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Modena, Biblioteca Estense Universitaria, Estense, Lat.209=alfa.X.2.14

Membranaceo, guardie cartacee: la pergamena utilizzata è tra le migliori e risulta talmente sottile da creare trasparenze alla scrittura e al colore. Guardie moderne; fascicoli legati; le carte sono state rifilate; 1451-1500 data desumibile (cfr. STORIA DEL MANOSCRITTO); cc. V + 16 + V; le cc. 4r, 5r, 12v, 13r, 15v, 16r sono bianche

Identificatore
CNMD\0000166128
Dimensioni
mm 245 x 165 (c. 2)
Fascicolazione
Unico fascicolo di 8 fogli ripiegati
Rigatura
Ad inchiostro rosso, i cui segni creano riquadri entro i quali sono collocati i disegni e le illustrazioni; i testi seguono una rigatura tracciata ad inchiostro bruno
Disposizione del testo
Testi disposti in basso a sinistra rispetto ai riquadri entro i quali sono collocati i disegni e le illustrazioni
Scrittura e mani
Scrittura:
Descrizione: Semigotica libraria
Inchiostro
La scrittura è vergata, nei disegni astrologici, con inchiostro rosso, seppia e blu, mentre il testo è alternativamente ad inchiostro rosso e blu. In testa alle tavole i nomi dei pianeti son tracciati a lettere maiuscole alternativamente in oro e in blu
Decorazione
Decorato
Datazione: 1451-1500
Pagine illustrate: Presenza di pagine illustrate : Tutte le carte hanno miniature a piena pagina con le rappresentazioni dei pianeti
Altri elementi:
Disegni: Presenza di disegni a c. 1r-3r, 13v-15r
Note ad altri elementi: Le cc. 1r-3v contengono disegni a penna di rosso e di blu rappresentanti i quattro elementi, la grandezza del disco solare (disegnato in oro), il moto dei pianeti, le eclissi, le zone dei climi, le costellazioni, i mesi, le fasi lunari. A c. 2v un vascello sulle acque azzurre, disegno di grande finezza. A cc. 5v-12r rappresentazione dei Pianeti attraverso le corrispondenti divinità nude, tranne Marte, chiuse entro sfere formate da cerchi concentrici di diversi colori e che racchiudono anche i segni dello Zodiaco; le sfere appaiono nel cielo, sospinte da venti rappresentati agli angoli superiori; la Terra appare in basso dove gli uomini sono varamente influenzati dall'azione dei pianeti. Nella contropagina, di fronte ad ognuno dei 7 pianeti, si trovano miniature che esemplificano dettagliatamente le attività che ognuno di essi favorisce. A cc. 11v-13v schemi geometrici a penna di contenuto astronomico e astrologico
Azzurro: Presenza di azzurro
Oro: Presenza di oro e oro in foglia
Scuola/Autore: Miniatura lombarda: il carattere lombardo, riconoscibile negli sfondi paesaggistici, negli usi e costumi e nei riferimenti ad una precisa topografia padana, è da attribuirsi ad un miniatore che risente di influssi fiamminghi ed è pertanto riconducibile a Cristoforo De Predis o, più probabilmente, alla sua maniera. Il miniatore Cristoforo De Predis, attivo nella Milano sforzesca a partire dal 1471, è sicuramente il massimo esponente di un'arte che nella Lombardia del tempo pur ancora legata alla tradizione tardo-gotica, già risente in maniera tangibile delle istanze franco-fiamminghe
Legatura
Legatura presente
Datazione: 1995;
Origine: Legatura moderna
Materia delle assi o dei quadranti: Assi in legno
Materia della coperta: Coperta in pelle, marocchino rosso
Decorazione della coperta: A secco, Presenza di oro, sul piatto anterore stemma sforzesco in oro inquartato al Biscione e all'aquila nera
Note della legatura: Tagli dorati
Storia del manoscritto
Trascrizione/descrizione di elementi storici: Il manoscritto è anepigrafo e adespota; probabilmente fu miniato per Francesco I Sforza, duca di Milano, e in questo caso sarebbe precedente al 1466, anno della sua morte; secondo altri sarebbe successivo al 1471, anno in cui il miniatore Cristoforo De Predis (1440 [s.a. 1445]-1486) iniziò la sua attività. La parte illustrativa, predominante nel codice, sia per gli aspetti stilistici che per gli stemmi dei Viscoti e degli Sforza, ha fatto propendere per l'assegnazione del manoscritto all'area lombarda e la sua esecuzione ad un artista che lo esegue per la biblioteca di corte di Milano o per un membro della famiglia ducale, dalla quale probabilmente proviene. Per quanto riguarda le modalità dell'arrivo del codice da Milano, l'ipotesi più convincente è che il codice sia stato portato a Ferrara nel 1491 da Anna Sforza, figlia di Giangaleazzo Maria, quando sposò Alfonso d'Este, figlio di Ercole I. Varie vicende ha dovuto subire la legatura, dall'originale in velluto di seta verde, che fu sostituita prima da quella tiraboschiana in bazzana rossa negli anni 1770-1794 e poi da una in marocchino azzurro nel 1961, a quella del 1992 in marocchino verde con impresso in oro, al centro del piatto anteriore, la riproduzione del disegno a c. 2v del codice; quest'ultima, poi, giudicata troppo moderna, è stata sostituita nel 1995 con l'attuale. Per una breve storia della legatura di questo codice cfr. E. Milano, Commentario al codice De Sphaera (alfa.X.2.14=Lat.209) della Biblioteca Estense di Modena, Modena Il Bulino, 1995, pp. 14-15. A c. 16r, in alto a destra, è applicato un cartiglio settecentesco che tiporta le più antiche segnature
Antiche segnature:
Ms.VI.C.15 (A c. 16r in alto a destra è applicato un cartiglio settecentesco che tiporta le più antiche segnature.),
Ms.XII.I.27

Nomi legati alla descrizione esterna:
Stato di conservazione e restauro
Stato di conservazione: ottimo, eccettuate lievi scrostature dei colori e dell'oro nonchè alcuni fori di tarlo
Restauro: Ha subito interventi di restauro: cfr. STORIA DEL MANOSCRITTO;
Contenuti
Titoli
Titolo aggiunto: Sphaera coelestis et planetarum
Note: Cfr. F. A. Zaccaria - G. Gabardi - A. Lombardi, Catalogus codicum latinorum Bibliothecae Atestiae, sec. 18.-19, v. 1, c. 204v

Titolo identificato: De sphaera
Incipit/Explicit
inc. (testo): Meridies (c. 1r)
Osservazioni
Il testo vero e proprio è rappresentato dalle quartine esplicative a rima alternata, tese ad illustrare le influenze dei pianeti sulle varie attività umane, secondo uno stile compositivo direttamente influenzato del clima culturale lombardo della seconda metà del Quattrocento, dominato dall'umanista Francesco Filelfo; le strofe in oggetto, quindi, sono attribuibili a quest'ultimo o comunque ad un autore di una certa rilevanza culturale.
Le leggende di carattere astronomico che descrivono i vari disegni sono didascaliche
Non a stampa
F. A. Zaccaria - G. Gabardi - A. Lombardi, Catalogus codicum latinorum Bibliothecae Atestiae, sec. 18.-19, v. 1, c. 204v
A stampa
G. Bertoni-C. Bonacini, Il manoscritto estense "De Sphaera", Modena, 1914.
D. Fava, La Biblioteca Estense nel suo sviluppo storico, Modena, 1925, pp. 122-126, 214, 237-238 n. 21.
S. Samek Ludovici, Il "De Sphaera" estense e l'iconografia astrologica, Milano, 1958.
D. Fava-M. Salmi, I manoscritti miniati della Biblioteca Estense di Modena, v. 2, Firenze-Milano, 1973, pp. 25-27.
Cristoforo Colombo e l'apertura degli spazi, Roma, 1992.
H. J. Hermann, La miniatura Estense, Modena, 1994.
Signore cortese e umanissimo. Viaggio intorno a Ludovico Ariosto. A cura di Jadranka Bentini, Venezia, 1994, p. 225.
E. Milano, Commentario al codice De Sphaera (alfa.X.2.14=Lat. 209) della Biblioteca Estense di Modena, Modena Il Bulino, 1995
Riproduzioni
G. Bertoni-C. Bonacini, Il manoscritto estense "De Sphaera", Modena, 1914.
P. Puliatti, Il "De Sphaera" estense, Bergamo, 1969.
De Sphaera, Modena Il Bulino, 1995 (fac simile dell'opera)
Progetto
Manoscritti della Biblioteca Estense - Universitaria
Autore della scheda
Paola Di Pietro
Ultima modifica
Grazia Maria De Rubeis
Tipologia
Scheda di prima mano (scheda redatta da Veronique Fiorini nel 2004. Revisione generale dei dati principali, verifica e inserimento voci normalizzate a cura di Barbara Maria Scavo)
Data di creazione
19/05/2010
Ultima modifica
23/11/2021
Numero di inventario
S.n.i.
CNMS
CNMS\0000111921
Biblioteche Dettaglio
Biblioteca Estense Universitaria - Modena