunctionibus ac oppositionibus luminarium
I testi e la tavola sono stati probabilmente copiati dall'edizione del 1482 o da una delle sue ristampe.

Edizione di riferimento: Johannes Regiomontanus, Kalendarium, a cura di Johannes Lucilius Santritter, stampa a Erhard Rathold, Venezia, 9.VIII.1482 (Hain 13777)

Bibliografia aggiuntiva: José CHABÁS, Bernard R. GOLDSTEIN, A Survey of European Astronomical Tables in the Late Middle Ages, Time, Astronomy, and Calendars. Texts and Studies vol. 2, Leiden-Boston, Brill, 2012. —Ernst ZINNER, Leben und Wirken des Joh. Müller von Königsberg, genannt Regiomontanus, Osnabrück, Otto Zeller, 1968. —Ernst ZINNER, Ezra BROWN (trad.), Regiomontanus: His Life and Work, Amsterdam, North-Holland, 1990. —Fritz SAABY PEDERSEN, Petri Philomenae de Dacia Opera quadrivialia, Corpus Philosophorum Danicorum Medii Aevi X/1, København, Apud Librarium G.E.C. Gad, 1983.
Lingua
Latino
Titoli
Titolo presente: Tempus more infantis in utero materno.
Titolo elaborato: Tavola di gravidanza.
Osservazioni
La tavola collega la durata della gravidanza alla posizione della Luna, traducendo in forma tabellare un concetto derivato dall'astrologia tolemaica e pseudo-tolemaica: L'aforisma 51 del Centiloquium dello Pseudo-Tolomeo tratta della posizione lunare alla nascita e dell'ascendente al concepimento; nel terzo libro del Tetrabiblos, Tolomeo discute la 'scienza delle natività' senza però proporre rappresentazioni in forma di tavole. Solo in epoca successiva, gli astrologi iniziarono a compilare tavole che mettevano in rapporto la posizione lunare con la durata della gestazione. Esistono almeno tre tipologie di tavole di questo genere (CHABÁS e GOLDSTEIN 2009, pp. 129-130; CHABÁS e GOLDSTEIN 2012, pp. 223-226).

La tavola del cod. Trento, Fondazione Bibl. San Bernardino, 313, ha come parametro la distanza dalla Luna all'ascendente. I valori sono espressi in settimane, giorni, ore e minuti, distribuiti in due colonne intitolate rispettivamente Tempus more occidentalis e Tempus more orientalis.

Questa tavola è presente in forma stampata in due opere della fine del XV secolo: (1) nell'Astrolabium planum di Johannes Engel e (2) nell'Almanach Perpetuum di Abraham Zacuto.
(1) Johannes Engel (morto nel 1512), medico, astronomo e astrologo, scrisse numerosi trattati su questi argomenti. Tra le sue opere principali si annovera un trattato di astrologia suddiviso in quattro parti, pubblicato per la prima volta ad Augusta nel 1488 con il titolo Astrolabium planum in tabulis (stampato da Erhard Ratdolt, Hain 1100, GW 1900), seguito da una ristampa a Venezia nel 1494 (stampato da Johann Emerich, Hain 1101, GW 1901) e da ulteriori edizioni nel 1502 e nel 1512. Nella terza parte dell'Astrolabium si trova una tavola praticamente identica a quella del codice di Trento, accompagnata da una breve spiegazione: "Tabulam more infantis in utero matris includit per quam quis scire poterit et tempus conceptionis et tempus nativitatis hominis alicuius. In qua primo in loco distantia lune etc."
(2) Abraham Zacuto (1452-1515), figura di spicco della comunità ebraica di Salamanca, compose nel 1478 il Ha-Hibbur ha-gadol ("La Grande Composizione") in ebraico. Il suo successivo Almanach perpetuum, composto in latino, è costituito da un insieme di canoni seguito da un gran numero di tavole astronomiche. Sebbene i canoni dell'Almanach siano diversi da quelli del Ha-Hibbur, gran parte delle tavole sono derivate da quest'ultimo. (CHABÁS e GOLDSTEIN 2000, pp. 2-3). Stampato per la prima volta a Leiria nel 1496, l'Almanach perpetuum fu poi pubblicato a Venezia nel 1496 (a cura di Alphonsus de Corduba, Hain 16268), 1499 (a cura di Johannes Michael, Hain 11138) e 1502 (da Petrus Liechtenstein, si veda Jena, Thüringer Universitäts- und Landesbibliothek, 4 Math.VII,9) e ristampato più volte nel XVI secolo. La tavola di gravidanza così come appare nell'Almanach perpetuum e nel codice di Trento non si trova nel Ha-Hibbur ha-gadol (cfr. CHABÁS e GOLDSTEIN 2000, pp. 85-87) ma secondo Chabás e Goldstein, una tavola simile, in ebraico, compare nello Zij di Juan Gil di Burgos, conservato nel cod. Madrid, Biblioteca Nacional, Ms 23078, con alcune differenze di formato e di contenuto.

La tavola è piuttosto rara in forma manoscritta. Un'altra copia si trova nel cod. Jena, Thüringer Universitäts- und Landesbibliothek, Ms. El. phil. q. 3 (ff. 81v-82v), con lo stesso titolo presente nell'Astrolabium e nell'Almanach perpetuum ("Tabula more infantis in utero matris"). Il codice di Trento, invece, riporta un titolo leggermente diverso: "Tempus more infantis in utero materno".

Edizioni di riferimento: –Johannes Engel, Astrolabium planum in tabulis, Augsburg, Erhard Ratdolt, 1488, 4° (Hain 1100, GW 1900).
Almanach perpetuum celestium motuum astronomi Zacuti, Leiria, Abrāhām Ben-Šemū'ēl d'Ortas, 1496, 4° (Hain 16267, GW 115).

Bibliografia aggiuntiva: José CHABÁS, Bernard R. GOLDSTEIN, "Astronomy in the Iberian Peninsula: Abraham Zacut and the Transition from Manuscript to Print", Transactions of the American Philosophical Society, New Series, 90/2 (2000). —José CHABÁS, Bernard R. GOLDSTEIN, A Survey of European Astronomical Tables in the Late Middle Ages, Time, Astronomy, and Calendars. Texts and Studies vol. 2, Leiden-Boston, Brill, 2012. —José CHABÁS, Bernard R. GOLDSTEIN, The Astronomical Tables of Giovanni Bianchini, History of Science and Médicine Library vol. 12, Leiden-Boston, Brill, 2009. —Franz Josef WORSTBROCK, "Engel (Angelus), Johannes", in F. J. Worstbrock (a cura di), Deutscher Humanismus 1480-1520. Verfasserlexikon, Band I, Berlin, De Gruyter, 2008, 630-639.
Lingua
Latino
Autore
Titoli
Titolo elaborato: Prognosi per le nascite in ogni grado dell'ascendente.
Incipit/Explicit
inc. (testo): Aries. 1. Homo aliquando laborat aliquando bella exercet (f. 27v)
expl. (testo): Homo superbus erit et incastus. (f. 33r)
Osservazioni
Johannes Engel (morto nel 1512) fu un medico, astronomo e astrologo, noto per il suo trattato di astrologia Astrolabium planum in tabulis, suddiviso in quattro parti. La seconda parte dell'opera, dedicata ai pronostici per ciascun ascendente, è articolata in dodici capitoli, ognuno dedicato a un segno zodiacale. Per ogni segno vengono descritte le caratteristiche dei decani (facies) e dei 30 gradi. Per ogni grado viene presentata un'illustrazione sotto forma di una carta astrologica delle dodici case, al cui interno figura un'immagine. Ogni carta è accompagnata da una breve descrizione dell'illustrazione e un pronostico in forma sintetica. Questo sistema permette di coprire tutti i 360 gradi dello zodiaco. Nel testo introduttivo a questa sezione, Johannes Engel precisa che le carte astrologiche sono valide per una latitudine di circa 45° e attribuisce le imagines dei gradi a Pietro d'Abano ("graduumque omnium signorum imagines, ab excellentissimo viro medicine facultatis doctore experto Petro de Abano elaboratas"). Non è chiaro se l'attribuzione a Pietro d'Abano riguardi l'intero contenuto dei 360 pronostici o esclusivamente le immagini. Non si conosce, infatti, una tradizione indipendente di questo testo, che potrebbe essere legato a Pietro d’Abano, al di fuori dell’Astrolabium. Dopo la sua editio princeps pubblicata ad Augusta nel 1488 (stampata da Erhard Ratdolt, Hain 1100, GW 1900), l’Astrolabium di Johannes Engel venne ristampato a Venezia nel 1494 (per opera di Johann Emerich, Hain 1101, GW 1901) e successivamente nel 1502 e nel 1512.

Nel cod. Trento, Fondazione Bibl. San Bernardino, 313, si trovano solo i 360 pronostici sotto forma di 12 elenchi, uno per ciascun segno zodiacale, derivati dall'Astrolabium. Più precisamente, sembra che il testo del manoscritto di Trento (T) sia stato copiato sull'editio princeps del 1488:
Aries 22 malus erit homo] editio 1488 e T, malus erit socius editio 1494
Cancer 4 homo libidinosus erit cogitacionem] editio 1488 e T, cogitacionem om. editio 1494
Il testo del manoscritto presenta inoltre alcune varianti proprie, ad esempio:
Aries 2 homo litigiosus erit et invidus ut canis] homo litigiosus ut canis erit T
Aries 24 mulier optans virum aut vir mulierem] mulier erit optans virum vel vir mulierem T
Cancer 30 aut piscator] om. T
Leo 30 alienis] aliis T
Scorpio 27 iocundus] om. T
Sagittarius 25 homo crapulosus erit ac laboriosus] homo crapulosus et gulosus T
Capricornus 30 in factis] om. T
Pisces 1 et instabilis] om. T
Degna di nota è una discrepanza nei gradi dell'Ariete: i pronostici per Aries 11-18 sono stati erroneamente attribuiti ad Aries 23-30 nel manoscritto di Trento, con un tentativo parziale di correzione. Questa parte del testo corrisponde esattamente a due pagine del testo stampato. Il codice presenta l'elenco dei 30 gradi del Sagittario (f. 31r) prima di quello dello Scorpione (f. 31v).

Il cod. München, Bayerische Staatsbibliothek, Clm 22048 (ff. 158v-176v) include anch’esso una lista tratta dalla seconda parte dell'Astrolabium, ma più dettagliato, poiché include la descrizione delle illustrazioni e alcune aggiunte in tedesco. Il testo non mostra le caratteristiche del manoscritto di Trento.

L'Astrolabium di Johannes Engel fu tradotto in tedesco già alla fine del XV secolo, come attestano diversi manoscritti:
– Heidelberg, Universitätsbibliothek, Cod. Pal. germ. 833
– Heidelberg, Universitätsbibliothek, Cod. Pal. germ. 832
– Coburg, Landesbibliothek, Ms. 5
– Nürnberg, Germanisches Nationalmuseum, Hs 1747
– Londra, British Library, MS Add. 15696.

Edizione di riferimento: Astrolabium planum in tabulis, Augsburg, Erhard Ratdolt, 1488, 4° (Hain 1100, GW 1900)

Bibliografia aggiuntiva: Franz Josef WORSTBROCK, "Engel (Angelus), Johannes", in F. J. Worstbrock (a cura di), Deutscher Humanismus 1480-1520. Verfasserlexikon, Band I, Berlin, De Gruyter, 2008, 630-639. —Bernhard D. HAAGE, "Dekane und Paranatellonta des 'Astrolabium planum' in einem Nürnberger Fragment", Archiv für Kulturgeschichte 60/1 (1978), 121-140. —Klaus SPECKENBACH, "Eine neue deutsche Übersetzung des 'Astrolabium Planum': Edition und Untersuchungen zur Überlieferung, Ikonographie und Deutung", Zeitschrift für deutsches Altertum und deutsche Literatur 110/2 (1981), 113-142. —Bernhard D. HAAGE, "Das 'Heidelberger Schicksalsbuch', Cpg 832", Zeitschrift für deutsches Altertum und deutsche Literatur 110/2 (1981), 143-158. —Lynn THORNDIKE, A History of Magic and Experimental Science During the First Thirteen Centuries of Our Era Volume II, New York, Columbia University Press, 1923, 920.
Lingua
Latino
Titoli
Titolo identificato: Tavole astronomiche derivate dalle Tabulae resolutae.
Osservazioni
Le Tabulae resolutae sono un insieme di tavole astronomiche che si circolarono ampiamente in Europa durante il XV secolo in forma manoscritta, per poi essere pubblicate (sotto forme diverse) come libri a stampa nel XVI secolo. Le tavole sarebbero state composte per la prima volta da Peter de Rein o Teyn per il meridiano di Praga nel 1428 (ZINNER 1968, p. 259) oppure da Petrus Cruciferus a Wrocław già nel 1424 (DOBRZYCKI 1987). Queste tavole derivano direttamente dalle Tavole alfonsine, ma presentano una modalità di organizzazione diversa rispetto a quella dell'editio princeps pubblicata a Venezia nel 1483.
Tra le diverse tavole incluse nelle Tabulae resolutae, si trovano quelle dedicate ai moti medi per i pianeti, il Sole e la Luna. Una peculiarità distintiva delle Tabulae resolutae è la loro organizzazione secondo un sistema di radices cicliche in anni collecti, ovvero intervalli di 20 anni, generalmente compresi tra il 1428 e il 1808. Diverse sottotavole mostrano i moti medi calcolati per 20 anni consecutivi (anni expansi), per i mesi di un anno, per i giorni di ciascun mese e per le ore di un giorno. Le Tabulae resolutae furono utilizzate come strumento didattico all'Università di Cracovia, dove divennero il riferimento standard per il calcolo delle posizioni planetarie. A supporto delle tavole, nella seconda metà del XV secolo furono composti diversi canones, ossia testi che spiegavano e illustravano le modalità d'uso. José Chabás ha elencato 43 manoscritti contenenti le tavole e/o uno dei canones delle Tabulae resolutae (CHABÁS 2009, pp. 317-318).

Nel cod. Trento, Fondazione San Bernardino, 313, si trovano le seguenti tavole:
f. 34r: Tabula medii motus Solis, Veneris, Mercurii
f. 34v: Tabula medii motus Saturni
f. 35r: Tabula medii motus Iovis
f. 35v: Tabula medii motus Marti
f. 36r: Tabula medii argumenti Solis
f. 36v: Tabula medii argumenti Mercurii
f. 37r: Tabula medii motus Lune
f. 37v: Tabula medii argumenti Lune
f. 38r: Tabula medii motus centri Lune
f. 38v: Tabula medii motus Capitis Draconis
Come nelle Tabulae resolutae, è presente un'unica tavola per il moto medio del Sole, di Venere e di Marte. Tutte le tavole presenti nel manoscritto mantengono la struttura caratteristica delle Tabulae resolutae, con in intervalli di 20 anni (anni collecti, dal 1428 al 1808), anni expansi, mesi, giorni e ore. Tuttavia, invece di presentare tavole separate per ciascun elemento temporale (una per gli anni collecti, una per gli anni expansi, ecc.) con più colonne dedicate ai diversi astri, le tavole del codice di Trento offrono una tavola per ciascun astro o gruppo di astri. Per ogni moto o argomento, vengono quindi raggruppate, in più colonne, le quantità relative agli intervalli di 20 anni, agli anni expansi, ai mesi (con una sezione specifica per gli anni bisestili), ai giorni e alle ore.
Le Tabulae resolutae riportano i moti usando i segni dello zodiaco (30°) seguiti da gradi, minuti, secondi e terzi. Per esempio, la prima voce (radix) nella tavola dei moti medi del Sole per il 1428 è 9s 18° 46' 56'' 45''' (se calcolata per Cracovia) oppure 9s 18° 47' 27'' 18''' (se calcolata per Praga). Nel codice di Trento, invece, i dati numerici vengono espressi solo in segni, gradi e minuti. Per questo motivo, il radix nella tavola dei moti medi del Sole per il 1428 è indicato come 9s 18° 47'. L'unica colonna che presenta una precisione fino ai secondi è quella dedicata ai mesi. I valori riportati nelle tavole del codice di Trento corrispondono a quelli della forma classica delle Tabulae resolutae, ma con valori troncati o arrotondati.

Bibliografia aggiuntiva: José CHABÁS, "The Diffusion of the Alfonsine Tables: The case of the Tabulae resolutae", Perspectives on Science 10/2 (2002), 168-178. —José CHABÁS, "Astronomy in Salamanca in the Mid-Fifteenth Century: The Tabulae Resolutae", Journal for the History of Astronomy 29 (1998), 167-175. —Jerzy DORBZYCKI, "The Tabulae Resolutae", in M Comes, R. Puig, J. Samsó (a cura di), De Astronomia Alphonsi Regis, Barcelona, Universidad de Barcelona, 1987, 71-77. —José CHABÁS, Bernard R. GOLDSTEIN, The Astronomical Tables of Giovanni Bianchini, Leiden/Boston, Brill, 2009, 9-10. —José CHABÁS, Computational Atronomy in the Middle Ages. Sets of Astronomical Tables in Latin, Madrid, Consejo Superior de investigaciones cientificas, 2019, 311-320. —Ernst ZINNER, Leben und Wirken des Joh. Müller von Königsberg, genannt Regiomontanus, Osnabrück, Otto Zeller, 1968.
Lingua
Latino
Titoli
Titolo identificato: Tavola per invenire le date dei noviluni.
Incipit/Explicit
inc. (testo): Ad inveniendum o[pposiciones] et y[ncensiones] Lune iuxta hanc tabulam (f. 39r)
expl. (testo): Et hoc eciam scito quod [L]una incensio invenitur per aliam. (f. 39r)
Osservazioni
La tabella è composta da 12 colonne, corrispondenti ai mesi dell’anno, e da 31 righe, che rappresentano i giorni del mese. Le celle della tabella indicano, a seconda del giorno, il valore del numero d'oro, compreso tra 1 e 19. La tabella è accompagnata da un breve testo esplicativo che spiega come utilizzarla per determinare la data delle lune nuove (incensiones) e delle lune piene (oppositiones) in un anno specifico, grazie al numero d'oro (numerus aureus). Questo numero serve a collocare un determinato anno all'interno di un ciclo di 19 anni. Si basa sul fatto che 19 anni solari contengono un numero intero di mesi lunari (235), il che significa che, dopo 19 anni, le lune nuove cadranno nelle stesse date del calendario giuliano del primo anno del ciclo.
Lingua
Latino
Autore
Titoli
Titolo elaborato: Tavole e testi astrologici.
Osservazioni
Questo insieme di piccole tavole e liste astrologiche, alcune delle quali riguardano l'astrologia medica, è in parte tratto o derivato dal Libellus isagogicus di Alcabizio (cfr. edizione a stampa da Erhard Ratdolt, Venezia, 16.I.1482, Hain 616), così come la figura al f. 4v.

Folio 39v
-Tavola dei domicili (tit. Domus; cfr. Libellus isag. f. 3v)
-Tavola dei gradi debili (tit. Gradus debilitatis, cfr. Libellus isag. f. 7r)
-Tavola dei gradi 'puteales' (tit. Gradus puteales, cfr. Libellus isag. f. 7r)
-Tavola dei gradi 'lucidi', 'tenebrosi', 'fumosi' et 'vacui' (tit. Gradus lucidi et tenebrosi; cfr. Libellus isag. f. 7r)
-Tavola dei gradi fortunati (tit. Gradus augmen[tantes] fortunam; cfr. Libellus isag. f. 7v)
-Tempi di rivoluzione dei pianeti (tit. Quanto tempore planete complent motus)
-Breve tavola di melothesia, che associa diverse procedure mediche (per es. flebotomia), ai uori, segni zodiacali, e pianeti.

Folio 40r bianco

Folio 40v
Tavola che presenta una riga per ogni segno zodiacale e una colonna per ogni pianeta. Le celle indicano i gradi di ciascun segno considerati favorevoli o sfavorevoli. La colonna più a sinistra riassume, per ogni segno, le sue qualità e proprietà: caldo/freddo, secco/umido, orientale/occidentale/meridionale/settentrionale, fisso/mobile, ecc.

Folio 41r
-Tavola delle dignità (tit. Dignitates planetarum et in dominibus)
-Tavola dei gradi di gioia nei segni e nei domilici (tit. Gaudium p[lanetarum] in signo in domi)
-Tavola dei "anni planetarum" (quattro colonne per ogni pianeta: 'maximi', 'maiores', 'medii', 'minores', cfr. Vaticano, BAV, Pal. lat. 1418, f. 187v)
-Tavola della 'combustio' dei pianeti (tit. Conbustio planetarum)
-Tavola degli 'anni fridarii'
-Tavola dei colori dei pianeti (tit. Colores pla[netarum])
-Tavola dei colori dei domicili (tit. Colores domorum)
-Tavola dei segni oppositi e delle triplici (tit. Signa opposita)
-Proprietà dei segni (mobilia, fixa, communa; directe, tortuose)

Folio 41v
Testi di melothesia
-Testo inc. Saturnus: ptisis catarrus, expl. et nervorum opilacionem.
-Tavola ispirata al capitolo "de significatione planetarum in signis secundum membra hominis" del Libellus isagogicus di Alcabizio, organizzata con una riga per ciascun segno e una colonna per ogni pianeta.
Lingua
Latino
Autore
Titoli
Titolo identificato: Aforismi.
Incipit/Explicit
inc. (testo): Vita brevis ars vero longa, tempus autem acutum (f. 42r)
expl. (testo): quatromagis dabit, tantomagis plus peiorabitur. (f. 75r)
Osservazioni
Gli Aforismi sono senza dubbio il testo ippocratico più diffuso e studiato dall'Antichità al Rinascimento. L'opera fu tradotta dal greco al latino già nel VI secolo: questa traduzione tardoantica è generalmente considerata originaria di Ravenna ed è tramandata in cinque manoscritti dall'VIII all'XI secolo (versione editata da MÜLLER-ROHLFSEN 1980; cfr. VÁZQUEZ BUJÁN 2010). Sono stati documentati anche frammenti di altre traduzioni latine tardoantiche, distinte dalla cosiddetta traduzione di Ravenna (PALMIERI 2013, pp. 68-69). L'edizione degli Aforismi di Galeno e il suo commento, divenuti rapidamente molto popolari, hanno dato origine a traduzioni latine e arabe. Nel IX secolo, Ḥunayn ibn Isḥāq ha tradotto in arabo l'edizione degli Aforismi con commento di Galeno; i lemmi ippocratici tradotti da Ḥunayn furono tavolta talvolta estratti e ricomposti (MIMURA 2017). A metà dell'XI secolo, Costantino Africano tradusse il commento di Galeno basandosi sul testo arabo di Ḥunayn. Questa traduzione è accompagnata da una breve prefazione in cui Costantino spiega di averla fatta su richiesta di Attone, suo allievo. Tuttavia, la traduzione dei lemmi di Ippocrate trasmessa con il commento tradotto da Costantino non deriva dal testo di Ḥunayn, ma da un'anonima traduzione greco-latina prodotta nell'Italia meridionale tra l'XI e il XVII secolo, su un modello appartenente alla tradizione alessandrina (MAGDELAINE 1994 e MAGDELAINE 1999).

Nel cod. Trento, Fondazione San Bernardino, 313, sono presenti tutti i lemmi ippocratici degli Aforismi nella traduzione greco-latina anonima, ad eccezione dell'aforismo III.15 ("Constitutiones vero anni omnino quidem sicce pluvialibus sunt saniores et minus mortifere").

Edizione di riferimento: Liber aphorismorum, in: Articella a cura di Francesc Argilagues, Venezia, Hermann Liechtenstein, 1483, 9r-45v.

Bibliografia aggiuntiva: —Augusto BECCARIA, "Sulle tracce di un antico canone latino di Ippocrate e di Galeno. II: Gli Aforismi di Ippocrate nella versione e nei commenti del primo medioevo", Italia medioevale e umanistica 4 (1961), 1-75. —Stefania FORTUNA e Anna Maria URSO, "Tradizione latina dell'Ars medica di Galeno: la translatio antiqua e il completamento di Burgundio", in I. Garofalo et al. (a cura di), Sulla tradizione indiretta dei testi medici greci: le traduzioni. Atti del III Seminario internazionale di Siena, Pisa, Roma, 2010, 137-168. —Gerd V. M. HAVERLING, "Sulle categorie di tempo, aspetto e azionalità nella traduzione 'ravennate' degli Aforismi d'Ippocrate", in A. Ferraces Rodríguez (a cura di), Tradición griega y textos médicos latino en el período presalernitano, A Coruña, Universidade da Coruña, 2007, 161-176. —Brian LONG, "Arabic-Latin Translations: Transmission and Transformation", in P. Bouras-Vallianatos, B. Zipser (a cura di), Brill's Companion to the Reception of Galen, Leiden, Brill, 2019, 343-358 [344-348]. —Caroline MAGDELAINE, Histoire du texte et édition critique, traduite et commentée, des Aphorismes d'Hippocrate, PhD Université Paris IV, 1994. —Caroline MAGDELAINE, "La translatio antiqua des Aphorismes d'Hippocrate", in A. Garzya e J. Jouanna (a cura di), I testi medici greci greci: tradizione e ecdotica. Atti del III Convegno internazionale (Napoli, 15-18 ottobre 1997), Napoli, 1999, 349-361. —Taro MIMURA, "Ḥunayn ibn Isḥāq and the Text of the Hippocratic Aphorisms", Galenos 10 (2017), 67-71. —Inge MÜLLER-ROHLFSEN, Die lateinische ravennatische Übersetzung der hippokratischen Aphorismen aus dem 5./6. Jahrhundert n. Chr. Textkonstitution auf der Basis der Übersetzungscodices, Hamburg, Lüdke, 1980. —Nicoletta PALMIERI, "La translatio antiqua degli Aforismi di Ippocrate e la tradizione presalernitana", Galenos 6 (2012), 64-101. —Christina SAVINO, Galeno, Commento agli Aforismi di Ippocrate libro VI, Berlino, De Gruyter, 2020. —Manuel E. VÁZQUEZ BUJÁN, Éléments complémentaires en vue e l'édition critique de l'ancienne version latine des Aphorismes d'Hippocrate", in D. R. Langslow e B. Maire (a cura di), Body, disease and treatment in a changing world : latin texts and contexts in ancient and medieval medicine, Lausanne, Éditions BHMS, 2010, 119-130. —Manuel E. VÁZQUEZ BUJÁN, "À propos des sources du commentaire Lat A aux Aphorismes hippocratiques: la doctrine de la conception", Pallas 113 (2020), 137-151.
Lingua
Latino
Titoli
Titolo identificato: Theorice novelle (trattato d'uso).
Incipit/Explicit
inc. (testo): Verum motum alicuius superior invenire (f. 75r)
expl. (testo): et habebis verum motum eius primo occurentem. (f. 77r)
Osservazioni
Alle ff. 1v-4r del manoscritto si trova una serie di strumenti astronomici delle theorice novelle. Questi strumenti, che permettono di determinare la posizione dei pianeti in una data qualsiasi, sono stati trattati in vari scritti e hanno le loro radici negli insegnamenti universitari di Erfurt e Lipsia nel terzo quarto del XV secolo.
Nel suo studio, Emmanuel Poulle distingue due trattati sulla costruzione e sull'uso delle theorice novelle, e due trattati sull'uso:
– trattato di costruzione e uso detto di Erfurt (inc. Facto circulo pro gradibus zodiaci):
Mainz, Wissenschaftliche Stadtbibliothek, Hs I 562 (ff. 197r-202v)
Mainz, Wissenschaftliche Stadtbibliothek, Hs I 536 (ff. 33v-38v)
München, Bayerische Staatsbibliothek, Clm 367 (ff. 47v-49v)
New York, Columbia University Libraries, Plimpton MS 175 (ff. 94r-96v)
Praha, Národní knihovna České republiky, I G 6 (ff. 240r-241v)
Wien, Österreichische Nationalbibliothek, Cod. 5228 (ff. 57v-61v)
Wien, Österreichische Nationalbibliothek, Cod. 5519 (ff. 10v-11r)
– trattato di costruzione e uso detto di Lipsia (inc. Amicabilibus et crebris volens):
Wien, Österreichische Nationalbibliothek, Cod. 5228 (ff. 65v-83r)
– trattato d'uso attribuito a Fuchzera di Erfurt, inc. Sciendum est primo quod quelibet theorica:
Paris, BnF, Lat. 10263 (ff. 166r-167v) (cfr. POULLE 1963, pp. 52-53)
Oslo, Nasjonalbiblioteket, Ms. 4° 338 (testo editato da PEDERSEN 1958).
– trattato d'uso, inc. Ad habendum practicam in theoricis novellis:
Erfurt, Anger Museum, 3134 (f. 27r)

Il testo del cod. Trento, 313, ff. 75v-77r è un breve trattato sull'uso delle theorice novelle. È anonimo e privo di un titolo nel manoscritto, ed è composto da quattro paragrafi concisi dedicati rispettivamente ai pianeti superiori (Saturno, Giove, Marte), ai pianeti inferiori (Venere e Mercurio), alla Luna e al nodo lunare ascendente (caput draconis). Il testo è chiaramente collegato ai trattati d'uso trasmessi nei manoscritti precedenti, pur senza corrispondere in modo identico a nessuno di essi. Data l’estrema concisione del testo del codice di Trento (manca un paragrafo esplicativo sulle abbreviazioni e le notazioni degli strumenti, non vi è alcuna sezione dedicata ai termini tecnici relativi alle diverse parti, né una spiegazione del calcolo del moto del Sole), esso dà l’impressione di essere un promemoria redatto da uno studioso esperto, che avrebbe bisogno solo di un richiamo essenziale piuttosto che di una spiegazione completa e dettagliata. Solo un'edizione critica di questi testi permetterebbe di collocarlo con esattezza nella produzione testuale legata alle theorice novelle.

Bibliografia aggiuntiva: Richard KREMER, "Experimenting with paper instruments in fifteenth- and sixteenth-century astronomy: computing syzygies with isotemporal lines and salt dishes", Journal for the History of Astronomy 42 (2011), 223-258 [232-236]. —Gianfranco CRUPI, "Volvelles of knowledge. Origin and development of an instrument of scientific imagination (13th-17th centuries)", JLIS 10/2 (2019), 1-27. —Owen GINGERICH, "Astronomical paper instruments with moving parts", in R. Anderson et al. (a cura di), Making instruments count: Essays on historical scientific instruments presented to Gerard L'Estrange Turner, Aldershot, Variorum, 1993, 63-74. —Matthieu HUSSON, Samuel GESSNER, "Astronomical Computation as a Performance: Determining Planetary Positions with the Manuscript Erfurt, Angermuseum, 3134", in A. Brita et al. (a cura di), Manuscripts and Performances in Religions, Arts, and Sciences, Berlin, Boston, De Gruyter, 2024, 211-240. —Matthieu HUSSON, "Physical signs and minutes of days: mean motion computations in the Parisian Alfonsine Tables", Preprint, 2021, HAL Id: hal-03085412. —Samuel GESSNER, "Theorice Novelle instruments: A Fifteenth Century Form of Appropriation of Alfonsine Astronomy at the Universities of Erfurt and Leipzig" in Alfonsine astronomy: Expanding the Scenes, 2024 [forthcoming]. —Emmanuel POULLE, Equatoires et horlogerie planétaire du XIIIe au XVIe siècle: Les instruments de la théorie des planètes selon Ptolémée (2 vols), Centre de Recherches d'Histoire et de Philologie de la IV Section de l'École Pratique des Hautes Études 5, Genève, Librairie Droz, 1980. —Emmanuel POULLE, La bibliothèque scientifique un imprimeur humaniste au XVe siècle. Catalogue des manuscrits d'Arnaud de Bruxelles à la Bibliothèque nationale de Paris, Genève, Librairie Droz, 1963, 52-53. —Olaf PEDERSEN, Et astronomisk regneapparat fra det 15. aarhundrede, Det fysiske Institut, Aarhus Universitet, 1958.
Lingua
Latino
Autore
Titoli
Titolo identificato: De urinis.
Titolo aggiunto: de urinis humanis. (f. 77v)
Incipit/Explicit
inc. (testo): dicitur urina quoniam fit in renibus una (f. 78r)
expl. (testo): musandi claude torrentes fluminis undas. (f. 86r)
Osservazioni
Il De urinis di Gilles de Corbeil (Egidius Corboliensis, ca. 1140-ca. 1214) è un ampio poema in 352 esametri, ispirato al De urinis di Teofilo Protospathario. Nell’epilogo, l'autore dichiara esplicitamente di inserirsi nella tradizione dell'insegnamento dei suoi maestri salernitani: Petrus Musandinus, Salernus, Urso e Maurus. Steven J. Livesey sta lavorando a un'edizione critica e uno studio sui testimoni manoscritti del De urinis. L'unica edizione critica del De urinis finora disponibile è quella di Ludwig Choulant (1826), basata su tre edizioni a stampa (Venezia 1494, Lyon 1515 e Basilea 1529) e dieci manoscritti:
–Leipzig, Universitätsbibliothek, Ms 1215 (= Choulant Ms 1213);
–Leipzig, Universitätsbibliothek, Ms 1176 (= Choulant Ms 1168);
–Leipzig, Universitätsbibliothek, Ms 1177 (= Choulant Ms 1169);
–Leipzig, Universitätsbibliothek, Ms 1173(?) (= Choulant Ms 1165);
–Leipzig, Universitätsbibliothek, Ms 1174 (= Choulant Ms 1166);
–Leipzig, Universitätsbibliothek, numerotato 1176 da Choulant (non identificato);
–Leipzig, Universitätsbibliothek, Ms 1172 (= Choulant Ms 1164);
–Leipzig, Universitätsbibliothek, Ms 1175 (= Choulant Ms 1167);
–Wolfenbüttel, Herzog August Bibliothek, Cod. Guelf. 196 Gud. lat.;
–Wolfenbüttel, Herzog August Bibliothek Wolfenbüttel, Cod. Guelf. 47.13 Aug. 4°.

Il testo del cod. Trento, Fondazione San Bernardino, 313, presenta differenze minori rispetto all'edizione di Choulant: manca il proemio (inc. Liber iste novae institutionis quem legendum), e contiene solo i primi tre versi dell'epilogo (inc. Nunc mea completo respira, Musa, labore). Il resto del testo si rivela completo.

Edizione di riferimento: Ludwig CHOULANT, "Magistri Aegidii Corboliensis Liber de urinis metrice compositus" in L. Choulant, Aegidii Corboliensis carmina medica, Leizpig, Leopold Voss, 1826, 1-18.

Bibliografia aggiuntiva: Faith WALLIS, "Gilles de Corbeil" in T. Glick et al. (a cura di), Medieval Science, Technology, and Medicine: An Encyclopedia, Routledge, 2005, 198-199. —Karl SUDHOFF, "Commentatoren der Harnverse des Gilles de Corbeil", Archeion. Archivo de historia de la ciencia 11 (1929), 129-135. —Faith WALLIS, "Latin traditions of uroscopy", in S. Star (a cura di), Henry Daniel and the Rise of Middle English Medical Writing, Toronto, University of Toronto Press, 2022, 17-37. —Laurence MOULINIER-BROGI, "La science des urines de Maurus de Salerne et les Sinthomata Magistri Mauri inédits", in D. Jacquart, A. Paravicini Bagliani (a cura di), La Scuola medica Salernitana. Gli autori et I testi, Firenze, SISMEL-Edizioni del Galluzzo, 2007, 261-281. —Mireille AUSÉCACHE, "Gilles de Corbeil ou le médecin pédagogue au tournant des XIIe et XIIIe siècles", Early Science and Medicine 3/3 (1998), 187-214. —Laurence MOULINIER-BROGI, "La science des urines au Moyen-Âge, une matière plastique", in L. Moulinier-Brogi, M. Nicoud (a cura di), Écritures médicales: discours et genres, de la tradition antique à l'époque moderne, Lyon, CIHAM Editions, 2019, 179-228. —Laurence MOULINIER-BROGI, L'uroscopie au Moyen Âge: "lire dans un verre la nature de l'homme", Paris, Honoré Champion, 2012. —Michael STOLBERG, Uroscopy in Early Modern Europe, London, New York, Routledge, 2016.
Lingua
Latino
Titoli
Titolo presente: De coloribus urine.
Incipit/Explicit
inc. (testo): Sicut aque pure urine color est quod dicitur albus (f. 86r)
expl. (testo): Sicut laureolis et schillis et titimallis. (f. 87r)
Osservazioni
Raccolta di versi dedicati alle urine, in parte derivati dalla Collectio Salernitana. Rispetto all'edizione di De Renzi, si trovano i vv. 2316-2328, seguiti da una sezione con contenuti vagamente simili ai vv. 2388-2406. Successivamente, dopo un verso che sembra fungere da titolo di rubrica ("Quatuor urine species quas hic breviamus"), si trovano i vv. 2340-42, 2351-57, 2360, 2358, 2361, 2362, 2359 e 2363.

Edizione di riferimento: Salvatore DE RENZI, Collectio Salernitana, Tomo 5, Napoli, Tipografia del Filiatre-Sebezio, 1859.
Lingua
Latino
Titoli
Titolo elaborato: Trattato di melothesia sulle urine.
Incipit/Explicit
inc. (testo): Dic quod color sit rubicundus et significat capitilis dolorem (f. 87v)
expl. (testo): frenesam et significat [c]irosim in sexta futura. (f. 90v)
Osservazioni
Questo testo sulle urine, suddiviso in due parti, non ha titolo né autore nel manoscritto. La prima parte è articolata in 12 sezioni, ciascuna dedicata a un segno zodiacale considerato ascendente; non è chiaro se si tratti dell'ascendente natale del paziente o di quello rilevato al momento della minzione. Ogni sezione descrive brevemente i pronostici medici (infiammazioni di diversi organi, febbre, diabete, ecc.) basati sull'osservazione delle urine. Talvolta sono inclusi i casi in cui determinati pianeti si trovano associati al segno zodiacale in questione. La seconda parte è suddivisa in 7 sezioni, ognuna dedicata a un astro (Sole, Venere, Mercurio, Luna, Giove, Saturno, Marte). Per ciascuno, in base all'aspetto delle urine osservate, il testo fornisce pronostici medici.
Lingua
Latino
Titoli
Titolo elaborato: Trattato di astrologia.
Incipit/Explicit
inc. (testo): Aries. Generales signorum continentie sunt qui sequuntur ex figuris (f. 90v)
expl. (testo): oculi eius morbosas et precipite in pedibus. (f. 100r)
Osservazioni
Questo testo astrologico non ha titolo né autore nel manoscritto. Si articola in 12 sezioni, ciascuna corrispondente a un segno zodiacale, e per alcuni segni include paragrafi dedicati ai decani ("facies"). Il contenuto associa a ogni segno e/o decano:
- tratti fisici e psicologici delle persone;
- elementi naturali come alberi, fiumi, animali, pietre, metalli, ecc., associati a specifiche caratteristiche;
- tipologie di paesaggi e luoghi geografici, per esempio: aree sabbiose, pianeggianti, montuose, costiere, abitate, deserte, oppure città regali e fortificate;
- nomi di paesi, regioni o città. Tra i paesi o regioni menzionati figurano: Polonia, Norvegia (tre volte), Dacia (due volte), Lombardia, Fiandre, Francia (tre volte), Borgogna, Inghilterra (due volte), Puglia, Turchia, Ungheria, Dalmazia, Slavonia, Svezia, Normandia; tra le città: Cracovia, Verona, Venezia, Perugia, Viterbo, Firenze, Costantinopoli (due volte), Milano, Granada, Pavia, Toledo, Vienna, Padova, Ancona, Santiago di Compostela.
Un testo basato su un principio simile si trova in un capitolo del Libellus isagogicus di Alcabizio ('de significationibus signorum', cfr. edizione a stampa da Erhard Ratdolt, Venezia, 16.I.1482, Hain 616).
Lingua
Latino
Autore
Titoli
Titolo identificato: De cautelis urinarum (parafrasi anonima).
Titolo presente: De urinis secretum.
Incipit/Explicit
inc. (testo): In primis ergo querat cuius sit talis urina (f. 100r)
expl. (testo): autumnus pro tercia natura, hyemps pro catarro (f. 103r)
Osservazioni
Oltre a un ampio trattato sulle urine (De urinis), a Bernard de Gordon è attribuito un testo intitolato De cautelis urinarum nelle versioni a stampa. Questo breve trattato sottolinea l'importanza di osservare determinate condizioni per garantire un'uroscopia accurata. In particolare, il rischio di inganni deliberati rappresentava una sfida costante per il medico, e tale questione costituisce il tema principale del De cautelis urinarum. Il trattato fu pubblicato come appendice al De urinis di Bernard de Gordon (Ferrara, Andreas Belfortis, 4.III.1487, Hain 7804) e successivamente nel suo Lilium medicinae (Practica seu Lilium medicinae, a cura di Octaviano Scoto, Venezia, Bonetus Locatellus, 22.XII.1498, Hain 7800). Esistono tuttavia versioni simili ma differenti, come nei codici Oxford, Bodleian Library, Canon. misc. 455 (ff. 237r-238v) e London, Wellcome Library, MS 548 (f. 48rv). Testi dello stesso genere sono inoltre circolati con il nome di Arnaldo da Villanova (DEMAITRE 1980, pp. 92-93).

Nel cod. Trento, Fondazione San Bernardino, 313, si trova quella che sembra essere una parafrasi di una parte del De cautelis urinarum, così come appare nelle versioni stampate del 1487 e del 1498, con modifiche sia stilistiche che contenutistiche. Nel testo attribuito a Bernard de Gordon, l’autore si rivolge inizialmente al lettore-medico in seconda persona singolare (dicas quod…, potes dicere…) per poi passare alla terza persona (dicat medicus…, respondeat medicus…, potest dicere…) e infine tornare alla seconda persona. Nella parafrasi del manoscritto di Trento, il testo utilizza inizialmente la terza persona per parlare del medico (dicat medicus quod…, respondere debet medicus…, concludat medicus quod…), ma progressivamente questa costruzione viene sostituita dall'imperativo singolare (inspice diligenter portantem, pete cuius etatis sit, dic quod…, aspice, tange, considera) e dalla seconda persona dell'indicativo o del congiuntivo (si videris…, non dicas qui vel quo). Ecco un esempio delle modifiche:
–Bernard de Gordon: Cum urina tibi ad iudicandum fuerit presentata, pete cuius est. Si dicat mulieris, dicas quod habet magnam repletionem stomaci, quia sic sunt in sanitate cum sint semper in ocio et multum frigide, et multum comedentes et male digerentes.
–Cod. Trento (f. 100r): In primis ergo querat cuius sit talis urina. Et si dicatur quod sit mulieris, dicat medicus quod habeat magnam stomaci repletionem, quam etiam in sanitate habent cum sint multum odiose, multum commendentes et parvum digerentes.
Oppure:
–Bernard de Gordon: et pete de tribus sive de sexu, etate et tempore durationis, et si respondeat quod est mulier, responde quod patitur in anchis propter confractionem si prolem habuerit.
–Cod. Trento (f. 102v): et pete semper de his tribus, sexu etatem, et morbi, tempore. Et si respondet quod est melior, dic quod patitur in anchis propter confraccionem si habuerit prolem.

Edizioni di riferimento: Bernardus de Gordonio, De urinis. De pulsibus, Ferrara, Andreas Belfortis, 4.III.1487. 2° (Hain 7804). —Bernardus de Gordonio, Practica seu Lilium medicinae etc., a cura di Octaviano Scoto, Venezia, Bonetus Locatellus, 22.XII.1498. 2° (Hain 7800).

Bibliografia aggiuntiva: Luke DEMAITRE, Doctor Bernard de Gordon: Professor and Practitioner, Toronto, Pontifical Institute of Mediaeval Studies, 1980.
Lingua
Latino
Autore
Titoli
Titolo identificato: De urinis (estratti).
Titolo presente: De differentia urine virorum et mulierum.
Incipit/Explicit
inc. (testo): Sunt subcitrine ad albedinem cum turbulencia (f. 103r)
expl. (testo): mulieribus appareat fila ad invicem texta. (f. 104r)
Note: Segue la formula: "Expliciunt dicta Iochini" (f. 104r).

Osservazioni
Michele Savonarola compose il suo trattato sulle urine in sei capitoli a Padova, nel 1439, secondo il colophon del codice München, Bayerische Staatsbibliothek, Clm 265 (f. 138v). Oltre al manoscritto di Trento, sono conosciuti altri sei manoscritti del testo:
—München, Bayerische Staatsbibliothek, Clm 265 (ff. 117r-138v)
—Bonn, Universitäts- und Landesbibliothek, S 480 (ff. 1rA-20vB)
—Kraków, Biblioteka Jagiellońska, Rkp. 774 (ff. 16v-36r)
—Nürnberg, Germanisches Nationalmuseum Bibliothek, Hs 34392 a (ff. 1rA-15vB)
—Augsburg, Staats- und Stadtbibliothek, Oct. Cod. 169 (f. 374rv, estratti)
—Wien, Österreichische Nationalbibliothek, Cod. 5400 (ff. 1r-29v)
Due edizioni a stampa del tardo XV secolo sono state pubblicate in Italia:
—Michael Savonarola, De pulsibus, urinis et egestionibus, Bologna, Heinrich von Haarlem e Johann Valbeck, 8.V.1487 (Hain 14490)
—Michael Savonarola, De pulsibus, urinis et egestionibus, Venezia, Christophorus de Pensis, 10.II.1497 (Hain 14491).
Sergio Pasalodos Requejo indica inoltre che il codice Berlin, Staatsbibliothek, Ms. lat. fol. 88 (ff. 241r-242r) contiene estratti del De urinis (PASALODOS REQUEJO 2023, p. 31), ma questo testo, intitolato "Cautele magistri Michaele de Savonnarola" nel manoscritto (inc. Cautele circa urinas quibus possumus cavere, expl. et sic finis cautelarum circa urinas etc.), è un testo diverso dal De urinis; se l'attribuzione a Savonarola è corretta, si tratta di un altro testo dello stesso autore sul medesimo tema.

Nel cod. Trento, Fondazione San Bernardino, 313, si trovano brevi estratti, in parte rielaborati, di tre capitoli del De urinis:
- sotto la rubrica "De differentia urine virorum et mulierum": un estratto del capitolo intitolato "De coloribus urine sensualis" nell'edizione del 1487 (inc. Urine mulierum sunt subcitrine ad albedinem cum turbulentia quadam);
- sotto la rubrica "Urina pregnantis": un estratto del capitolo "De urina pregnantium" (inc. Urine pregnantium debent cum magna solennitate considerari);
- sotto la rubrica "De urina virorum": un estratto del capitolo "De urinis virorum" (inc. Virorum urine sunt magis colerate).
Nel cod. München BSB Clm 265, i capitoli in questione sono riuniti sotto il titolo "De coloribus urine sexualis" (ff. 125v-127r).

Nel manoscritto di Trento, tra la seconda e la terza rubrica si trova un breve testo che sembra assente sia nelle edizioni del 1487 e 1494 sia nel cod. München: "Experimentum Gwarnerii. Recipe urinam mulieris et in vase etc." Si tratta di un test ideato per determinare, a partire dall'urina di una donna incinta, se il feto sia di sesso maschile o femminile. Il "Gwarnerius" menzionato è con tutta probabilità Antonio Guaineri, medico padovano della prima metà del Quattrocento, oppure il suo filio Teodoro, che fu anche medico.

Edizione di riferimento: Michael Savonarola, De pulsibus, urinis et egestionibus, Bologna, Heinrich von Haarlem e Johann Valbeck, 8.V.1487 (Hain 14490).

Bibliografia aggiuntiva: Gabriella ZUCCOLIN, "Medicina, filosofia e cultura di corte (XV secolo, Italia settentrionale)", I Castelli di Yale 9, 57-81 [70-71]. —Chiara CRISCIANI, Gabriella ZUCCOLI (a cura di), Michele Savonarola. Medicina e cultura di corte, Firenze, Sismel - Edizioni del Galluzzo, 2011. —Sergio PASALODOS REQUEJO, Michele Savonarola y el primer tratado panitaliano De balneis, Basel, Fédération Internationale des Instituts d'Études Médiévales, 2023, 30-31. —Lynn THORNDIKE, History Of Magic And Experimental Science Volume IV, New York, Columbia University Press, [1934] 1960, 186-187. —Arnaldo SEGARIZZI, Della vita e delle opere di Michele Savonarola, medico padovano del sec. XV, Padova, Gallina, 1900. —Tiziana PESENTI MARANGON, "Michele Savonarola a Padova: l'ambiante, le opere, la cultura medica", Quaderni per la storia dell'Università di Padova 9-10 (1976-1977), 45-102.
A stampa
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Bibliografia relativa alla descrizione esterna:
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Claudio DORIGONI, La biblioteca dei padri francescani di Trento, Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1971 (Collana di pubblicazioni della Biblioteca dei PP. Francescani, 2), 38, 48.
Il Convento di San Bernardino. Tre secoli di vita sulla collina di Trento, 1694-1994, a cura di Armando FERRAI, Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1994, 34.
Adriana PAOLINI, I libri dei segreti nelle biblioteche del Trentino, in Emanuela Renzetti, Rodolfo Taiani (a cura di), Provato e certo: rimedi segreti tra scienza e tradizione. Pubblicazioni della Fondazione del Museo storico del Trentino. Esposizioni, Trento, Fondazione del Museo storico del Trentino, 2008, 60-79, 64.
Adriana PAOLINI (a cura di), con la collaborazione di Marina BERNASCONI e Leonardo GRANATA, I manoscritti medievali di Trento e provincia, Trento; Firenze, Provincia autonoma di Trento; SISMEL-Edizioni del Galluzzo, 2010, 122 [Nr. 118].
Progetto
BiblioSMe - Bibliotheca Scientifica Mediaevalis
Autore della scheda
Adriana Paolini
Ultima modifica
Olivier Defaux
Tipologia
Scheda di prima mano
Data di creazione
25/07/2017
Ultima modifica
25/03/2025
CNMS
CNMS\0000185746
Biblioteche Dettaglio
Fondazione Biblioteca San Bernardino - Trento