Mugello o Firenze, 1503 - Roma, 1556. Nel 1528 fu a Padova, di lì si trasferì a Firenze, Bologna e infine a Roma dove si stabilì dal 1532 al 1540. Nel 1544 fu nominato arcivescovo di Benevento, benché non fosse ancora prete, ma non raggiunse mai la sua diocesi perché fu mandato nunzio a Venezia. Si deve a lui l'introduzione in Veneto dei processi dell'Inquisizione; si adoperò per la repressione dell'eresia in quelle regioni. Tornato a Roma, vi rimase fin verso gli ultimi mesi del 1551 quando, caduto in disgrazia Alessandro Farnese, si trovò in difficoltà presso Giulio III; eletto pontefice Paolo IV, fu richiamato a Roma ma non fu mai creato cardinale. La sua opera letteraria è assai varia, dai giovanili licenziosi capitoli 'Sopra il forno', 'Del bacio', 'Sopra il nome suo', 'Del martello', passò alla lirica petrarcheggiante, alla quale riuscì, a conferire una certa originalità conquistandosi l'ammirazione dei contemporanei, le 'Rime' (1558) restano fra la migliore produzione lirica cinquecentesca. Come oratore politico è noto specialmente per l'orazione scritta per indurre i Veneziani ad aderire alla lega pontificia contro Carlo V. Tradusse da Demostene e Tucidide, scrisse la Vita del Bembo e di F. Contarini, ma la sua fama è legata soprattutto al Galateo piccolo trattato di regole universali che valgono ad assicurare il successo nella vita.
|