1636-07-05 (nel testo: "Addì 5 detto". La data, non espressa, è desumibile da 17, c. 139d)

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo] Poltri che il vicelegato [Girolamo Grimaldi] avrebbe voluto invitare a pranzo, a Senigallia, il cardinale [Marzio Ginetti], legato a latere del papa [Urbano VIII], in viaggio [per la Germania]. L'ospite avrebbe poi pernottato a Fano dal governatore [Ascanio] Maffei, da dove, passando da Pesaro senza fermarsi, si sarebbe recato a Cattolica nella giurisdizione del presidente della Romagna [Ottaviano Corsini]. A fronte di questo programma, il vicelegato aveva scritto al V. di volersi recare nel palazzo di Novellara, da dove avrebbe raggiunto il confine per accogliere il cardinale e accompagnarlo durante il percorso nella sua giurisdizione. Appresa la notizia, il V. si era subito preoccupato d'inviare a Novellara il personale e le forniture necessarie a ospitare il legato. Questi però, variando il suo programma, si è fermato a Pesaro a pranzo e a cena e il V., che si trovava a Novellara per riceverlo, è stato avvisato che il [Ginetti] non si sarebbe più recato in quella località. Informa comunque il Poltri che tutto era pronto ad accogliere l'ospite nel modo migliore e con la minore spesa possibile, che ora si riduce ai costi del trasporto della roba e e dei servitori.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-07-05

Originale

lettera

Girolamo Vasari informa [Lorenzo] Poltri che [Flavio] Paolozzi farà in modo che arrivino le lettere del tesoriere al governatore delle armi di San Leo e, quelle del prefetto [Taddeo Barberini], allo stesso governatore e castellano della fortezza. Riferisce che il Paolozzi non ha dubbi sul fatto che convenga vendere a San Leo le armi ai "ministri" della Camera apostolica, o ad altri disponibili a comprare, in quanto rimuoverle dalla rocca comporterebbe una spesa superiore al loro valore, come ha potuto verificare per quelle di Pesaro e Senigallia. Ha avvisato il sottoprovveditore del Sasso di Simone, [Giovanni Antonio Fabrizi], affinché non ponga difficoltà e procuri di scegliere a San Leo le armi migliori e le faccia trasportare al Sasso. In tale occasione, al termine dei raccolti, si potranno inviare delle bestie da soma a prezzo ragionevole. Il V. parlerà col vicelegato [Girolamo Grimaldi] per chiedergli di dare il permesso al Fabrizi di pernottare a San Leo, altrimenti si dovrà adattare al meglio. In ogni caso, riceverà tutta l'assistenza necessaria da Antonio Profeta, già fattore del luogo.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-07-05

Originale

lettera

Girolamo Vasari informa [Lorenzo] Poltri che la cessione del solo podere della Marecchia ai Boni, comprometterebbe la vendita di tutta la fattoria di Casteldurante [Urbania], alla quale sono interessati i Gasperini. La valutazione del podere si aggira sui 4.000 scudi. [Giovacchino] Boni ha pagato per il pezzetto di terra "di confiscatione" incluso nei suoi beni, oltre 66 scudi di Urbino. Per stipulare il relativo contratto, il V. aspetta l'approvazione da parte di [Ferdinando II de' Medici] sulla base della relazione informativa inviata allo stesso Poltri. In questi termini si è espresso anche [Francesco] Fabbri quando ha incontrato i Boni. Conferma poi che [Agostino] Veluti è stato pugnalato a causa delle riscossioni che andava facendo dei crediti del granduca e certamente non ha provocato quel Luigi Rivera dall'Aquila, che lo ha aggredito. Ha esposto i fatti al vicelegato [Girolamo Grimaldi], e farà il possibile affinché si ottenga giustizia, anche se lo stesso vicelegato nutre forti dubbi sullo svolgimento dei fatti. Nella questione è anche intervenuta Maria [Lavinia d'Avalos d'Aquino]. Il V., prudentemente, si tiene sulle generali perché se non prendesse le difese del Veluti, né questi né i successori nella sua carica sarebbero immuni da episodi analoghi; se invece lo difendesse rischierebbe di compromettere la propria credibilità nell'ipotesi, molto plausibile, in cui il delinquente riuscisse a ottenere una composizione per il reato commesso. Sarebbe opportuno che il granduca scrivesse al Grimaldi.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-07-05

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo] Poltri che, alla fine dello scorso mese, [Bernardino] Ducci ha lasciato l'incarico di tesoriere, e che i suoi conti verranno saldati con riserva di conguaglio da parte del depositario Cosimo del Sera. Lo stesso Ducci preferisce venire a Firenze per esporre a voce le sue ulteriori pretese. Nel viaggio di ritorno, si recherà a Loreto con la famiglia pretendendo di usufruire dell'alloggio a Urbino e a Casteldurante [Urbania], che tuttavia non gli spetta più.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-07-05

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a Cosimo del Sera che ha provveduto alla revisione della contabilità relativa all'amministrazione di [Bernardino] Ducci, il quale dimostra grande premura di partire. Tuttavia, non avendo questi portato sufficienti elementi per il riscontro delle rimesse fatte allo stesso del Sera, il V. gli farà un saldo provvisorio, che sarà poi definito a Firenze con Cosimo Gorini. La somma totale è elevata, ammontando a oltre 67.016 scudi. Gli chiede d'impartire al nuovo cassiere Guglielmo Guglielmi precise istruzioni su come effettuare i versamenti a Firenze. Il V., in particolare, vorrebbe che il Guglielmi non registrasse nessuna partita in uscita senza prima avere ricevuto da Firenze copia della stessa sottoscritta dallo stesso del Sera, oppure dal cassiere [Giovan Battista Barducci] o dalla Depositeria [generale]; ciò per evitare, come è successo col Ducci, partite prive di sufficienti giustificazioni. Conferma che nelle Marche, in Umbria e in Romagna, dalla parte dell'Appennino, i raccolti, per il maltempo, non raggiungeranno i due terzi dei precedenti. Si rallegra delle buone prospettive per i raccolti in Valdichiana e in Maremma. Anche le riscossioni dei crediti risentiranno necessariamente della cattiva annata. Conclude riferendo che il cardinale Ginetti, legato del papa [Urbano VIII], diretto in Germania, in attesa che il tempo migliori, si è fermato, a pranzo e a cena, a Pesaro.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-07-12

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a Cosimo del Sera che, lo scorso giovedì, [Bernardino] Ducci è partito per il santuario di Loreto, da dove poi raggiungerà Firenze. Ha provveduto a saldare i conti dello stesso Ducci, come potrà verificare dal prospetto che allega. Le aspettative sul raccolto vanno peggiorando: nelle pianure non supererà la metà e sulle colline i due terzi del raccolto precedente. Il cardinale [Marzio] Ginetti, legato a latere, se ne sta a Pesaro in villeggiatura e non si sa quando intende ripartire. Comunica infine l'avvenuto passaggio, lungo la costa, del duca d'Alcalà [Fernando Afán de Ribera Enríquez] che, in viaggio per Venezia, ha sostato nel porto di Ancona.

Luogo di destinazione: Firenze. Allegato (di cui non è riportato il testo): prospetto del saldo dei conti di Bernardino Ducci.

1636-07-12

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo] Poltri di aver chiesto al vicelegato [Girolamo Grimaldi] il permesso di pernottamento nella rocca di San Leo per il sottoprovveditore del Sasso [di Simone, Giovanni Antonio] Fabrizi. Lo stesso vicelegato gli ha fatto presente che la Camera [apostolica] comprerebbe tutti i materiali che si trovano in quel luogo. Ha risposto che per la vendita del legname non c'erano problemi, ma che per le forniture militari occorreva l'autorizzazione da Firenze. Pertanto aspetta istruzioni al riguardo.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-07-12 (nel testo: "Addì 12 Detto". La data, non espressa, è desumibile da 17, c. 142d)

Originale

lettera

Girolamo Vasari informa [Lorenzo] Poltri che il cardinale legato [Marzio] Ginetti continua a soggiornare in Pesaro e che per tre sere è stato a Novellara, mentre il suo auditore è stato ospitato da Francesco del Negro, mercante bergamasco residente a Pesaro. Il cardinale ha mostrato interesse per l'Imperiale, ma, dietro consiglio del vicelegato [Girolamo Grimaldi], il V. è stato al riguardo evasivo. Dà avviso della sosta nel porto di Ancona del duca d'Alcalà [Fernando Afán de Ribera Enríquez], diretto a Venezia.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-07-12

Originale

lettera

Girolamo Vasari informa [Lorenzo] Poltri che [Francesco] Fabbri è atteso a Senigallia con grande ansia da molti e soprattutto dalla moglie. Quanto a Florio [Facciani] non ha altre notizie se non che un suo amico prete e il figliolo sono andati a importunare il nuovo fattore [di Poggio de' Berni, Bernardino Ferrari]. Fra l'altro, pare che il Facciani desideri una revisione dei suoi conti a Firenze, dove possiede anche dei beni. Il V. ne ha piacere, perché ritiene che non sia sufficiente, a chiudere la sua contabilità, la garanzia da lui offerta per 600 piastre. Per quanto riguarda il frantoio [di Pesaro], il vicelegato [Girolamo Grimaldi] ha ordinato al podestà di fare un sopralluogo e di decidere sommariamente la controversia. Accusa ricevuta della documentazione relativa alla pratica di [Orinzio] Calcagni, al quale ha scritto di preparare il danaro e le garanzie. Attende adesso quella di Vincenzo Cacciamali.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-07-12 (nel testo: "Addì 12 Detto". La data, non espressa, è desumibile da 17, c. 143s)

Originale

lettera

Girolamo Vasari scrive a [Lorenzo] Poltri astenendosi dal fare valutazioni, che spettano ai diretti interessati, sulla convenienza di concedere l'appannaggio annuo richiesto dalla duchessa di Urbino [Livia della Rovere], in cambio della cessione della nuda proprietà di Castelleone [ai granduchi]. Dubita che i Lante possano versare 12.000 scudi all'anno, ma non esclude che lo facciano i Barberini. Al riguardo, il conte [Alessandro] Santinelli non ne sa più dello stesso V.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-07-19

Originale

lettera

Girolamo Vasari invia in allegato a [Lorenzo] Poltri la lettera di risposta della duchessa di Urbino [Livia della Rovere] e la copia di un'altra lettera della stessa al conte [Alessandro] Santinelli. Questi aveva già fatto presente al V. che la duchessa preferiva ignorare proposte di terzi per la vendita della tenuta di Castelleone, in quanto intendeva favorire i suoi congiunti [Ferdinando II de' Medici e Vittoria della Rovere]. Il Santinelli e il V., a seguito di un loro nuovo incontro, ritengono che, per giungere alla definizione del delicato "negozio", i granduchi, "motu proprio", in cambio della donazione "post mortem" di Castelleone, dovrebbero avanzare alla duchessa l'offerta di un congruo appannaggio annuo superiore alle 2.000 piastre proposta al tempo dell'amministrazione di [Lorenzo] Docci e che non era stata accettata. Si potrà motivare un'offerta inferiore a quanto la duchessa ha richiesto "mediante la congiuntura de' tempi e delle spese gravi che il Granduca ha per tante bande". In ogni caso, sarà bene che questa pratica sia risolta o definita con soddisfazione di entrambe le parti.

Luogo di destinazione: Firenze. Allegati (di cui non è riportato il testo): lettera di risposta della duchessa di Urbino, Livia della Rovere a Girolamo Vasari; copia di una lettera della stessa al conte Alessandro Santinelli.

1636-07-19

Originale

lettera

Girolamo Vasari scrive al depositario Cosimo del Sera per assicurargli che il nuovo cassiere [Guglielmo] Guglielmi si atterrà alle sue disposizioni in merito alle rimesse in danaro, come anche faceva [Bernardino] Ducci, che dovrebbe già trovarsi a Firenze, per effettuare la revisione della propria contabilità. Il Guglielmi ha in cassa oltre 5.127 scudi, parte dei quali verserà al cardinale [Antonio] Santacroce. Il resto della somma sarà inviato a Firenze oppure a [Tommaso] Betti ad Ancona. Le previsioni sul raccolto vanno peggiorando: nelle pianure non supererà la metà e sulle colline i due terzi di quello precedente.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-07-19

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo] Poltri che se gli giungerà l'ordine di vendere alla Camera [apostolica] le armi e le munizioni che si trovano nella rocca di San Leo, il sottoprovveditore del Sasso [di Simone, Giovanni Antonio Fabrizi] si eviterà la briga di levarle di là. Comunica inoltre di avere scritto al vicelegato [Girolamo Grimaldi] chiedendogli di autorizzare il pernottamento del [Fabrizi] a San Leo. Florio [Facciani] si recherà a Pesaro per saldare i suoi conti e bene ha fatto il Poltri ad avvisare il suo garante. Il V. ha discusso a lungo col vicelegato del ferimento di [Agostino] Veluti, prima del ritorno di [Francesco] Fabbri. Il Grimaldi è in collera per l'accaduto, ma l'aggressore [Luigi Rivera] si è rifugiato in una chiesa di Urbino e, pertanto, dovrà essere condannato in contumacia.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-07-19 (nel testo: "Addì 19 detto". La data, non espressa, è desumibile da 17, c. 144d)

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo] Poltri che [Bernardino] Ducci si era attivato per riavere un orologio da un mastro [orologiaio] di Pesaro, il quale avrebbe bisogno della collaborazione di un argentiere, che però non ha voglia di lavorare. Pertanto ha dato incarico al nuovo cassiere [Guglielmo Guglielmi] di seguire la faccenda. Gli è pervenuta la ricevuta dei "negozi spediti" relativi a [Vincenzo] Cacciamali e a [Giovacchino] Boni: quest'ultimo non ha voluto impegnarsi per più di 100 fiorini. Pertanto aspetta istruzioni in merito alla somma lasciata in bianco nel rescritto.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-07-19

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo] Poltri che il cardinale legato [Marzio] Ginetti si è trattenuto a Novellara in casa di Francesco del Negro, mentre il vicelegato [Girolamo Grimaldi] si è sistemato nel palazzo di [Ferdinando II de' Medici] con un aiutante e uno staffiere. Mercoledì 23 prossimo venturo il cardinale partirà per Bologna e il vicelegato per Urbino, dove trascorrerà tutto il mese di agosto; poi si trasferirà [a Pesaro], perché il palazzo di Urbino è stato occupato quasi interamente dal cardinale [Antonio] Santacroce.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-07-19 (nel testo: "Addì 19 Detto". La data, non espressa, è desumibile da 17, c. 145s)

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo] Poltri la propria soddisfazione per il buon esito del viaggio a Firenze di [Francesco] Fabbri, che ha consentito la definizione di molte pendenze. Purtroppo non è stato possibile concludere la causa relativa ad [Antonio] Mangili; se fosse prolungata, vi sarebbe il rischio di un suo cambiamento di parere circa la decisione di comporla in via amichevole. La duchessa di Urbino [Livia della Rovere] si è lamentata della lentezza con la quale procede la questione [relativa alla richiesta di un appannaggio annuo in cambio della cessione della nuda proprietà di Castelleone] e quindi il V. ne sollecita la definizione.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-07-26

Originale

lettera

Girolamo Vasari scrive al depositario Cosimo del Sera per comunicargli che [Bernardino] Ducci dovrà giustificare una piccola differenza contabile e una rettifica di 40 scudi pagati da [Francesco] Dini per conto dello stesso Ducci. Invia il bilancio riguardante la contabilità delle fattorie, riportato in un registro, segnato B, compilato dal 1° luglio 1634 al giugno 1635, tenuto da Ferdinando Grazia, giunto [a Pesaro] da Siena con [Lorenzo] Docci, e che ritiene utilissimo per questa come per altre necessità quotidiane. Comunica inoltre che è già stato effettuato il bilancio sulla base dei dati contenuti nello "spoglio A 3°", tenuto da Giovan Francesco Buonaccorsi, che lui stesso porterà a Firenze. Fa presente che non avrebbe mai venduto i pochi grani vecchi rimasti a Senigallia senza autorizzazione, tenuto conto che la quota di quelli nuovi spettante a [Ferdinando II de' Medici] ammonterà a stento a 500 some, detratte le quantità destinate ai lavoratori, a sementi e a necessità alimentari. La situazione è tale che appare inutile, per quest'anno, chiedere le licenze di esportazione. Fra l'altro, "questi popoli" sono talmente esasperati che non consentirebbero l'imbarco del grano e gli amministratori rischiano di essere "lapidati". Infatti ad Ancona [Tommaso] Betti ha avuto dei problemi, mentre a Fano si è avuto un tumulto popolare contro i cittadini. A Pesaro è successa la stessa cosa e [Giovan Battista] Crivelli, uno dei capi, arrestato con altri, ha tentato la fuga, ma è caduto da un tetto ed è rimasto "storpiato in maniera che non sarà più buono a cosa alcuna". Per rimediare alla peggiore annata di cui vi sia memoria in quei luoghi, sarà necessario importare grani da fuori. Avvisa che il cassiere [Guglielmo] Guglielmi manderà 100 scudi col procaccia.

Luogo di destinazione: Firenze. Allegato (di cui non è riportato il testo): bilancio riguardante la contabilità delle fattorie.

1636-07-26

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo] Poltri l'invio al depositario [Cosimo del Sera] del bilancio desunto dal "nuovo libro" delle fattorie, segnato "B", tenuto da Ferdinando Grazia. Allega le copie del rendiconto contabile e della lettera, con le informazioni sui raccolti, inviati allo stesso del Sera.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 147s. Allegati (di cui non è riportato il testo): copia del rendiconto contabile delle fattorie; lettera di Girolamo Vasari al depositario del Sera.

1636-07-26 (nel testo: "Il medesimo giorno 26 luglio". L'anno, non espresso, è desumibile da 17, c.146s)

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo Poltri] che tratterà col vicelegato [Girolamo Grimaldi] la vendita di tutto ciò che si trova nella fortezza di San Leo. Esprime apprezzamento per tale decisione, poiché la "roba" è in condizioni peggiori rispetto a quella che si trovava a Pesaro e a Senigallia, e quindi la vendita sarà in ogni caso vantaggiosa per [Ferdinando II de' Medici]. Suppone che Serafino Belli abbia già inviato le casse con gli scarti degli arredi sacri, che seguono quelle con le pellicce e gli arazzi [cfr. 17, c. 137d]. Chiede pertanto di comunicare al capo mulattiere che non c'è altro da spedire. Cercherà d'inviare col medesimo corriere anche la nota informativa relativa alla lettera di [Giovanni Antonio] Suardi.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 147s.

1636-07-26 (nel testo: "Il dì suddetto". La data, non epsressa, è desumibile da 17, c. 146s)

Originale

lettera

Girolamo Vasari dà avviso a [Lorenzo Poltri] della partenza, avvenuta mercoledì mattina, del cardinale legato [Marzio] Ginetti per Bologna e di quella del vicelegato [Girolamo Grimaldi] per Urbino. Alle ventidue e trenta è poi passato [Francesco Maria] Machiavelli per raggiungere lo stesso cardinale, recando con sé un suo fratello di quindici o sedici anni.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 147s.

1636-07-26

Originale

lettera

Girolamo Vasari informa [Lorenzo] Poltri in merito alla duchessa di Urbino [Livia della Rovere] richiamandosi a quanto aveva scritto nell'ultima lettera che gli aveva inviato [il 19 luglio 1636]. Ribadisce l'opportunità di proporle un appannaggio annuo, in considerazione del fatto che si tratta della nonna della granduchessa [Vittoria della Rovere], senza dare troppa importanza alla cessione di Castelleone. La duchessa saprà apprezzare l'atto di liberalità dei granduchi [Ferdinando II de' Medici e Vittoria della Rovere]. [Francesco] Fabbri gli ha ribadito che a Firenze dispongono di tutti i documenti necessari a chiarire i termini dell'investitura di Castelleone alla stessa duchessa e in che modo ne possa disporre. Il conte [Alessandro] Santinelli, avendo appreso che sua madre si era gravemente ammalata, mentre era ospite della duchessa, è subito andato a trovarla. La duchessa, da parte sua, si è dimostrata molto ben disposta [verso i granduchi] nonostante la presenza di Ludovico Lante, che insiste per ottenere la cessione della stessa tenuta. [Gaspare] Mattei, governatore di Perugia, ha mandato a Gubbio [Gian Battista] Sagginati, già podestà di quel luogo quando lo stesso Mattei era vicelegato a Urbino. Il tale è stato incaricato di procurarsi la copia dell'investitura [di Castelleone] da un prete, che già in passato si era rifiutato di consegnarla, tanto che il V. era riuscito ad avere il documento da Marcello Franciarini. Il prete non si farà trovare fin quando il Sagginati rimarrà a Gubbio. Il V. è convinto che la duchessa si trasferirà a Firenze non appena avrà disposto di Castelleone in favore dei granduchi. Infatti coloro i quali le stanno intorno per interesse, persa ogni speranza, non si cureranno più di lei e si comporteranno in modo tale da indurla ad andarsene.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo nonespresso, ma desumibile da 17, c. 147s.

1636-07-27

Originale

lettera

Girolamo Vasari invia a [Lorenzo] Poltri la nota della spesa occorrente per riparare i danni provocati a fattorie, mulini e altri beni dall'alluvione di fine maggio. Il totale ammonta a 3.670 scudi.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-08-02

Originale

lettera

Girolamo Vasari invia a [Ferdinando II de' Medici] una relazione informativa sul memoriale di Giovanni Antonio Suardi, il quale aveva acquistato alcune terre presso Senigallia dal duca di Urbino [Francesco Maria II della Rovere]. Avendo subito l'evizione di tali proprietà da parte dei Baldassini, il Suardi chiede il rimborso della somma pagata per l'acquisto o quantomeno gli interessi maturati. Ha inoltre avviato, contro gli stessi Baldassini, una causa presso la Ruota di Roma, che gli ha riconosciuto il dovuto con gli interessi del cinque per cento. Tuttavia il nipote del Suardi, Ludovico, che si dichiara creditore dello zio, ha ingiunto al V., pena una multa di 1.000 scudi, di non corrispondere né il capitale né gli interessi. Essendo poi i Suardi arrivati a un accordo per il pagamento dei soli interessi, si è proceduto in merito. In seguito lo stesso Ludovico ha ottenuto alcune sentenze favorevoli contro lo zio e ha fatto porre sotto sequestro le proprietà contese. Il supplicante, ritiene di essere creditore di 300 scudi, non sequestrati, per un censo di 100 scudi dei Baganelli contro [Francesco Maria] Zandri di Senigallia, i cui beni, passati alla Camera [ducale], furono poi venduti allo stesso Suardi. Successivamente, questi ha fatto causa a Giovan Francesco Bruni come possessore di altri beni dello Zandri cedutigli dalla medesima Camera. In quest'ultimo giudizio è stata emessa una sentenza non favorevole, come ha confermato [Francesco] Fabbri, in quanto non si riconosce la liquidità del credito preteso dal Suardi. Il V. si rimette alla generosità del granduca [Ferdinando II de' Medici], ma personalmente ritiene che la supplica non possa essere accolta, anche perché occorrerebbe l'assenso del nipote del Suardi, Ludovico.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 148d. Allegato (di cui non è riportato il testo): memoriale di Giovanni Antonio Suardi.

1636-08-02

Originale

lettera

Girolamo Vasari invia a [Ferdinando II de' Medici] una relazione informativa sul memoriale di Francesco Maria Mariani di Pesaro, il quale deve circa 1.100 scudi allo Scrittoio quale garante del defunto Agostino Mariani, suo cugino, esattore delle saline. Sostiene di essere stato chiamato a corrispondere 200 scudi all'anno, nonostante che dal contratto rogato da Alessandro Vaiani risulti che debba pagarne 300 fino all'estinzione del debito. Il V. fa presente che il supplicante è subentrato al cugino nella stessa carica, restando a sua volta debitore di oltre 4.147 scudi di Urbino. Al riguardo propose un pagamento immediato di 2.500 scudi, impegnandosi a corrispondere il resto con annualità di 300 scudi, offrendo come mallevadori Giovan Battista Emili e Giacomo Rota. Per i primi due anni ha pagato la rata stabilita, poi ha sostenuto di doverne 200, in base all'accordo concluso al momento della stipula dell'atto di fronte agli stessi garanti e a due testimoni. Né il notaio né il V. confermano, ma quest'ultimo si rimette alla generosità del granduca [Ferdinando II de' Medici].

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17 c. 148d. Allegato (di cui non è riportato il testo): memoriale di Francesco Maria Mariani.

1636-08-02

Originale

lettera

Girolamo Vasari invia a [Ferdinando II de' Medici] una relazione informativa sul memoriale di Francesco Pompei, affittuario della fattoria di Pesaro, il quale dichiara di aver subito danni ingenti, per lo straripamento del fiume Foglia durante l'alluvione passata, specialmente per i beni di Miralfiore e per il podere detto Porto Vecchio [o Feniletto]. Espone che la gestione del Pompei era iniziata ai primi di maggio e che doveva continuare per cinque anni. Poiché tra la fine dello stesso mese di maggio e i primi di giugno si è verificata l'ormai tristemente nota alluvione, tutte le coltivazioni del Feniletto, o Porto Vecchio, e gran parte dei raccolti di Miralfiore sono andati perduti. Dal momento che il contratto di affitto prevede un generico defalco di quanto è necessario, il V. propone di accordare al Pompei lo slittamento al primo settembre dell'inizio del relativo pagamento. Il raccolto presente competerebbe dunque allo Scrittoio e nei mesi intercorrenti il Pompei presterebbe servizio gratuito [nella fattoria].

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 148d. Allegato (di cui non è riportato il testo): memoriale di Francesco Pompei.

1636-08-02

Originale

lettera

Girolamo Vasari invia a [Lorenzo] Poltri la pratica riguardante l'affitto stipulato da [Francesco] Pompei [per la fattoria di Pesaro], che è stata definita in conformità a quanto ha scritto a Firenze [Francesco] Fabbri. Allega anche il relativo memoriale informato, che gli era stato rispedito senza rescritto. [Antonio] Mangili, che da parte sua terrebbe un atteggiamento più tranquillo, viene tuttavia sobillato da una persona che porta lo stesso nome del V., cioè [Girolamo Monaldi]. I padri di San Bartolo non sono più interessati al Feniletto perché lo hanno visto distrutto dall'alluvione. Non immaginano, però, che nel giro di un paio d'anni quel poderetto, al quale erano state apportate molte migliorie, tornerebbe a rendere bene. Attualmente vi si dedica con "grandissimo amore" quell'ortolano [Antonio Fazzino] che vi abitava, al quale il fiume Foglia ha portato via non solo i frutti del suo lavoro, ma anche tutto quanto aveva in casa. Il V. chiede al Poltri di far concedere a costui 25 scudi, perché, se si dovesse cercare qualcuno per rimettere in sesto il terreno, ne occorrerebbero più di 100. Fra l'altro non uscirebbe "niente di borsa" perché lo stesso ortolano ha contratto dei debiti [con lo Scrittoio]. Riferisce ancora sui padri di San Bartolo che stanno meditando di accendere dei censi. Invia anche le relazioni informative sui memoriali di Giovanni Antonio Suardi [ cfr. 17, cc. 147sd], Francesco Maria Mariani [cfr. 17, cc. 147d-148s] e Alessandro Giannini di Sant'Agata [cfr. 17, c. 151s].

Luogo di destinazione: Firenze. Allegati: relazioni informative su Giovanni Antonio Suardi, Francesco Maria Mariani, Francesco Pompei, Alessandro Giannini di Sant'Agata, per i quali cfr. 17, cc. 147s-148d, 151s.

1636-08-02

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo] Poltri che Luigi Rivera dall'Aquila, feritore di [Agostino] Veluti, ha lasciato la chiesa di Urbino dove si era rifugiato ed è riparato nella sua città. Nonostante l'assicurazione del vicelegato [Girolamo Grimaldi] di farlo condannare in contumacia, sarebbe comunque utile un intervento da Firenze e ancor più efficace, sulla pubblica opinione, diffondere la voce che il granduca [Ferdinando II de' Medici] si attiverà per farlo estradare.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-08-02

Originale

lettera

Girolamo Vasari chiede a [Lorenzo] Poltri di scrivere una lettera che possa leggere lui stesso, oppure da indirizzare direttamente al nuovo cassiere [Guglielmo] Guglielmi. Costui, che dimostra di avere delle capacità, ma che svolge un lavoro limitato, dovrebbe essere incaricato di rivedere la situazione contabile della Guardaroba, così come si presentava alla morte del duca [Francesco Maria II della Rovere], dal momento che all'epoca non "bastò l'animo" di prendere tale decisione. L'impresa è ardua, forse impossibile, ma necessaria.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-08-02 (nel testo: "Addì 2 Detto". La data, non espressa, è desumibile da 17, c. 149d)

Originale

lettera

Girolamo Vasari invia a [Lorenzo] Poltri copia di una lettera di Marcello Franciarini di Gubbio, dalla quale sarà informato dei tentativi fatti dal governatore di Perugia, [Gaspare] Mattei, per ottenere copia dell'investitura di Castelleone concessa nel 1598 al marchese Ippolito [della Rovere, padre della duchessa Livia della Rovere] da Giuliano della Rovere, abate commendatario dell'abbazia di San Lorenzo in Campo, di cui lo stesso V. ha inviato a Firenze una copia autentica. Un certo prete, erede del notaio che rogò l'atto d'investitura, non solo si rifiuta di rilasciarne copia al Mattei, ma non ne consente neppure la semplice consultazione. Alla richiesta da parte dello stesso V., ha fatto intendere di desiderare una prova tangibile della "buona grazia" del granduca [Ferdinando II de' Medici], desiderando che gli sia concesso un archibugio e un fucile "lavorato in galleria". Il prete, che ha negato il documento anche ai Lante, potrebbe tuttavia tornare utile in altre occorrenze e quindi il V. chiede che da Firenze sia mandato il fucile, "cioè la piastra sola", perché all'archibugio provvederà lui stesso a Pesaro.

Luogo di destinazione: Firenze. Allegato (di cui non è riportato il testo): copia della lettera di Marcello Franciarini a Girolamo Vasari.

1636-08-02

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica al depositario Cosimo del Sera che è assolutamente impossibile procurarsi grani per [Ferdinando II de' Medici] nel territorio della Legazione. Infatti, in pochi giorni, il prezzo è salito da 5 a 12 scudi lo staio suscitando il malcontento popolare. A Senigallia vale 100 scudi la soma privo della licenza di esportazione, che non può essere concessa senza rischio di tumulti, come già è accaduto. Il V. non si arrischia a comprare, non per timore del "Superiore" [Girolamo Grimaldi], che è l'opposto del predecessore [Gaspare Mattei], ma perché è impossibile acquistare a Senigallia, dove già l'ufficio dell'Abbondanza si è rifornito per le proprie necessità, le 700 some richieste dallo stesso Poltri senza rischiare "qualche cattivo incontro". Non bisogna neppure pensare di poter prendere i grani dalle fattorie perché è proibito. Gli Abbondanzieri, poi, hanno chiesto in vendita i grani prodotti dalle fattorie granducali, situate nel territorio di loro competenza, al prezzo corrente, e il V. ha assicurato che avrebbe dato loro la precedenza, rispetto ad altri, quando ne avesse ricevuto l'ordine. Il computista [Giovan Francesco] Buonaccorsi partirà domani per Firenze portando con sé il bilancio tratto dal registro di spoglio "segnato A 3°".

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-08-02

Originale

lettera

Girolamo Vasari esprime a [Lorenzo] Poltri il proprio parere favorevole a trasferire Baccio Rampini dalla fattoria di Senigallia a quella di Casteldurante [Urbania] per motivi di salute. Parteciperà l'intento a Serafino Belli, affinché acconsenta alla permuta. Lo stipendio è uguale, ma la gestione della fattoria di Senigallia è più complessa. Comunica la partenza del computista Giovan Francesco Buonaccorsi per Firenze, il quale porterà con sé il bilancio desunto fino a tutto il mese di giugno dallo spoglio segnato "A 3°", e redatto in due copie, una per il depositario [Cosimo del Sera], l'altra per lo stesso Poltri.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-08-02

Originale

lettera

Girolamo Vasari risponde alla lettera di [Lorenzo] Poltri del 26 luglio, in cui gli chiedeva di appurare se, per quanto riguarda l'investitura di Castelleone e di una parte della Torre di Mirabello, la duchessa di Urbino [Livia della Rovere] avesse la facoltà di estromettere la nipote [Vittoria della Rovere], che nel relativo atto è "compresa e chiamata". Il V. fa presente che occorre verificare se la stessa duchessa possa cedere a terzi i propri diritti. Avendo appreso da [Francesco] Fabbri che, a Firenze, non si dispone di una completa documentazione sull'argomento, provvederà a trasmettere anche l'atto d'investitura del 1601, che il conte [Alessandro] Santinelli ha richiesto alla duchessa. Avvisa che, in ogni caso, quest'ultima, per necessità, è disposta a cedere tutti i diritti, secondo quanto le sarà consentito di fare. Nel frattempo, come riferisce Marcello Franciarini, da Gubbio, qualcuno "fa studio alla gagliarda" per ottenere al riguardo qualche beneficio. Al momento opportuno, si recherà dalla duchessa per esporle quanto gli verrà ordinato.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-08-02

Originale

lettera

Girolamo Vasari invia a [Ferdinando II de' Medici] una relazione informativa sul memoriale di don Alessandro Giannini di Sant'Agata di Montefeltro, il quale deve allo Scrittoio circa 280 scudi per riscossioni effettuate al tempo in cui ricopriva la carica di salaio. E' prete e non gode di una buona situazione economica, al contrario del suo garante, Francesco Tornabene. Il supplicante chiede di poter pagare 50 scudi all'anno e il V. esprime parere favorevole, indicando nel prossimo Natale la data di decorrenza dei pagamenti.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 148d. Allegato (di cui non è riportato il testo): memoriale di Alessandro Giannini.

1636-08-09

Originale

lettera

Girolamo Vasari ribadisce al depositario [Cosimo del Sera] che è assolutamente impossibile pensare di procurarsi grani non soltanto nella Terra del Sole, ma neppure in altre località della Legazione, anche qualora ottenesse la licenza di esportazione richiesta per il porto di Senigallia. Segnala che, per la carestia, gli uffici dell'Abbondanza cercano di procurarsi grani dalla Schiavonia, dall'Albania e dalla Dalmazia e che, se non li ottenessero, metà della popolazione rischierebbe di morire di fame. Converrebbe vendere il grano disponibile al prezzo corrente di scudi 7,50 lo staio, prima d'importarlo da fuori. La fattoria di Poggio de' Berni, che rientra nella giurisdizione di [Ferdinando II de' Medici], è quella maggiormente colpita dalle avversità e, qualora vi fosse avanzo di grano, non converrebbe esportarlo, perché la popolazione del luogo è più bisognosa di quella della Terra del Sole e si rischierebbe una sommossa. Invierà appena possibile il bilancio del raccolto di tutte le fattorie; per il momento, allega una lettera del fattore di Fossombrone [Agostino Guelfi], col dettaglio degli attuali raccolti nei vari poderi confrontato con i precedenti.

Luogo di destinazione: Firenze. Allegato (di cui non è riportato il testo): lettera di Agostino Guelfi a Girolamo Vasari.

1636-08-09

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo] Poltri che la duchessa di Urbino [Livia della Rovere] ha inviato al conte [Alessandro] Santinelli l'atto originale riguardante l'investitura di Castelleone. Ha inoltre ordinato allo stesso conte di mostrarlo sia al V., autorizzandolo a effettuarne una copia, sia al vicario [Giovanni Antonio] Mangili. Quest'ultimo dovrebbe esaminare il documento e scrivere una memoria per dimostrare che la duchessa, "come prima acquirente ne può disporre". Col prossimo corriere invierà le copie dell'atto e della relazione del Mangili. Secondo il V. "sarebbe bellissimo negotio" se la duchessa, pur non potendo disporre dei beni senza il "placet" granducale, li cedesse egualmente ai Barberini o ai Lante, i quali, nonostante l'incertezza giuridica al riguardo, portano avanti le proprie richieste, "perché, quando si è preso, si va adagio a lasciare, nonostante che col tempo la giustitia habbia il suo luogo".

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-08-09 (nel testo: "Il 9 Agosto Detto". L'anno, non espresso, è desumibile da 17, c. 151d)

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo] Poltri di aver ricevuto anche lui una lettera da [Bernardino] Ferrari e di avergli risposto in modo tale da fargli comprendere che, per assegnargli un altro incarico, occorre pazientare e aspettare l'occasione giusta. Riferisce, inoltre, di aver convinto Serafino Belli, fattore di Casteldurante [Urbania], a prendere il posto di Baccio Rampini a Senigallia. In genere, lo spostamento dei fattori non torna utile all'economia generale delle fattorie, ma il caso del Rampini è tale da meritare un'eccezione.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-08-09 (nel testo: "l'istesso giorno". La data, non espressa, è desumibile da 17, c. 151d)

Originale

lettera

Girolamo Vasari ritiene che dovrebbe essere giunto a Firenze [Giovan Francesco] Buonaccorsi, portando con sé le copie del bilancio [cfr. 17, c. 150d]. Esprime a [Lorenzo] Poltri forti dubbi sulla possibilità di ottenere la licenza di esportazione del grano richiesta [da Firenze] e, in caso di concessione, ritiene che sarà difficile utilizzarla. [Ludovico] Suardi, nipote di Giovanni Antonio, ha un mandato per la riscossione del credito che vanta nei confronti dello zio. Onde evitare l'esecuzione, bisognerà che quest'ultimo paghi almeno gli interessi. Per quanto riguarda la causa pendente a Roma, [Francesco] Fabbri invierà la documentazione necessaria affinché gli avvocati valutino la convenienza di proseguirla o meno. Florio [Facciani] lo ha informato che si recherebbe a Pesaro, per rivedere i propri conti, se non avesse il timore di essere messo in prigione; ritiene comunque che siano tutte scuse. Comunica poi di aver inviato al depositario [Cosimo del Sera] il bilancio dei raccolti dei poderi di Fossombrone, trasmessogli da [Paolo] Ridolfi, e che è al momento l'unico disponibile. Lo invita a discuterne con lo stesso del Sera perché il raccolto sarà scarsissimo e il grano disponibile bisognerà darlo ai lavoratori per sementare e vivere. In aggiunta al testo di questa lettera il V. scrive a [Lorenzo Poltri] che, nel frattempo, si è incontrato col mercante Alessandro Mosca, il quale gli ha mostrato i documenti mandatigli da Venezia per poter riscuotere i 1.000 scudi che [Francesco Maria II della Rovere] aveva lasciato ai padri Zoccolanti di Terra Santa. Gli ha anche mostrato una lettera scritta dal balì [Andrea] Cioli agli stessi padri per assicurare loro che avrebbe dato disposizioni per il relativo pagamento. Il V. aspetta istruzioni in merito.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 152s.

1636-08-16

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo] Poltri di trovarsi a Urbino per trattare col vicelegato [Girolamo Grimaldi] diverse questioni, fra le quali quella riguardante le armi e le munizioni che si trovano nella rocca di San Leo. Deve inoltre "servire" il cardinale [Antonio] Santacroce, il quale gli ha regalato vini di Montepulciano e confetture e lo ha persino invitato a pranzo, dimostrandogli grande deferenza nei confronti di [Ferdinando II de' Medici]. Infine, lo informa che [Agostino] Veluti ha chiesto di essere esonerato dall'esazione dei crediti, per dedicarsi esclusivamente alla fattoria [di Urbino].

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-08-16 (nel testo: "Addì suddetto". La data, non espressa, è desumibile da 17, c. 152d)

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo Poltri] di aver ricevuto i memoriali speditigli. Provvederà a trasmettere la nota informativa che gli è stata richiesta per quello di Giulio Cesare Agostini, ma solo dopo attenta riflessione. Non trovandosi a Pesaro, il V. non può dare nuove informazioni sulla pratica relativa a [Francesco] Pompei. Informa che [Lazzaro] Levi, debitore ceduto a [Ferdinando II de' Medici] da [Giovanni Maria] Viviani [cfr. 17, cc. 29v e 45r], ha lasciato beni mobili e immobili a Mantova. Non potendo agire personalmente, invita il Poltri a contattare l'ambasciatore fiorentino lì residente [Paolo del Bufalo], al quale aveva mandato una procura tramite un dottore indicatogli dallo stesso ambasciatore, e tutti i documenti necessari ad agire sui beni del debitore. Appena tornato a Pesaro, si informerà sull'andamento della revisione della Guardaroba condotta da [Guglielmo] Guglielmi.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 152d.

1636-08-16

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo Poltri] che, quanto prima, invierà la sentenza emessa nei confronti di [Luigi] Rivera, con la quale è stato condannato al pagamento di 500 scudi e all'esilio da tutta la Legazione. Dovrà muoversi con molta cautela, sia perché la documentazione processuale non si può avere senza autorizzazione del vicelegato [Girolamo Grimaldi], sia perché l'auditore [Giuseppe] Pica, che attualmente ricopre la carica di Capobanco, è cugino del Rivera.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 152d.

1636-08-16 (nel testo: "Il medesimo giorno". La data, non espressa, è desumibile da 17, c. 153s)

Originale

lettera

Girolamo Vasari scrive a [Lorenzo Poltri] che, appena tornerà a Pesaro, darà nuove informazioni sulla pratica in corso con la duchessa di Urbino [Livia della Rovere]. Nel frattempo riceverà la copia dell'investitura [di Castelleone], con altri documenti che saranno aggiunti da parte della stessa duchessa. Il conte [Alessandro] Santinelli, attualmente, si trova nel suo castello di [Metola].

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 152d.

1636-08-16 (nel testo: "Addì 16 Agosto". L'anno, non espresso, è desumibile da 17, c. 152d)

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica al depositario Cosimo del Sera di trovarsi a Urbino per trattare alcune questioni col vicelegato [Girolamo Grimaldi]. Gli ribadisce che non vi è alcuna possibilità di acquistare grani provenienti dal nuovo raccolto a Senigallia, perché non se ne trovano sul mercato; quanto ai grani del vecchio raccolto essi sono già stati bloccati dagli Abbondanzieri delle città comprese nel territorio della Legazione. Il V. ritiene inutile recarsi ad Ancona per incontrare [Tommaso] Betti, contro il quale il popolo si era sollevato. Messo in salvo dal marchese di Bagno [Niccolò Guidi], il Betti si è rifugiato a Macerata e per quest'anno certamente non tornerà ad Ancona, dove comunque c'è grande penuria di grano. Se il del Sera gli ordinerà di recarsi a Macerata lo farà, ma, in questo caso, gli chiede di avvisare il Poltri della sua assenza. In alcuni luoghi della Legazione, negli anni di carestia, gli uffici dell'Abbondanza usano esigere la "rata", cioè il dieci per cento del raccolto. A Fossombrone è già stata chiesta "con impertinenza", come il V. ha appreso dalla lettera del fattore di quella località [Paolo Ridolfi], che allega alla presente. Con le vendite di grano il V. va molto cauto, per la grande agitazione dovuta alla penuria di viveri; ritiene comunque opportuno dar via al più presto il poco disponibile. Conferma, infatti, al del Sera che i mercanti di Pesaro e Senigallia stanno cercando d'importare grani dall'estero, mentre il cardinale [Antonio] Barberini ha rifornito le città della Legazione di 12.000 rubbi di grano provenienti dal Patrimonio [di San Pietro].

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 151d. Allegato (di cui non è riportato il testo): lettera del fattore Paolo Ridolfi a Girolamo Vasari.

1636-08-21

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a Lorenzo Poltri il proprio rientro a Pesaro dopo il soggiorno a Urbino, dove ha potuto riscontrare che, per fattori climatici, vi è un'elevata mortalità. Trovandosi a Novellara, è stato raggiunto da un corriere speciale del Poltri che gli ha recato la notizia della morte del marchese Giulio della Rovere, fratello della duchessa di Urbino [Livia della Rovere]. Il V. le porterà personalmente la lettera di condoglianze di [Ferdinando II de' Medici e Vittoria della Rovere]. La duchessa ha fatto pervenire l'atto d'investitura [di Castelleone] al conte [Alessandro] Santinelli, il quale, prima di partire per il suo castello [di Metola], lo ha consegnato al vicario [Giovanni Antonio] Mangili. Subito dopo, ha di nuovo scritto al conte ordinandogli di non mostrare il documento al V. e di restituirglielo, avendo avuto sentore che a Firenze si fanno solo parole senza intenzione di giungere ad alcuna conclusione. Ha poi invitato il Santinelli a recarsi da lei perché vorrebbe renderlo partecipe delle sue intenzioni. Per l'assenza del conte, la lettera è stata aperta dalla contessa [Margherita Santacroce], che ha restituito l'atto alla duchessa ed ha fatto leggere la lettera di quest'ultima al V., chiedendogli però di mostrarsi all'oscuro di tutto.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-08-23 (nel testo: "Il dì 23 Agosto detto". L'anno, non espresso, è desumibile da 17, c. 154s)

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo] Poltri di essersi recato a San Lorenzo per consegnare alla duchessa di Urbino [Livia della Rovere] la lettera di condoglianze di [Ferdinando II de' Medici e Vittoria della Rovere] per la scomparsa del fratello, il marchese Giulio [della Rovere]. Questi, prima di morire, aveva smesso di prendersi "qualche licentia" come aveva fatto in passato col consenso degli stessi granduchi. La duchessa risponderà in seguito alla lettera di condoglianze che questi ultimi le hanno fatto pervenire tramite lo stesso V. Ha poi toccato l'argomento [riguardante la cessione di Castelleone: cfr. 17, cc. 143d-144s], ma la duchessa ha risposto che vuole attendere il ritorno del conte Alessandro Santinelli per decidere in merito. Il V. non ha invece accennato agli avvisi da lei ricevuti sulle reali intenzioni dei granduchi, di cui era stato informato in precedenza, per non farle perdere la fiducia che ripone nel Santinelli. La duchessa si accompagna sempre al marchese [Ludovico] Lante, che è a sua disposizione.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 154s.

1636-08-30 (nel testo: "Il 30 Agosto su detto". L'anno, non espresso, è desumibile da 17, c. 154s)

Originale

lettera

Girolamo Vasari fa presente a [Lorenzo Poltri] che, nel mese di febbraio, aveva ricevuto ordine dal depositario generale [Cosimo del Sera] di vendere i grani vecchi di tutte le fattorie. Aveva quindi dato disposizioni in tal senso a tutti i fattori, come lo stesso Poltri potrà verificare dalle lettere che allega. Florio Facciani si era accordato per il grano di Poggio de' Berni e di Montefeltro con Giovan Battista Babbini, agente del conte [Francesco Maria] di Carpegna, impegnandosi tuttavia per una quantità superiore a quella di cui poteva disporre, anche perché gran parte dello stesso grano si trovava presso i mugnai. Il conte ha quindi scritto al V. per esigere quanto era stato promesso. Tuttavia la questione è rimasta in sospeso poiché non ne ha potuto discutere col Facciani. Il conte, però, si accontenterebbe di ricevere la quantità di grano che, al momento della conclusione del contratto, di cui acclude copia insieme alla lettera scrittagli dallo stesso conte, era in possesso dei lavoratori al servizio di [Ferdinando II de' Medici] e di altri debitori. Il V. si dichiara favorevole all'accoglimento della soluzione proposta.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 154s. Allegato (di cui non è riportato il testo): copia dell'accordo tra il fattore Florio Facciani e Giovan Battista Babbini; lettera del conte Francesco Maria Carpegna a Girolamo Vasari.

1636-08-30 (nel testo: "Il 30 Agosto detto". L'anno, non espresso, è desumibile da 17, c. 154s)

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo] Poltri di non avere ancora potuto parlare in modo appropriato con il cassiere [Guglielmo] Guglielmi della revisione della Guardaroba ducale. Chiede che, nel frattempo, il Poltri faccia pressione sullo stesso Guglielmi affinché voglia avviare il lavoro, in quanto, a differenza degli altri impiegati, è "disoccupatissimo"; d'altra parte era anche molto addentro alla corte del duca [Francesco Maria II della Rovere] e del "principe" [Federico Ubaldo della Rovere]. C'è pure il rischio che, se non si coglierà questo momento favorevole, non si potrà più compiere tale revisione. Il V. ricorda che la nomina a cassiere prevedeva che l'incaricato potesse, all'occorrenza, svolgere, nell'ambito dello Scrittoio, anche mansioni diverse.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 154s.

1636-08-30 (nel testo: "Il medesimo giorno 30 Agosto". L'anno, non espresso, è desumibile da 17, c. 156s)

Originale

lettera

Girolamo Vasari informa [Lorenzo Poltri] di aver ricevuto una lettera da [Flavio] Paolozzi in merito ai Frati [Zoccolanti] di Gerusalemme, i quali sono ricorsi a Roma per la riscossione di quanto è loro dovuto [cfr, 17, c. 157sd]. Il V. si dichiara prontissimo a effettuare il pagamento, purché dimostrino di essere rientrati in possesso a Gerusalemme della chiesa e del convento, dei quali erano stati privati in passato. Per riscuotere la somma dallo Scrittoio, i Frati hanno nominato loro procuratore Alessandro Mosca, mercante di Pesaro, ma, nel contempo, hanno inoltrato la richiesta di riscossione anche a Roma. Comunica poi che a [Ludovico] Suardi, nipote di [Giovanni Antonio], saranno pagati gli interessi attinenti a suo zio, purché presti sufficienti garanzie. A [Guidubaldo] Galli e ai Ricciardi, è stato fatto presente che il granduca [Ferdinando II de' Medici] "si poteva defendere senza questa cessione" [cioè proseguendo la causa]. [Francesco] Fabbri lo ha invitato a risolvere il problema, garantendogli ogni giusta soddisfazione.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 154s.

1636-08-30 (nel testo: "Il medesimo Giorno". La data, non espressa, è desumibile da 17, c. 155d)

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo Poltri] di non avere novità sulla questione [relativa alla cessione di Castelleone da parte] della duchessa di Urbino [Livia della Rovere]. Può solo aggiungere che il conte Alessandro Santinelli è partito dal suo castello di Metola alla volta di San Lorenzo, dove si trova la stessa duchessa. Al suo rientro [a Pesaro] il V. sarà informato sulle eventuali novità. Dieci giorni dopo la visita del conte a San Lorenzo, sono arrivati gli Ufficiali camerali a prenderne possesso con modalità non gradite alla duchessa. Lo informa poi che più della metà della popolazione di Pesaro è malata e, in proporzione, muore più gente di quanta ne moriva a Firenze quando l'epidemia di peste era al culmine. Anche la duchessa e due sue sorelle monache sono indisposte. Gli ricorda infine d'inviargli il fucile per il prete di Gubbio [Ignazio Cassetta], che fornì la copia dell'atto originale dell'investitura di Castelleone [cfr. 17, cc. 149s-150d].

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 154s.

1636-08-30

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica al depositario Cosimo del Sera di non aver potuto rispondere prima alle sue lettere del 16 e del 23 aprile, perché si era recato [a San Lorenzo], dalla duchessa di Urbino [Livia della Rovere], per recapitarle le lettere di condoglianze dei granduchi [Ferdinando II de' Medici e Vittoria della Rovere] per la morte di suo fratello, il marchese [Giulio della Rovere]. Lo informa poi che il raccolto è molto più scarso di quanto si temeva e che le necessità della popolazione risultano maggiori di quanto gli aveva prospettato. Nella confusione generale per l'approvvigionamento, molti mercanti e proprietari di barche vanno alla ventura in Schiavonia, rischiando molto, in quanto le galere di Venezia, benché in quella città non vi sia penuria di grano, "stanno con molto rigore in questo Golfo [del Quarnaro] per i disgusti che passano coi preti". Il V., da parte sua, pensa di vendere grano soltanto se sarà costretto a farlo. Spera di potersi procurare miglio e forse anche grano per la Terra del Sole, e chiede di essere avvisato qualora sul mercato vi fossero prodotti da destinare in quella zona. Si dichiara pronto a servire, in ogni occasione, Muzio Oddi, al quale ha inviato una lettera di del Sera.

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-08-30 (nel testo: "Il 30 Agosto già detto". L'anno, non espresso, è desumibile da 17, c. 156s)

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo] Poltri che [Francesco] Pompei, per l'affitto [della fattoria di Pesaro], si era obbligato a pagare 750 scudi all'anno e 80 some di grano, a cui vanno aggiunte altre spese che si è accollato. A fronte di tale canone, il raccolto dell'anno corrente è stato di appena 61 some di grano. Il V. aveva approvato la proposta di [Francesco] Fabbri di riservare, per quest'anno, i raccolti a [Ferdinando II de' Medici], facendo decorrere l'affitto del Pompei dal primo settembre per evitargli le perdite dovute all'alluvione. In tal senso il V. ha predisposto, per il granduca, un prospetto di calcolo con le passività, ammontanti a 380 scudi, che riporta nel testo della lettera.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 154s.

1636-08-30 (la data, non espressa, è desumibile da 17, c. 157s)

Originale

lettera

Girolamo Vasari invia a [Ferdinando II de' Medici] una relazione informativa sul memoriale di Salvino Tommasi, casentinese, da circa due anni fattore delle Piagge. Fin dai tempi del duca di Urbino [Francesco Maria II della Rovere], l'amministratore di questa fattoria godeva di uno stipendio annuo di 38 scudi di moneta locale, corrispondenti a circa 24 scudi fiorentini. Siccome tale corresponsione non risulta sufficiente al mantenimento di una persona e potrebbe causare indebite appropriazioni, il V. propone di parificarla a quelle dei fattori di Senigallia [Baccio Rampini] e di Casteldurante [Urbania, Serafino Belli], i quali percepiscono 60 scudi di Urbino, 4 some di grano, 10 some di vino a misura di Senigallia e 60 staia di olio a misura di Firenze. Secondo il V., questa retribuzione, già assegnata anche ai fattori in Toscana, potrebbe essere momentaneamente estesa a quello di Poggio de' Berni e di Montefeltro [Bernardino Ferrari].

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 154s. Allegato (di cui non è riportato il testo): memoriale di Salvino Tommasi.

1636-08-30 (nel testo: "Il 30 Agosto Detto". L'anno, non espresso, è desumibile da 17, c. 156s)

Originale

lettera

Girolamo Vasari invia a [Lorenzo] Poltri il memoriale di Salvino Tommasi, fattore delle [Piagge], unitamente alla nota informativa. Gli raccomanda di far apporre il rescritto in calce al memoriale in un "giorno buono".

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso, ma desumibile da 17, c. 154s. Allegato: relazione informativa su Salvino Tommasi, per cui cfr. 17, cc. 156d-157s. Allegato (di cui non è riportato il testo): memoriale di Salvino Tommasi.

1636-09-06

Originale

lettera

Girolamo Vasari fa presente al depositario Cosimo del Sera di non aver ricevuto lettere con l'ultimo corriere ed ipotizza che si trovi, come altre volte, ad Ancona. Gli conferma che, come sperava, cominciano ad affluire miglio e grani dalla Schiavonia e dalla Dalmazia, dove si erano avventurate molte imbarcazioni dai porti della Legazione. Di riflesso, il prezzo del grano locale diminuisce. Il V. mantiene la propria opinione riguardo al grano vecchio e a quello nuovo immagazzinato nelle fattorie: tolta la parte destinata ai lavoratori, sarebbe stato meglio vendere il rimanente prima dell'arrivo dei grani forestieri. Al momento, ci sono poche speranze di ottenere la licenza d'esportazione; se poi il vicelegato [Girolamo Grimaldi] la concedesse, sarebbe impossibile servirsene perché la popolazione impedirebbe l'imbarco dei carichi anche a costo di provocare disordini, come è accaduto in tutte le città della Legazione. Appena avrà avuto la nota generale dei raccolti di tutte le fattorie, la spedirà a [Lorenzo] Poltri. Comunica infine che, a giorni, pagherà 1.000 scudi di Urbino ai Frati Zoccolanti di Gerusalemme, per il lascito fatto in loro favore dal duca [Francesco Maria II della Rovere].

Luogo di destinazione: Firenze.

1636-09-06

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo] Poltri che si sta attivando per riavere degli orologi e per far completare le finiture di un cammeo che si trova a Pesaro, ma l'unico orafo del luogo, da tempo malato, non è ancora guarito. Allega una lettera dell'orologiaio di Casteldurante [Urbania]. Si riserva poi di trasmettere la nota riassuntiva del nuovo raccolto appena avrà ricevuto i dati da tutti i fattori. Rimane in attesa delle ricevute, compilate separatamente, della roba spedita a Firenze e, in particolare, di quella delle pellicce, richiesta da [Giovan Paolo] Salvioni, che le aveva riconsegnate [cfr. 17, cc. 123d-124s].

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso. Allegato (di cui non è riportato il testo): lettera dell'orologiaio di Urbania a Girolamo Vasari.

1636-09-06

Originale

lettera

Girolamo Vasari informa [Lorenzo] Poltri che Bernardino Ferrari, fattore a [Poggio de' Berni], avrebbe intenzione di recarsi a Firenze per licenziarsi, avendo ricevuto minacce di morte dall'ex fattore Florio [Facciani]. Il V. però, conoscendolo bene, non ha preso sul serio le sue "cicalate". Il [Facciani] ha spesso ripetuto di volersi recare a Pesaro per rivedere i propri conti, ma non lo ha mai fatto perché, nonostante le rassicurazioni del V., teme di essere imprigionato. Lo aspetterà per tutto il mese, dopodiché, se non si sarà presentato, manderà Ferdinando [Grazia] a [Poggio de' Berni] per l'escussione dei testimoni, scelti fra i lavoratori, e con l'intervento del vicario del luogo verrà definito l'ammontare del debito dello stesso [Facciani]. Quest'ultimo sostiene che il fattore [Bernardino Ferrari] si rifiuta di consegnargli gli atti relativi alla sua amministrazione contenuti in una cassa di cui il [Facciani] ha la chiave: tuttavia il V., consapevole dell'analfabetismo del suddetto, ritiene che i documenti possano consistere solo in ricevute di grano o di altri beni dati a credito e in lettere che lui stesso ha inviato al fattore. Aveva dato ordine al Ferrari di consegnare al [Facciani] non le ricevute, ma soltanto una nota autenticata del vicario. Lo aveva invece autorizzato alla consegna delle sue lettere, previa annotazione degli estremi delle medesime. Ha poi ordinato di trasportare la cassa chiusa a Pesaro, dove sarà aperta alla presenza del [Facciani] o di un suo rappresentante. Invita il Poltri a intervenire su Bernardino [Ferrari] per farlo recedere dall'intento di rassegnare le dimissioni per paura del [Facciani], anche perché ciò tornerà utile agli interessi di [Ferdinando II de' Medici].

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso.

1636-09-06 (nel testo: "Il 6 settembre di contro". L'anno, non espresso, è desumibile da 17, c. 158s)

Originale

lettera

Girolamo Vasari informa [Lorenzo] Poltri che il conte [Alessandro] Santinelli si era recato a San Lorenzo dalla duchessa di Urbino [Livia della Rovere]. Questa, essendo malata, lo ha invitato a tornare quando fosse guarita, per prendere visione di documenti chiusi in uno stipo del quale soltanto lei detiene e usa la chiave. Pur essendo passata la febbre, la duchessa si trattiene prudentemente a letto e ha chiesto al V. una "mezza seggiola da letto" immediatamente fornitale.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso.

1636-09-06 (nel testo: "Il detto giorno". La data, non espressa, è desumibile da 17, c. 158s)

Originale

lettera

Girolamo Vasari ha appreso da Baccio Rampini quanto [Lorenzo Poltri] gli ha scritto riguardo a Orinzio Calcagni. Questi, nel frattempo, si era recato a Pesaro per stipulare il contratto, relativo alla propria obbligazione, in conformità alla "grazia" ottenuta da [Ferdinando II de' Medici]. Il Calcagni ha già versato, a Roma, 2.700 scudi e, d'accordo con il cassiere [Guglielmo Guglielmi], avrebbe fatto un altro pagamento, al momento del contratto, di circa 633 scudi. Il V., però, lo ha fermato, facendogli presente che la situazione del suo debito, così come era stata presentata a Firenze, è in realtà diversa da quella dichiarata nel suo memoriale. Il Calcagni non ha gradito tale sospensione e ha cercato di ottenere attestati di garanzia da "religiosi et altri degni di fede"; tuttavia il V. ha tenuto un atteggiamento cortese poiché questi aveva fatto un grosso esborso di danaro. Il vicelegato [Girolamo Grimaldi] si trova a San Leo col cardinale [Antonio] Santacroce. Anche [Francesco] Fabbri è fuori sede; al suo rientro, il V. esaminerà con lui e con Baccio [Rampini] le ipotesi fatte finora sulla questione del Calcagni, il quale, secondo il V., potrebbe avere meno danaro di quanto si creda. Al momento di concludere, si vedrà quale sarà l'atteggiamento di colui che ha offerto 15.000 scudi [per rilevare il debito originario del Calcagni], forse ritenendo che la pratica fosse ormai definita. Conclude giudicando il Calcagni "tristo", ma non danaroso.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso.

1636-09-12

Originale

lettera

Girolamo Vasari conferma a [Lorenzo Poltri] che, come gli aveva comunicato, tramite il messo mandato da Firenze per consegnare i medicamenti destinati alla duchessa di Urbino [Livia della Rovere], questa si trova in convalescenza. Ciononostante, ha chiesto al medico curante una relazione, che allega, sulla malattia e sull'attuale stato di salute. La duchessa ha gradito le manifestazioni di affetto della nipote [Vittoria della Rovere] e le esprime ogni gratitudine per i farmaci che le ha inviato. Alcuni mesi fa, il V. aveva consegnato alla stessa duchessa quattro dipinti raffiguranti cavalli a grandezza naturale; ora, tramite l'abate [Giuliano] della Rovere, ha espresso il desiderio di ricevere in dono da [Ferdinando II de' Medici e Vittoria della Rovere] altri tre dipinti simili rimasti a Casteldurante e altri due o tre raffiguranti cani, anch'essi a grandezza naturale. Queste, come le altre cose che possiede, vengono custodite per conto di [Vittoria della Rovere]. Il V. aspetta istruzioni in merito.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso. Le opere artistiche menzionate non sono attualmente identificabili. Bibliografia: Giulia Semenza, "La quadreria roveresca da Casteldurante a Firenze. L'ultima dimora della collezione di Francesco Maria II", Urbino, Accademia Raffaello, in corso di pubblicazione ; Ead., "La quadreria dei Della Rovere, duchi di Urbino e il suo trasferimento a Firenze nel 1631", "Proporzioni", in corso di pubblicazione. Allegato (di cui non è riportato il testo): relazione dello stato di salute della duchessa Livia della Rovere redatto dal medico curante.

1636-09-08 (nel testo: "fino sotto dì 8 Settembre detto". L'anno, non espresso, è desumibile da 17, c. 159s)

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo] Poltri l'arrivo a Pesaro dell'inviato di [Vittoria della Rovere] con i medicamenti per la duchessa [Livia della Rovere]. La guarigione della duchessa era già stata comunicata dal V., il quale tuttavia si recherà a San Lorenzo per dimostrarle la premura della nipote e di [Ferdinando II de' Medici]. Fa poi presente che era pronto addirittura a trasferirsi a San Lorenzo qualora non si fosse ristabilita.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso.

1636-09-13

Originale

lettera

Girolamo Vasari invia a [Lorenzo Poltri] la sentenza emanata contro Luigi Rivera, aggressore di [Agostino] Veluti, ottenuta senza averne fatto richiesta al vicelegato [Girolamo Grimaldi]. Per quanto riguarda il grano promesso da Florio Facciani a [Giovan Battista Babbini] agente del conte [Francesco Maria] di Carpegna, sarà possibile conoscerne l'effettiva quantità vendutagli quando saranno stati rivisti i conti dello stesso Facciani [cfr. 154d-155s]. Nel maggio scorso, l'acquirente aveva comunque fatto un pagamento di 600 scudi. Il V. ignora se l'ex fattore abbia ricevuto altri danari e se l'acquirente abbia avuto una quantità di grano di valore superiore alla somma sborsata. In ogni caso, secondo il V. non si può onorare l'impegno assunto dal Facciani. Come il Poltri leggerà nell'allegata lettera del vicario di Poggio [de' Berni], è stata inviata a Pesaro, dove è già arrivata, la cassa con i documenti del Facciani. Questa, chiusa e sigillata, sarà aperta soltanto quando si sarà presentato lo stesso Facciani, che ne detiene la chiave, o un suo mandatario. Il V. resta fermo nell'opinione che la cassa non contenga nessun documento utile alla revisione dei conti dell'ex fattore.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso. Allegati (di cui non è riportato il testo): sentenza emanata contro Luigi Rivera; lettera del vicario di Poggio de' Berni.

1636-09-13 (nel testo: "Il 13 settembre detto". L'anno, non espresso, è desumibile da 17, c. 159d)

Originale

lettera

Girolamo Vasari comunica a [Lorenzo] Poltri di non aver mai ricevuto le piante delle proprietà pretese dai Gabuzzi, rimaste probabilmente a Firenze, in mano "di alcuno di cotesti Signori". Riguardo all'investitura dei beni di Fossombrone, ha appreso che [Francesco] Fabbri ha consegnato a [Ludovico] Ricciardi una relazione scritta in un "libretto" contenente anche la documentazione che interessa. All'occorrenza, il V. provvederà a ricercare a Pesaro copie delle precedenti investiture, oppure a richiedere gli atti eventualmente mancanti alla cancelleria vescovile di Fossombrone, dove si dovrebbero trovare con assoluta certezza. Per quanto riguarda la pianta dei beni di Fossombrone, che gli era stata richiesta, fa presente di non essere riuscito a trovare un cartografo capace di eseguirla. Con l'occasione, chiede l'invio di un tecnico da Firenze per effettuare il rilevamento topografico di tutte le fattorie e raccogliere le piante così realizzate in un cabreo da conservare a Firenze. L'operazione però dovrebbe essere condotta con la massima delicatezza, per non far credere che ci sia l'intento di rappresentare il territorio della Legazione o le fortezze.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso.

1636-09-13 (nel testo: "Il 13 settembre detto". L'anno, non espresso, è desumibile da 17, c. 159d)

Originale

lettera

Girolamo Vasari informa [Lorenzo] Poltri che [Guglielmo] Guglielmi, dopo una certa renitenza, ha accettato di condurre la revisione della Guardaroba ducale. [Francesco] Pompei è rimasto molto soddisfatto della "grazia" concessagli da [Ferdinando II de' Medici], nonostante i danni "di consideratione" subiti. [Girolamo] Monaldi sembrerebbe propenso a prendere in affitto la fattoria di Poggio de' Berni. Il V. valuterebbe positivamente tale interesse purché questi fosse disposto a pagare il giusto prezzo. Avendo appreso che sono giunti a Firenze gli arredi ecclesiastici, ne chiede la relativa ricevuta. Auspica che [Agostino] Veluti, così come ha fatto per l'incarico riguardante le riscossioni dei crediti, rassegni le dimissioni da fattore di Urbino, carica nella quale vedrebbe benissimo [Bernardino] Ferrari. Il V. non può trasmettere il bilancio dei raccolti perché gli mancano i dati della stessa fattoria di Urbino. Comunica inoltre di aver ricevuto ordine dal depositario [Cosimo del Sera] di rimettere a Roma 1.000 scudi da pagarsi ai Frati [Zoccolanti] di Terrasanta[Gerusalemme]; pertanto, domani provvederà a inviare una lettera di cambio all'ambasciatore fiorentino [Francesco Niccolini]. Ai Suardi saranno dati gli interessi dei beni dei Baldassini quando avranno fornito le dovute garanzie. Esprime il proprio rammarico per un'indisposizione della granduchessa [Vittoria della Rovere] e si compiace per la sua guarigione.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso.

1636-09-13 (nel testo: "Il 13 settembre detto". L'anno, non espresso, è desumibile da 17, c. 159d)

Originale

lettera

Girolamo Vasari informa il depositario Cosimo del Sera che l'indomani invierà lettere di cambio a Roma all'ambasciatore [Francesco] Niccolini per i 1.000 scudi che devono essere pagati ai Frati [Zoccolanti] di Terrasanta [Gerusalemme]. Comunicherà poi quanto necessario per la relativa registrazione contabile. E' costantemente impegnato ad acquistare grano e miglio per la Terra del Sole. Fortunatamente, nelle zone costiere il grano comincia ad arrivare e, di conseguenza, i prezzi scendono. A Cesenatico costa 11 scudi e mezzo a rubbio, a cui bisogna però aggiungere l'importo delle numerose gabelle da pagare per il relativo trasporto. Sul mercato è arrivato miglio dalla Lombardia, ma ancora il prezzo non è definito e il V. chiede ragguagli sui costi che può sostenere e sulle quantità da acquistare. Il marchese Leonida Malatesta, afflitto dalla gotta, è impegnato nella ricerca di viveri per i suoi castelli e tratta con gli stessi fornitori del V., cioè con i conti Mario e Francesco Maria di Carpegna, i quali, quando nessuno comprava, hanno fatto incetta di grano sia dalla Camera apostolica, sia da privati. Hanno anche acquistato i grani delle fattorie di Urbino, Fossombrone e Poggio de' Berni. Avevano già iniziato a vendere fuori il grano accumulato, quando si è verificata l'alluvione di maggio-giugno. Di conseguenza, è stato loro impedito di vendere altrove e quindi si ritrovano una tale quantità di grano da poter supplire a ogni necessità. Il V. suggerisce poi di mandare il provveditore della Terra del Sole [Gello Catastini] a trattare con Francesco Maria di Carpegna, poiché non ritiene opportuno andarvi di persona. Infatti è ancora pendente la questione determinata dal fattore di Poggio de' Berni [Florio Facciani], che ha promesso al conte una quantità di grano superiore a quella di cui avrebbe potuto disporre. Quest'ultimo pretende la fornitura promessagli e la diatriba è finita davanti al bargello di campagna. Per il momento non può fornire ulteriori dettagli poiché non ha più potuto parlare coll'ex fattore.

Luogo di destinazione: [Firenze]. Luogo non espresso.

1636-09-16 (nel testo: "Il 16 settembre". L'anno, non espresso, è desumibile da 17, c. 159d)

Originale

lettera

Girolamo Vasari scrive all'ambasciatore fiorentino a Roma [Francesco Niccolini] per comunicargli di aver ricevuto disposizioni da [Ferdinando II de' Medici] che paghi 1.000 scudi di Urbino ai Frati Zoccolanti di Gerusalemme, per il legato disposto in loro favore dall'ultimo duca di Urbino [Francesco Maria II della Rovere], affinché pregassero per la sua anima. Allega due lettere di cambio da parte di Girolamo Melzi e del maggiore Giovan Battista Berni. Il V. chiede che, avvenuto il pagamento, l'ambasciatore gli trasmetta la copia autentica della relativa quietanza per procedere alla registrazione contabile. Infine sarà necessario accertarsi che gli stessi Frati abbiano ripreso possesso del convento e della chiesa a Gerusalemme e che quest'ultima sia officiata come avveniva prima che fosse loro tolta.

Luogo di destinazione: Roma. Allegati (di cui non è riportato il testo): lettere di cambio da parte di Girolamo Melzi e Giovan Battista Berni.

1636-09-18 (nel testo: "Il 18 settembre". L'anno, non espresso, è desumibile da 17, c. 162d)

Originale

lettera

Girolamo Vasari scrive al fattore [di Urbino] Agostino Veluti rimproverandogli di non rispondere a tutte le sue lettere e di non conformarsi agli ordini che gli vengono impartiti. Gli consiglia di lasciare l'incarico prima di essere licenziato e gli "promette" che non gli manderà altri avvisi perché ha esaurito la pazienza.

Luogo di destinazione: Urbino.