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Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Palatino, C.B.3.53/II striscia 1446

Manoscritto cartaceo; carte sciolte, conservate sotto passe-partout in varie cartelle chiuse da lacci di stoffa; 1541-1616 data desumibile (gli estremi cronologici si riferiscono al Carnevale 1541, in occasione del quale Francesco Primaticcio approntò il bozzetto del costume a c. 58r, e alle feste fiorentine del febbraio e dell’ottobre 1616, per le quali furono realizzati da Giulio Parigi i disegni alle cc. 39r-41r (vd. infra)); cc. 100;

Identificatore
CNMD\0000300304
Legatura
Legatura presente
Datazione: ;
Origine: Presso il Settore Manoscritti e Rari è conservata la legatura ottocentesca con piatti in cartone coperti di carta marmorizzata, dorso e punte in cuoio; sul dorso il titolo in oro Parigi. Disegni originali di carri e mascherate. Vol. II.
Storia del manoscritto
Trascrizione/descrizione di elementi storici: Secondo di due volumi (insieme al BNCF, Palatino C.B.3.53/I striscia 1445) in origine rilegati e dotati di frontespizio, ma oggi smontati e ridotti a fogli sciolti, il ms. è costituito da cento tavole, alcune disegnate anche sul verso, contenenti 112 fra disegni, schizzi e bozzetti destinati a rappresentazioni teatrali o feste in maschera, soprattutto figurini originali da affidare a sarti e artigiani per la realizzazione dei costumi di attori, cantanti e comparse. Di queste tavole, le prime 37 costituiscono - insieme con la 74 - un blocco unitario che comprende i disegni dei costumi preparati da Bernardo Buontalenti e dai suoi assistenti per gli intermezzi della commedia di Girolamo Bargagli La pellegrina, rappresentata il 2 maggio 1589 in occasione delle nozze del granduca Ferdinando I de’ Medici con Cristina di Lorena. Aby Warburg, che per primo collegò i bozzetti del Buontalenti al grande apparato mediceo del 1589, ebbe modo di vedere i due volumi ancora integri, conservati con suo stupore fra le opere a stampa ed «erroneamente attribuiti a Giulio Parigi» (cfr. Warburg, Costumi teatrali per gli intermezzi del 1589, p. 68 nota 4), il quale, tuttavia, secondo Baroni, ne sarebbe «il più probabile collettore» (cfr. Baroni, Disegni per la mascherata, p. 43): la sua mano è presente infatti in entrambi i volumi palatini ed è possibile che queste tavole, conservate nella Guardaroba Medicea per essere riutilizzate «come materiale da lavoro a disposizione di futuri allestimenti» (ibid.) siano state successivamente riunite dallo stesso Parigi. Tra il 1973 e il 1974 il volume è stato restaurato dalla ditta Giuseppe Masi di Firenze: è stata tolta la legatura e le singole carte sono state messe in passe-partout. Sempre dalla ditta Masi sono state realizzate le cartelle in tela entro le quali i disegni sono tuttora conservati. All'interno del piatto anteriore della legatura ottocentesca, a matita, la segnatura C.B.3.53/II. Della stessa mano, a matita, l'indicazione Buontalenti (meno uno Parigi).

Nomi legati alla descrizione esterna:
Contenuti
Titoli
Titolo presente: Disegni di vestiture per deità, virtù mascherate ed altri oggetti coll’aggiunta di alcuni disegni di carri per pubbliche rappresentanze .
Note al testo
tavv. 1-100
Osservazioni
I disegni si collocano in genere sul recto di ciascuna tavola, talora anche sul verso. Trattandosi in gran parte di figurini, sono spesso corredati da annotazioni di mani diverse, sia di carattere tecnico (materiali, colori, tipologia delle stoffe, numero degli esemplari in cui ogni costume doveva essere realizzato), sia relative ai nomi degli interpreti. Nell'elenco che segue, il numero di tavola e carta è accompagnato dalle misure (quelle della parte effettiva di disegno entro il passe-partout) e dal titolo, se possibile la didascalia originale, in assenza della quale si offre un’indicazione generica del soggetto tra parentesi quadre. Nel caso dei bozzetti del Buontalenti, poiché questi non seguono l’ordine effettivo della rappresentazione, viene indicato per ragioni di chiarezza anche l’intermezzo di riferimento:

frontespizio = c.n.n. (mm 555 × 420)
La tavola costituisce il frontespizio della raccolta e reca a caratteri capitali il titolo: Disegni / di / vestiture / per / deità, virtù mascherate / ed altri oggetti / coll’aggiunta di alcuni / disegni di carri/ per pubbliche / rappresentanze; in basso, a destra, il timbro a secco con la civetta.

tav. 1 = c. 1r (mm 472 × 374) [Apollo] [Terzo intermezzo]
Il bozzetto, realizzato da Bernardo Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 106-107 nr. 56.3.1), rappresenta Apollo, in piedi, con arco e freccia. Nel margine superiore la nota: Vestita come l’utima (sic) maschera di n. 37, a indicare che l’attore avrebbe dovuto vestirsi come l’Apollo del bozzetto contrassegnato da tale numero (vd. infra, tav. 24, c. 24r). Oltre a questo, infatti, nella raccolta del Buontalenti compaiono altri due disegni di Apollo: quello, appunto, a c. 24r e quello ritratto a c. 12r (vd. infra, tav. 12) relativo al sesto intermezzo. Nel margine inferiore una mano coeva indica sotto il personaggio i colori degli abiti: La disopra figura va vestito di tela d’oro, sopra turchino e rosso il resto, integrata al termine da una mano diversa che aggiunge: et la capellatura d’oro; in alto a destra, la numerazione antica, 1.

tav. 2 = c. 2r (mm 476 × 371) Marinaro [Quinto intermezzo]
Eseguito dal Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 111 nr. 56.5.6), il disegno ritrae uno dei sei galeotti della nave di Arione. Nel margine inferiore, sotto la figura, la didascalia relativa al costume: Questo marinaro à essere vestito di biancho e turchino n° 4. In alto, a sinistra, di mano coeva, i nomi degli interpreti, numerati: 31 m. Crist.o / 32 m. Ant.o Naldi / 33 Ceserone Basso / 34 [cancellato: Alberigho] s. Lod.co Belevanti / 35 Gio. Lapi / 36 Tonino del Franc(iosi)no , e poco più sotto: n. 37 un putto che alza e mant.ci / vestito a med.o modo / che si chiama Piero Castrato / detto Aquatrici; in alto a destra, l’antica numerazione, 8.

tav. 3 = c. 3r (mm 475 × 374) Mozo [Quinto intermezzo]
Il bozzetto, opera del Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 111 nr. 56.5.5), rappresenta uno dei sei mozzi della nave di Arione. A centro del margine inferiore, la nota: Questo è un mozo vestito di verde et azurro n° 4; al di sotto, un’altra mano ribadisce: Un mozzo di nave. In alto, a sinistra, una mano coeva riporta i nomi degli interpreti preceduti dal loro numero: 25 Gio. B.a del Franc(iosi)no / 26 [cancellato: Tom.so di Roma come me] s(er) Piero Masselli / 27 Mario Luchini / 28 Raf.lo Gucci / 29 Fra Lazzero / 30 [cancellato: Gio. F.co Tromb.ne san.se] Zanobi Ciliani; in alto a destra, la numerazione antica, 7.

tav. 4 = c. 4r (mm 474 × 375) Nochiere [Quinto intermezzo]
Realizzato da Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 111 nr. 56.5.4), il disegno raffigura uno dei due nocchieri della nave di Arione. Nel margine superiore i nomi degli interpreti, preceduti dal relativo numero: n. 23 Paolino del Franc(iosi)no / n. 24 [cancellato: Oratio del s.r Emilio] Oratino del Franc(iosi)no; nel margine inferiore, sotto al personaggio, di altra mano: Questa figura ch’è un nochiere va vestito di drappo turchino, / e calzoni bianchi; in alto a destra, la numerazione originale, 6.

tav. 5 = c. 5r (mm 475 × 375) Marinaro [Quinto intermezzo]
Il bozzetto, eseguito dal Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 111 nr. 56.5.3), ritrae uno dei marinai della nave di Arione. Nel margine inferiore, sotto la figura, la consueta didascalia relativa al costume: Di questa figura vanne vestito n° 4 / hanno a essere marinari di colori bianchi e rossi / diversi l’uno dall’altro. In alto, a sinistra, i nomi degli interpreti, numerati: n. 17 [cancellati: Honofrio Gualfreducci Horatino del s.r Emilio] Placito / n. 18 Alex.o del Francios.no del Cornetto / n. 19 [cancellato: m. Crist.o] il Biondino Tonino del Francios.no / n. 20 Oratio del Francios.no / n. 21 Gio. del Francios.no / n. 22 [cancellato: Gio. del Minugiaio] o per lui Dom.co Rossino / [cancellato: 23]; in alto a destra, la numerazione antica, 5.

tav. 6 = c. 6r (mm 478 × 377) Arione [Quinto intermezzo]
Il bozzetto, dovuto sempre alla mano del Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 110-111 nr. 56.5.2), raffigura il protagonista del quinto intermezzo, il poeta Arione, che, gettato in mare, fu salvato da un delfino; sotto i suoi piedi, la didascalia: Questa figura va vestita tutta di rosso con fondo d’oro sotto e sopra; aggiunto da mano coeva, il nome dell'interprete: Arione n° 16 Iacopo Peri Zazzerino; in alto a destra, la numerazione antica, 4.

tav. 7 = c. 7r (mm 472 × 374) [Gazza] [Secondo intermezzo]
Eseguito da Bernardo Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 106 nr. 56.2.4), il disegno, destinato al secondo intermezzo riguardante la gara fra le Muse e le Pieridi, ritrae una delle gazze in cui appunto le Pieridi, sconfitte, furono trasformate. Sotto il bozzetto la nota: Nove maschere di questa sorte, e i numeri relativi agli interpreti, n. 27 28 29 30 31 32 33 34 35; in alto a destra, l’antica numerazione, 4.

tav. 8 = c. 8r (mm 470 × 373) [Musa] [Secondo intermezzo]
Il disegno, dovuto sempre alla mano del Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 106 nr. 56.2.3), ritrae una delle nove Muse. In basso, sotto i suoi piedi, la solita didascalia relativa al costume: La di sopra va vestita sopra incarnato bianco verde e pagonazo / di questo abito ne assere fatte n° 9; seguono, di mano coeva, i numeri corrispondenti ai nove interpreti, n° 17 [corretto in: 18] n° 19 20 21 22 23 24 25 26. In alto a destra, la numerazione originale, 3.

tav. 9 = c. 9r (mm 470 × 370) [Pieride] [Secondo intermezzo]
Opera del Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 105-106 nr. 56.2.2), il bozzetto raffigura una delle nove Pieridi, protagoniste della contesa con le Muse. Nel margine inferiore, la nota: La disopra figura va vestita disopra azurro giallo incarnato e verde / e di questo abiti ne a essere fatti n° 9 [cancellato e corretto in: 1]; segue, di mano coeva: n. 17, parimenti corretto da un originario 13; in alto a destra, la numerazione antica, 2.

tav. 10 = c. 10r (mm 480 × 378) [Ninfa marina] [Quinto intermezzo]
Realizzato da Bernardo Buontalenti, di cui reca in basso a destra il monogramma BT (cfr. Castelli, Per un regale evento, 110 nr. 56.5.1), il disegno ritrae una delle ninfe marine suddite di Anfitrite, immersa nell’acqua fino ai fianchi. Nel margine inferiore, sotto la figura: Questa va vestita tuta di raso bianco con la mantellina mavi et se ne a da fare n° 14. Seguono, numerati, i nomi degli interpreti: n. 1 Margherita del s.r Ant.o / n. 2 Niccolò Castrato / n. 3 Zanobi Ciliani /n. 4 Don Gio. Basso / n. 5 Gio. B.a Iacom(e)lli del Violino / n. 6 Prete Riccio / n. 7 Ant.o Archilei /n. 8 Pompeo Stabile come ms. Crist.o o per lui Gio. del Minug(iaio) / n. 9 Gio. F.co di Roma come ms. Ant.o Naldi / n. 10 Luigi del Corn.tto come me o per lui / n. 11 [spazio bianco] Cetera di Siena / n. 12 [cancellato: Mario Luchini] Vergilio putto o per lui / n. 13 Ant.o Fr.co del Bottigliere / n. 14 G. Batt.a ser Iacopi; in alto a destra, l’antica numerazione, 1.

tav. 11 = c. 11r (mm 474 × 370) [Armonia Doria] [Primo intermezzo]
Il disegno, dovuto sempre al Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 103 nr. 56.1.1), ritrae l’Armonia dell’universo, discesa sulla terra a beneficio degli sposi granducali; sulla sua testa, il numero romano I (a indicare in lei la prima delle Sirene celesti, numerate nei loro bozzetti da “II” a “XVIII”: ibid.); nel margine superiore destro, la didascalia: In capo sette gioie sopra le treccie e aconciatura / vestita tutta di lionato et adorna di vel[luto] / d’altri colori che canpeggino con lionato / in mano l’arpe / sopra una nugola a sedere (manca parte del testo a causa della rifilatura della carta). In basso sulla sinistra, una mano coeva scrive il nome dell'interprete: S.a Vitoria, riferito a Vittoria Archilei, che aprì appunto l’intermezzo comparendo in cielo sopra una nuvola (ibid.); in alto a destra, la numerazione antica, 13.

tav. 12 = c. 12r (mm 470 × 370) [Apollo] [Sesto intermezzo]
Eseguito da Bernardo Buontalenti, il bozzetto raffigura Apollo incoronato e con la lira in mano (cfr. Castelli, Per un regale evento, 112 nr. 56.6.1). Mancano del tutto le didascalie; in alto a destra, la numerazione originale, 23, e, a fianco, un numero a matita cassato, di incerta restituzione, 11(? 44?).

tav. 13 = c. 13r (mm 470 × 373) [Coppia delfica] [Terzo intermezzo]
Il disegno, opera del Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 107 nr. 56.3.3), raffigura la seconda delle diciotto coppie di abitanti di Delfi, un uomo e una donna, che si avvicendano sulla scena, provenendo le prime nove dalla sinistra del palcoscenico, quindi le altre nove dal lato opposto (ibid.). Nel margine superiore sono annotati i nomi degli interpreti, che in questo caso sono doppi così come la numerazione perché riferiti non ad una sola coppia, ma a due (ibid.); nel margine inferiore, di mano coeva, i colori degli abiti: sotto la figura maschile, Questa va vestito disopra azurro, / rosso / e verde, e sotto quella femminile, Questa va disopra vestita di rosso, / maniche gialle / biancho e mavi; in alto a destra, l’antica numerazione, 3.

tav. 14 = c. 14r (mm 464 × 373) [Coppia delfica] [Terzo intermezzo]
Realizzato da Bernardo Buontalenti, il disegno illustra i costumi per un’altra delle coppie delfiche (cfr. Castelli, Per un regale evento, 107-108 nr. 56.3.4). Nel margine superiore sono annotati i nomi degli interpreti: sopra la figura maschile, n. 9 Cieserone Basso, e sopra quella femminile, n. 10 Zanobi Ciliani; nel margine inferiore, i colori degli abiti: sotto quello maschile, Questo va di sopra di pagonazo, / verde, / rosso, e sotto quello femminile, Questa va di sopra il busto turchino, / maniche gialle e la sotto vesta / incarnato più abasso; in alto a destra, la numerazione antica, 4.

tav. 15 = c. 15r (mm 468 × 373) [Coppia delfica] [Terzo intermezzo]
Opera del Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 108 nr. 56.3.5), anche questo bozzetto rappresenta una coppia di abitanti di Delfi. Entrambe le figure sono accompagnate, al di sopra da numero e nome dell’interprete, al di sotto dalla didascalia relativa ai colori dei costumi: per la figura maschile, Questo va di sopra vestito pagonazo, / incarnato e turchino, e sotto quella femminile, Questa va vestita di rosso, / biancho e mavi; in alto sulla destra, l’antica numerazione, 5.

tav. 16 = c. 16r (mm 470 × 371) [Coppia delfica] [Terzo intermezzo]
Il disegno, realizzato dal Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 108 nr. 56.3.6), ritrae un’altra delle coppie delfiche. Nel margine superiore sono annotati i nomi degli interpreti: sopra la figura maschile, n. 13 Gio. Franc.o vene da Roma, sopra quella femminile: n. 14 Bardella; nel margine inferiore, per la figura maschile questo va di sopra vestito turchino, / incarnato / e verde , e sotto quella femminile, questa va di sopra il busto incarnato, / turchino / e verde e rosso; a destra, in alto, la numerazione originale, 6. Insieme alla tavola è conservato un cartellino che ne ricorda l’esposizione in una mostra (Tav. 16 - Bozzetti per due figuranti in costumi ‘delfici’. Tracce di matita nera, penna e inchiostro nero, tempere acquarellate su carta. I figurini presentano i costumi di due danzatori che formavano una delle diciotto coppie di abitanti di Delfi presenti nel terzo intermezzo (Il combattimento tra Apollo e Pitone).

tav. 17 = c. 17r (mm 470 × 374) [Coppia delfica] [Terzo intermezzo]
Anche questa coppia delfica, opera di Bernardo Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 108 nr. 56.3.7), reca, come le altre, le didascalie relative ai nomi degli interpreti, segnate al di sopra di ognuna, e quelle riguardanti i colori dei costumi, riportate al di sotto: nell’ordine, per la figura maschile n. 15 Ruberto Rovai e questa va col manto turchino, / sotto verde, biancho e incarnato, per quella femminile, n. 16 Benedetto Guardi / vestito come n° 15 e questa va col manto rosso, / il busto turchino e fino a’ piedi / incarnato; in alto sulla destra, la numerazione originale, 7. La discrepanza tra i colori indicati nelle didascalie e quelli dei costumi del bozzetto sembrerebbe dimostrare che la realizzazione effettiva nell’allestimento scenico fu talora differente dal progetto iniziale (ibid.).

tav. 18 = c. 18r (mm 470 × 370) [Coppia delfica] [Terzo intermezzo]
Realizzato dal Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 108 nr. 56.3.8), il bozzetto ritrae un’altra coppia delfica accompagnata nel margine superiore dai nomi degli interpreti, cancellati e corretti al di sopra con quelli di altri: per la figura maschile, n. 17 Gio. Bat. Violino, e per quella femminile n. 18 Nicholò Castrato; a destra, in alto, la numerazione originale, 8. Mancano invece le didascalie relative ai colori dei costumi, assenza comune a tutti i disegni delle coppie delfiche seguenti (ibid.). La figura femminile, ritratta di schiena per mostrare l’acconciatura che termina in una lunga treccia, ne sostituisce una precedente ritratta di tre quarti e di cui si intravede ancora il volto, probabilmente frutto di un ripensamento «forse proprio legato alla necessità di dover mostrare l’elaborata pettinatura» (ibid.).

tav. 19 = c. 19r (mm 470 × 370) [Coppia delfica] [Terzo intermezzo]
Anche questa coppia delfica, dovuta alla mano del Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 108-109 nr. 56.3.9), è corredata nel margine superiore dall’indicazione degli interpreti, preceduta dal rispettivo numero: sopra la figura maschile si legge n. 19 Lessandro del Franzosino, mentre su quella femminile il nome è stato lasciato in bianco n. 20 … che suona / di trombone del Frazosino; nell’angolo superiore destro, la numerazione originale, 9.

tav. 20 = c. 20r (mm 470 × 375) [Coppia delfica] [Terzo intermezzo]
Il disegno, realizzato dal Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 109 nr. 56.3.10), raffigura un’altra coppia delfica. Nel margine superiore, i nomi degli interpreti: sopra la figura femminile, n. 21 s.ra Margherita (i.e. Margherita Archilei: ibid.), sopra quella maschile, n. 22 s(ignor) Luca; sulla destra, in alto, la numerazione originale, 10.

tav. 21 = c. 21r (mm 467 × 370) [Coppia delfica] [Terzo intermezzo]
Anche questo bozzetto, opera del Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 109 nr. 56.3.11) e raffigurante un’altra delle coppie di abitanti di Delfi, reca nel margine superiore il numero e il nome dell’interprete: sopra la figura maschile, n. 25 Stabile (i.e. Pompeo Stabile), sopra quella femminile, n. 26 Centio putto; in alto a destra, la numerazione originale, 12.

tav. 22 = c. 22r (mm 467 × 366) [Coppia delfica] [Terzo intermezzo]
Realizzato dal Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 109 nr. 56.3.12), il disegno ritrae ancora una coppia delfica, accompagnata dalle consuete didascalie nel margine superiore, rispettivamente sopra la figura femminile e sopra quella maschile: n. 27 Lucia (i.e. Lucia Caccini) e n. 28 Tommaso; in alto sulla destra, la numerazione originale, 13.

tav. 23 = c. 23r (mm 470 × 368) [Coppia delfica] [Terzo intermezzo]
Il bozzetto, opera del Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 109 nr. 56.3.13), raffigura un’altra delle coppie delfiche. Nel margine superiore sono annotati i nomi degli interpreti, in questo caso doppi così come la numerazione perché riferiti non ad una sola coppia, ma a due; in alto sulla destra, la numerazione originale, 14.

tav. 24
c. 24v (mm 460 × 354) [Coppia delfica] [Terzo intermezzo]
Eseguito da Bernardo Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 109 nr. 56.3.14), il disegno ritrae ancora una coppia delfica, accompagnata nel margine superiore dai nomi degli interpreti, anche qui doppi perché riferiti a due coppie, fra cui il famoso Iacopo Peri detto Zazerino: sopra la figura femminile, n. 33 Baccio Palibotria e n. 35 Iac.o Zazerino, sopra quella maschile n. 34 Duritio e n. 36 Placito; in alto sulla destra, la numerazione originale, 15.
c. 24r (mm 470 × 367) [Apollo] [Terzo intermezzo]
Il bozzetto del Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 109-110 nr. 56.3.15) costituisce la prima metà della battaglia Pitica e raffigura Apollo in volo che tende l’arco, scoccando la freccia che trafigge il drago (vd. tav. 25): le due tavole erano chiaramente in successione e nel ms. originale questa carta occupava il verso anziché il recto come nell’attuale sistemazione su passe-partout. Nel margine superiore, la didascalia con numero e nome dell’interprete: n. 37 Aghostino come la prima maschera senza numero; sotto l’immagine: la presente figura va vestita di abito et cholore simile alla prima di questo 3° intermedi.

tav. 25 = c. 25r (mm 469 × 367) [Drago] [Terzo intermezzo]
Il disegno, opera del Buontalenti, completa la scena della battaglia Pitica (vd. tav. 24), di cui costituisce la seconda metà. «Dal Memoriale et Ricordi di Girolamo Seriacopi (ASFI, filza 3679, c. 24r) sappiamo che la testa e le zampe del mostro vennero costruite di cartapesta , mentre il corpo aveva un’anima di legno. La costruzione della macchina ebbe inizio il 7 febbraio 1589» (cfr. Castelli, Per un regale evento, 110 nr. 56.3.16). In alto sulla destra, la numerazione originale, 16.

tav. 26 = c. 26r (mm 466 × 373) [Coppia delfica] [Terzo intermezzo]
Questo è il primo dei disegni che illustrano i costumi delle diciotto coppie delfiche, opera del Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 107 nr. 56.3.2). Nel margine superiore sono annotati, al solito, numeri e nomi degli interpreti; nel margine inferiore una mano coeva specifica sotto ciascuna figura i colori degli abiti, che non sempre corrispondono a quelli del bozzetto: sotto quella maschile, questo va vestito di sopra rosso verde e azurro, sotto quella femminile, questa va vestita turchino il busto, / le maniche rosse e quel che va nelle falde, / incarnato / biancho; in alto sulla destra, la numerazione antica, 2.

tav. 27 = c. 27r (mm 480 × 350) [Necessitas e Parche] [Primo intermezzo]
Il disegno, accompagnato, nel margine superiore, dall’indicazione Figure del celo, mostra un gruppo di quattro figure raccolte intorno ad un grande fuso, identificabili con la Necessitas e le tre Parche ai suoi piedi, su uno sfondo di nubi, che nella rappresentazione scendevano dall’alto proprio grazie all’uso di una speciale nuvola (cfr. Castelli, Per un regale evento, 103 nr. 56.1.2). Nel bozzetto, opera di Bernardo Buontalenti (ibid.), ogni figura è contraddistinta da un numero segnato sulle vesti (tranne la prima Parca, che lo ha a fianco), rispettivamente n. 23 per la Necessitas, n. 21, n. 22 e n. 24 per le tre Parche. I colori delle vesti sono indicati nella didascalia incollata su c. 29v.

tav. 28 = c. 28r (mm 366 × 458) [Pianeti: Luna, Venere, Marte, Saturno] [Primo intermezzo]
I quattro pianeti rappresentati in questo bozzetto, opera del Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 103-104 nr. 56.1.3), stavano sulla scena accanto alla nuvola della Necessitas e delle tre Parche, posti sul lato destro della scena, come indicato dalla nota Manritta nel margine superiore destro. Ogni pianeta, rappresentato da una divinità e un segno zodiacale, è contrassegnato da un numero e da una lettera: la Luna (n. 17 A), raffigurata come Diana, ha sotto i piedi il Cancro; Venere (B n. 18), ritratta come la dea omonima, accompagnata da Eros, tiene fra le ginocchia il Toro; Marte (C n. 19), figurato come il dio dal medesimo nome, ha sotto uno dei calzari lo Scorpione; infine Saturno (n. 20 D), rappresentato come l’omonimo dio, tiene fra le gambe l’Ariete. Sotto ogni figura sono indicati i colori dei loro scranni.
c. 28v: la carta reca incollata la didascalia relativa alle vesti dei quattro pianeti posti invece a sinistra e raffigurati sulla tav. 29 (vd. infra): F. Mercurio ignudo con un manto di sei colori, G. di drappo d’oro col fondo rosso con un manto simile, H. sino a mezonudo, dal mezo in gu con un manto turchino fregiato d’oro, I. vestita tutta turchina, maniche d’altra sorte.

tav. 29 = c. 29r (mm 363 × 454) [Pianeti: Mercurio, Sole, Giove, Astrea] [Primo intermezzo]
I quattro pianeti qui raffigurati, parimenti opera di Bernardo Buontalenti, erano posti sul lato sinistro della scena, come probabilmente indicava la scritta quasi integralmente asportata nel margine superiore. Anche in questo caso ad ogni pianeta corrispondono una divinità e un segno zodiacale di riferimento, oltre che un contrassegno alfanumerico a cui fa riferimento la didascalia a c. 28v (vd. supra): Mercurio (n. 25 F), raffigurato come il dio omonimo, tiene sotto il braccio sinistro il Capricorno; il Sole (G n. 26), ritratto come il dio Apollo, poggia la mano sulla testa del Leone; Giove (H n. 27), figurato come il dio dal medesimo nome, ha ai suoi piedi il segno dei Pesci; da ultima Astrea (I n. 28), rappresentata con la bilancia della giustizia in mano, è collegata al medesimo segno (cfr. Castelli, Per un regale evento, 104 nr. 56.1.4); anche in questo caso, sotto ogni figura sono annotati i colori degli scranni su cui sta seduta. Nell’angolo inferiore destro la numerazione antica, 9.
c. 29v: la carta reca incollata la didascalia relativa alle vesti delle figure di tav. 27: Tutte le di contro tre figure dappiè vanno vestite tutto biancho / N.(= Necessitas?) va vestita di cenerogniolo tutta.

tavv. 30-31 = cc. 30v-31r (mm 808 × 571) [Ninfe Amadriadi] [Secondo intermezzo]
Opera del Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 105 nr. 56.2.1), la tavola, doppia, è costituita da due carte incollate fra loro, dopo essere state disegnate e dipinte: raffigura il monte Parnaso su cui le ninfe Amadriadi, giudici della contesa fra Muse e Pieridi, sono assise con una disposizione a piramide (tre al vertice, quattro in mezzo, cinque alla base), numerate da 1 a 12. Nell’angolo superiore destro, le consuete note relative ai colori dei costumi di ognuna, opportunamente richiamata dal proprio numero; segue di altra mano l’aggiunta: Nota che le sud(dett)e figure ànno a essere 16, a indicare che probabilmente il numero totale delle Amadriadi era stato poi aumentato, come pare confermare anche l’indicazione 13-16 sotto la ninfa nr. 8.

tav. 32
c. 32r (mm 414 × 289) [Sirena III: Sirena celeste della Seconda sfera - Mercurio] [Primo intermezzo]
Il bozzetto raffigura una delle Sirene celesti che entrano in scena nel primo intermezzo insieme agli otto Pianeti e alla Necessitas accompagnata dalle Parche: all’inizio tredici in tutto, il loro numero fu poi aumentato fino a diciassette, ognuna riferibile a un pianeta o a una sfera di appartenenza. Questa è la Sirena della Seconda sfera, come indica il simbolo di Mercurio sulla sua testa; ai lati della figura o direttamente sulle sue vesti, le indicazioni dei colori dell'abito; sotto i suoi piedi il nr. 2.
c. 32v (mm 404 × 280) [Sirena II: Sirena celeste della Prima sfera - Luna] [Primo intermezzo]
Il disegno, probabilmente opera come il precedente degli assistenti di Bernardo Buontalenti (Silvia Castelli, Per un regale evento, 10 nr. 56.1.5, ipotizza il nome di Andrea Boscoli), raffigura la Sirena celeste della Prima sfera: sulla testa, il simbolo della Luna; ai lati e direttamente sulle vesti, le indicazioni dei colori del costume, purtroppo parzialmente coperte dal passe-partout; sotto i suoi piedi il nr. 1. Probabilmente l’ordine delle due tavole è stato invertito.

tav. 33
c. 33r (mm 475 × 366) [Sirena IIII: Sirena celeste della Terza sfera - Venere] [Primo intermezzo]
Sulla testa, il simbolo della sfera celeste e il nr. romano: N°. IIII; come di consueto, ai lati della figura e direttamente sulle sue vesti, le indicazioni relative all’abito; sotto i suoi piedi il nr. 3; in basso a sinistra, il nome dell'interprete: Iacopo Peri detto il Zanzerino; in alto a destra, la numerazione antica, 3.
c. 33v (mm 465 × 354) [Sirena V: Sirena celeste della Quarta sfera - Sole] [Primo intermezzo]
La Sirena della Quarta sfera reca sulla testa il simbolo del Sole e il nr. romano: N°. V; ai suoi lati e direttamente sulle sue vesti, le indicazioni relative al costume: vestita di penne, rosso, tutto dore l’abito; sotto i suoi piedi, il nr. 4; in basso a sinistra, a matita, parzialmente coperto dal passe-partout, il nome dell'interprete: [B]ardella.

tav. 34
c. 34r (mm 460 × 360) [Sirena VI: Sirena celeste della Quinta sfera - Marte] [Primo intermezzo]
Sulla testa, il simbolo della sfera celeste e il nr. romano: N°. VI; ai lati e sulle vesti della figura le consuete note sui colori dell’abito; sotto i suoi piedi, il nr. 5; in basso a sinistra, il nome dell'interprete: Gio. Lapi (scritto sopra al depennato: Baccio Palibotria).
c. 34v (mm 471 × 370) [Sirena VII: Sirena celeste della Sesta sfera - Giove] [Primo intermezzo]
La figura, che reca sulla testa il simbolo della sfera celeste e il nr. romano: N°. VII, presenta ai lati direttamente sulle vesti le indicazioni relative all'abito; sotto ai piedi, il nr. 6; in basso a sinistra, il nome dell'interprete: Baccio Palibotria.

tav. 35
c. 35r (mm 473 × 370) [Sirena VIII: Sirena celeste della Settima sfera - Saturno] [Primo intermezzo]
La Sirena della Settima sfera porta sulla testa il simbolo di Saturno e il nr. romano: N°. VIII; al solito, le note relative all’abito sono scritte sia ai lati che direttamente sulle vesti; sotto i suoi piedi il nr. 7; in basso sulla sinistra, il nome dell'interprete: Nicholo Castrato; in alto sulla destra, la numerazione antica, 5.
c. 35v (mm 473 × 370) [Sirena X: Sirena celeste della Nona sfera] [Primo intermezzo]
Sulla testa, circondata da una corona di stelle, il nr. romano: N°. X (corretto su: VIIII); ai lati della figura e sulle sue vesti, le indicazioni riguardanti il costume: come si vede di penne, verde, trasparente sì come la foglia del diamante tutto l’abito (si intravedono tracce di altre indicazioni, svanite: rosa); sotto i suoi piedi il nr. 9; in basso a sinistra: Di questa sorte cenesono (sic) disegnate tre ànno a essere cinque (depennato e corretto a marg. in: 7); nel marg. inferiore, di altra mano, il nome dell'interprete: Gio. Batista del Violino, integrato in: Iacomelli.

tav. 36
c. 36r (mm 464 × 362) [Sirena XI: Sirena celeste della Decima sfera] [Primo intermezzo]
Anche in questo caso, come per la Sirena X, manca il simbolo della sfera celeste, sostituito da una corona di stelle; sulla testa il nr. romano: N°. XI; ai lati della figura e sulle sue vesti, le indicazioni dei colori dell’abito; sotto i piedi il nr. 10; in basso sulla sinistra, il nome dell'interprete: Raffaello Guci.
c. 36v (mm 474 × 376) [Sirena XII: Sirena celeste - Empireo] [Primo intermezzo]
Sulla testa il nr. romano: N°. XII (corretto da: XV); ai lati e direttamente sulle sue vesti, la figura reca, al solito, le note relative al costume; sotto i suoi piedi, il nr. 11; in basso sulla sinistra, a matita, i nomi degli interpreti: 12. Giulio Romano. / 13. Uno contralto. / 14. Batista ser Iachopi. 15. Durizio. / 16. Zanobi Ciliani.

tav. 37
c. 37r (mm 473 × 345) [Sirena VIIII: Sirena celeste dell’Ottava sfera] [Primo intermezzo]
Secondo Silvia Castelli, «questo disegno di mano del Buontalenti servì da modello per realizzare i costumi delle Sirene» (cfr. Per un regale evento, 104 nr. 56.1.6) e ad esso si ispirarono i collaboratori che disegnarono i costumi per tutte le altre sirene (inizialmente per un totale di tredici, poi aumentato a diciassette). Inoltre, le sirene delle sfere Ottava, Nona e Decima si distinguevano dalle altre per l'acconciatura, «sulla cui sommità avrebbe dovuto spiccare, come si vede in questo stesso bozzetto, "un'orsa tutta circondata di stelle"» (ibid.). Come per l’Armonia Doria (cfr. tav. 11), anche il volto di questa sirena è raffigurato coperto da una maschera. In alto, sulla sua testa, il nr. romano: N. VIIII, corretto da un originario VI; ai lati e dentro la figura, le consuete indicazioni su tessuti e colori del costume: come si vede di penne, rosso, apparire di colore turchino tutta; in basso sulla sinistra il nome dell'interprete: [Ce]serone Basso; in alto sulla destra la numerazione antica, 7.
c. 37v: la carta reca una piccola didascalia (mm 43 × 142), vergata in basso, transversa charta, con alcune indicazioni probabilmente relative a un altro bozzetto: A. a essere tutta bianca. / B. a essere coperta di velo turchino et traspaia la carne. / C. tutto armato con sopravesta rossa accesa. / D. tutto bigio cenerogniolo.

tav. 38 = c. 38r (mm 430 × 287) [Dama]
Il bozzetto ritrae una figura femminile, probabilmente incinta, riccamente abbigliata secondo la moda dell’epoca (vd. Newman in bibliografia): attribuibile a Jacopo Ligozzi, è databile al primo quarto del XVII sec., in base alla foggia degli abiti (ibid.).

tav. 39 = c. 39r (mm 369 × 255) [Soldato asiatico]
Il bozzetto raffigura un uomo armato di scudo, arco e faretra e spada. Sopra la sua testa, la didascalia: Asiatico; nel margine inferiore, tracce irrestituibili di un nome a matita. Attribuito a Giulio Parigi, allievo del Buontalenti e sovrintendente granducale per gli apparati delle feste, il disegno faceva probabilmente parte dei costumi destinati all’opera-torneo La Guerra d'Amore, fatto allestire a Firenze, in Piazza Santa Croce, in occasione del Giovedì grasso (11 febbraio) del 1616.

tav. 40 = c. 40r (mm 414 × 280) [Aurora]
Anche questo disegno ad acquerello, raffigurante l’Aurora, opera di Giulio Parigi (cfr. Nagler, Theatre Festivals, 127 e fig. 91; Blumenthal, Giulio Parigi’s Stage designs, XVII fig. 121), era destinato alla rappresentazione de La Guerra d'Amore inclusa nelle celebrazioni fiorentine del Carnevale del 1616. Nell’angolo superiore destro, una mano recente ha segnato a matita l’attribuzione, Parigi. Sul verso, a inchiostro, di incerta restituzione: D Villa.

tav. 41 = c. 41r (mm 357 × 256) [La Fama]
Colorato ad acquerello, anche questo bozzetto è attribuito a Giulio Parigi (cfr. Nagler, Theatre Festivals, 129 e fig. 95; Blumenthal, Giulio Parigi’s Stage designs, XVII fig. 127) ed era verosimilmente destinato allo spettacolo La Guerra di Bellezza, allestito a Firenze nell’ottobre 1616 per l’arrivo del Principe d’Urbino. Rappresenta la Fama, ritratta nelle vesti di un piccolo Mercurio.

tav. 42 = c. 42r (mm 360 × 251) [Minerva?].
Il disegno ad acquerello ritrae una figura femminile in armatura, con elmo, scudo e lancia, forse Minerva; anche in tal caso, mancano note o didascalie utili all’identificazione della tavola, che potrebbe essere attribuibile a Giulio Parigi o alla sua bottega per la forte somiglianza con i bozzetti precedenti.

tav. 43 = c. 43r (mm 403 × 276) [Messaggero].
Assegnato a Francesco Primaticcio (cfr. Primatice, 123 n. 30, 131 n. 4; Primaticcio, 105, 107 n. 30), il disegno, eseguito a penna e privo di colori, rappresenta una figura maschile nell’abbigliamento dell’epoca, con bastone, mantello e cappello piumato, che reca fra le mani una cassetta con plichi, verosimilmente il messaggio di cui è latore; assenti le didascalie.

tav. 44 = c. 44r (mm 448 × 237) [Figura femminile, Minerva e guerriero]; [Figura femminile]
2 bozzetti a penna senza colore: il primo ritrae tre figure in posizione frontale, una femminile di incerta identificazione, l’altra Minerva armata (scudo, elmo e lancia) accompagnata dalla civetta, la terza raffigurante un guerriero saraceno (scimitarra e scudo con la mezzaluna); sopra le due donne, la scritta In Roma, sopra l’uomo In Siena; lungo il margine esterno, il nr. XLV. Il secondo bozzetto, posto al di sotto, raffigura una donna elegantemente abbigliata secondo lo stile dell’epoca, priva di qualunque indicazione. L’attribuzione a Primaticcio di questa tavola e delle seguenti tavv. 50-61, 73, 75-78 risale a Dahlbäck (Survivance, 397-404; cfr. Primaticcio and the Court Festivals, 353-354 n. 4; Primaticcio, 104, 106 n. 11).

tav. 45 = c. 45r (mm 411 × 270) [Guerriero?]
Il bozzetto a matita rappresenta il busto di una figura in armatura ritratta di tre quarti, con i capelli lunghi e un elaborato cimiero sormontato da un drago, probabilmente attribuibile a Primaticcio (cfr. Primatice, 128 n. 4)

tav. 46 = c. 46r (mm 405 × 282) [Imeneo]
Eseguito da Primaticcio (cfr. Primatice, 128 nr. 27), il bozzetto ritrae un personaggio maschile in atto di camminare, una fiaccola in ciascuna mano; particolare l’elmo, sormontato da una statuetta femminile e su cui sta seduto un putto alato.

tav. 47 (mm 412 × 280)
c. 47r (mm 375 × 245) [Guerriero?]
Il bozzetto rappresenta un guerriero che imbraccia un grande scudo, ritratto di profilo, forse assegnabile a Primaticcio (cfr. Primatice, 128 n. 4)
c. 47v (mm 355 × 227) [Schizzi vari]
Tre disegni appena abbozzati, raffiguranti, da destra a sinistra, un cigno, un frutto(?) e due figure una sulle spalle dell’altra.

tav. 48 = c. 48r (mm 343 × 272) [Mostro cinocefalo]
Eseguito a sanguigna, il disegno ritrae una figura dal corpo umano e tre teste canine, una grande mazza in spalla, forse Cerbero, e sarebbe attribuibile a Primaticcio (cfr. Primatice, 128 n. 4).

tav. 49 = c. 49r (mm 384 × 271) [Upupa con vesti umane]
Il bozzetto, probabilmente assegnabile a Primaticcio (cfr. Primatice, 128 n. 4), raffigura un’upupa di profilo, in abbigliamento umano.

tav. 50 = c. 50r (mm 397 × 277) [Lupo con vesti umane]
Realizzato a penna e acquarello, il disegno ritrae un’altra figura ibrida, in vesti umane e testa di lupo, cinta da una corona su cui svetta una città turrita. Per la somiglianza con il bozzetto precedente, anche questo potrebbe essere opera di Primaticcio (cfr. Primaticcio and the Court Festivals, 353-354 n. 4; Primaticcio, 104, 106 n. 11).

tav. 51 = c. 51r (mm 400 × 276) [Guerriero in sella]
Probabilmente attribuibile a Primaticcio (cfr. Primaticcio and the Court Festivals, 353-354 n. 4; Primaticcio, 104, 106 e n. 11, 107 n. 60), il bozzetto raffigura, di profilo, un guerriero barbuto in armatura con elmo piumato, seduto in sella con un piede nella staffa, ma senza il destriero.

tav. 52 = c. 52r (mm 391 × 284) [Guerriero a cavallo]
Realizzato a penna e acquarello, il disegno rappresenta un altro guerriero, ancora di profilo, con armatura e copricapo piumati, ugualmente in sella, ma con il destriero stavolta almeno abbozzato. Anch’esso è verosimilmente opera di Francesco Primaticcio (cfr. Primaticcio and the Court Festivals, 353-354 n. 4; Primaticcio, 104, 106 n. 11, 107 n. 56).

tav. 53 = c. 53r (mm 397 × 277) [Turco?]
Opera di Francesco Primaticcio (cfr. Primaticcio and the Court Festivals, 353-354 n. 4; Primaticcio, 108-109 nr. 15), il bozzetto ritrae una figura maschile con lunghe vesti e turbante, ritratta di profilo, forse un dignitario di origini orientali.

tav. 54 = c. 54r (mm 384 × 274) Fortuna
Il bozzetto ad acquarello di Primaticcio (cfr. Primaticcio and the Court Festivals, 353-354 n. 4; Primaticcio, 109 nr. 16) raffigura la Fortuna, ritratta come una figura femminile mascherata che tiene con entrambe le mani il suo velo in forma di vela gonfiata dal vento, un braccio alzato sulla testa a impugnare il bastone di sostegno, l’altro lungo il fianco a trattenerne il lembo svolazzante; sul margine sinistro, la didascalia di mano dell’autore (ibid.): «Questa è la Fortuna. / Il brazo con che la tiene / la vela è finto et parà / vero et sarà bella mascara / et havirà significato grande».

tav. 55 = c. 55r (mm 408 × 278) [Turco]
Opera di Primaticcio (cfr. Primaticcio and the Court Festivals, 353-354 n. 4; Primatice, 127-128 cat. 26), il bozzetto, ad acquarello, rappresenta una figura maschile riccamente abbigliata alla maniera orientale, con turbante piumato e maschera.

tav. 56 = c. 56r (mm 401 × 284) Discordia
Eseguito ad acquarello da Francesco Primaticcio (cfr. Primaticcio and the Court Festivals, 353-354 n. 4; Primatice, 134, 136 cat. 33), il bozzetto ritrae la Discordia, raffigurata come una donna con elmo e corazza, che tiene nella mano destra il pomo, con l’immancabile maschera. Sotto la figura, di mano cinquecentesca, la didascalia Discordia; in alto a destra una mano coeva annota: M. de Troyes: il costume era infatti destinato a Louis de Lorraine (1527-1578), giovanissimo vescovo di Troyes (ibid.).

tav. 57 = c. 57r (mm 392 × 268) Amadriade
Il bozzetto ad acquarello, opera di Primaticcio (cfr. Primaticcio and the Court Festivals, 353-354 n. 4; Primatice, 123 nn. 41 e 51, 134 n. 5; Primaticcio, 106 n. 11, 107 n. 41), rappresenta una ninfa ritratta di profilo e abbigliata secondo l’uso del tempo, con il caratteristico copricapo a cono, il velo e la consueta maschera di scena. Sotto la figura, di mano cinquecentesca, la didascalia Amadriade; lungo il margine destro, una serie di minute note in francese, di una mano coeva, relative a tessuti, materie e colori. Con buona probabilità questo fu il costume indossato dal quattordicenne Orazio Farnese (1532-1553) il 4 luglio 1546, in occasione delle cerimonie per il battesimo di Élisabeth de Valois, figlia del Delfino di Francia, Enrico II, come riferisce una lettera dell’ambasciatore Giulio Alvarotti inviata in tale data da Fontainebleau (cfr. Primatice, 121, 133; Primaticcio, 105).

tav. 58 = c. 58r (mm 404 × 278 ) [Perseo]
Realizzato ad acquarello da Primaticcio (cfr. Primaticcio and the Court Festivals, 353-354 n. 4; Primatice, 123 n. 25), il disegno ritrae Perseo, in armatura e calzari alati, con la spada nella destra e lo scudo imbracciato sull’altra mano, che tiene la testa recisa di Medusa. Si tratta probabilmente del costume creato per monsignor de Vendôme in occasione delle mascherate svoltesi nel 1541 a Fontainebleau per il Carnevale (cfr. Primaticcio, 105, 107 n. 25).

tav. 59 = c. 59r (mm 382 × 276) Amadriade
Opera di Francesco Primaticcio (cfr. Primaticcio and the Court Festivals, 353-354 n. 4; Primatice, 123 n. 51, 128 n. 2; Primaticcio, 106, 107 n. 51), il bozzetto raffigura ancora una delle Amadriadi, ritratta frontalmente, con la maschera di scena e la testa adorna di fiori, che reca un piatto in ogni mano. Sotto la figura, di mano cinquecentesca, la didascalia Amadriade; sul margine destro, in basso, una mano coeva in francese annota una breve indicazione relativa al costume, bas de cotte de satin incarnate.

tav. 60 = c. 60r (mm 402 × 273) [Guerriero?]
Il bozzetto, eseguito a penna e acquarello probabilmente da Primaticcio (cfr. Primaticcio and the Court Festivals, 353-354 n. 4; Primaticcio, 106 n. 11), rappresenta un guerriero barbuto con una ricca armatura, elmo piumato e insegna regale (asta sormontata da una corona) nella sinistra; il disegno sembra tuttavia incompleto (manca la mano destra).

tav. 61 = c. 61r (mm 388 × 270) [Il Tempo?]
Eseguito a penna e acquarello verosimilmente da Francesco Primaticcio (cfr. Primaticcio and the Court Festivals, 353-354 n. 4; Primaticcio, 106 n. 11), il disegno raffigura un personaggio maschile, probabilmente il Tempo o forse Saturno, con cappello piumato e mantello, in atto di ingoiare una clessidra che tiene nella mano sinistra; sotto i suoi piedi, una didascalia di mano cinquecentesca in francese, Horoscope prent garde aux heures pour entendre au choses.

tav. 62 = c. 62r (mm 378 × 290) [Armature e delfino]
Due bozzetti a penna, senza colore, raffiguranti la parte superiore di un’armatura maschile disegnata frontalmente e di lato a cavallo di un delfino. Probabilmente opera di un artista vicino a Rosso Fiorentino, forse Charles Dorigny, il costume fu indossato da Charles d'Angoulême, duca d'Orléans, e da sei compagni il lunedì di Carnevale [1542] (cfr. Primatice, 121, 123 n. 34; Primaticcio, 105, 107 n. 34).

tav. 63 = c. 63r (mm 400 × 280) [Armatura con teste di leone]
Anche questo disegno, tracciato a penna, raffigura un’armatura maschile completa ritratta di fronte, decorata da teste di leone in corrispondenza delle spalle. L’occasione e la paternità sono le stesse di quelle della tav. precedente: probabilmente opera di Charles Dorigny, il costume fu indossato da Charles d'Angoulême, duca d'Orléans, e da sei compagni la sera della domenica di Carnevale [1542] (cfr. Primatice, 121, 123 n. 33; Primaticcio, 105, 107 n. 33).

tav. 64
c. 64r (mm 377 × 273) [Cerere e Pomona?]
I due bozzetti, tracciati a penna, rappresentano due figure femminili ritratte di profilo, verosimilmente Cerere e Pomona, accompagnate da piccole note relative ai costumi, solo in parte restituibili a causa della rifilatura del disegno. È probabile che si tratti del costume di Cerere indossato la sera di Carnevale [1542] da monsignor della Valle, attribuibile ad una mano italiana (cfr. Primatice, 121, 123 n. 35; Primaticcio, 105, 107 n. 36) non altrimenti identificabile
c. 64v (mm 363 × 260) [Abbondanza?]
Il disegno ritrae a penna una figura femminile di profilo, che sorregge con la mano una grande cornucopia; in basso, sulla sinistra, appena abbozzata, un’altra figura femminile raffigurata frontalmente.

tav. 65 = c. 65r (mm 381 × 270) [Busto in armatura]
Eseguito a penna probabilmente da Francesco Primaticcio (cfr. Primatice, 122, 123 n. 69; Primaticcio, 106, 107 n. 69), il disegno raffigura il busto di un personaggio maschile in armatura, con un caratteristico elmo decorato da due putti.

tav. 66 = c. 66r (mm 404 × 283) [Portatrice di lucerna?]
Attribuibile verosimilmente a Primaticcio (cfr. Primatice, 122, 123 n. 69; Primaticcio, 106, 107 n. 69), il disegno a carboncino ritrae una figura femminile solo parzialmente abbozzata, che reca nella mano sinistra una lucerna; sul costume figurano minute note inerenti i colori, oro e inc. Da segnalare l’elaborato copricapo, la consueta maschera e il corpetto che lascia scoperti i seni.

tav. 67 = c. 67r (mm 408 × 270) [Uomo barbuto con cappello piumato]
Attribuito alla mano di Primaticcio (cfr. Primatice, 128 n. 4; Primaticcio, 106, 107 n. 69), il disegno, eseguito a carboncino e parzialmente ripassato a penna, rappresenta un vecchio con la barba, riccamente abbigliato, con un sontuoso copricapo piumato.

tav. 68 = c. 68r (mm 404 × 267) [Uomo con falce fienaia]
Il disegno, eseguito probabilmente da Francesco Primaticcio (cfr. Primatice, 122, 123 n. 69; Primaticcio, 106, 107 n. 69), raffigura un uomo barbuto che impugna nella sinistra una falce fienaia.

tav. 69 = c. 69r (mm 393 × 292) [Mercurio]
Verosimilmente opera di Primaticcio (cfr. Primatice, 122, 123 n. 69; Primaticcio, 106, 107 n. 69), il bozzetto raffigura Mercurio con i suoi attributi (calzari e copricapo alati, caduceo sotto braccio).

tav. 70 = c. 70r (mm 408 × 280) [Dignitario orientale?]
Attribuibile alla mano di Primaticcio (cfr. Primatice, 122, 123 n. 69; Primaticcio, 106, 107 n. 69), il disegno rappresenta un uomo riccamente abbigliato, forse un dignitario di origini orientali, come sembrerebbero indicare la lunga veste e il copricapo piumato.

tav. 71
c. 71r (mm 395 × 273) [Prelato orientale?]
Il bozzetto, tracciato a penna e solo parzialmente acquerellato, raffigura un personaggio maschile barbuto, verosimilmente un prelato (forse un vescovo), come paiono suggerire il copricapo (una sorta di mitria) e le ricche vesti.
c. 71v (mm 374 × 252) [Particolari: mitria e testa barbuta]
I due disegni ritraggono particolari di quello eseguito sul recto del foglio, segnatamente il copricapo e la testa del personaggio lì raffigurato. È probabile che tutti i tre gli schizzi siano da attribuire alla mano di Francesco Primaticcio, sulla base del confronto con le tavole precedenti a lui assegnate.

tav. 72 = c. 72r (mm 383 × 276) [Figura alata]
Il disegno rappresenta una figura maschile alata, ritratta con il volto girato a sinistra, forse di nuovo Mercurio, ma mancano attributi utili a precisarne l’identificazione; da notare la veste corta con un insolito corpetto a nodi.

tav. 73 = c. 73r (mm 370 × 275) [Giove con la folgore]
Attribuito a Francesco Primaticcio (cfr. Primaticcio and the Court Festivals, 353-354 n. 4; Primatice, 122, 123 n. 62; Primaticcio, 106 n. 11), il disegno ritrae Giove che regge un fulmine nella mano destra. La somiglianza del bozzetto, pur nella finzione scenica, con il vecchio François I (re di Francia dal 1515 al 1547) potrebbe indicarne la realizzazione per questo re (cfr. Primatice, ibid.).

tav. 74 = c. 74r (mm 410 × 305) [Pellegrina]
Il bozzetto, opera di Bernardo Buontalenti (cfr. Castelli, Per un regale evento, 112 nr. 56.7), rappresenta una figura femminile completamente avvolta da un mantello, di cui a malapena si scorge il volto; al centro del margine inferiore, sotto il personaggio, la didascalia relativa al costume: Tutta vestita di biancho. L’ipotesi iniziale del Warburg (vd. bibliografia) che si trattasse di una delle vestali del primo intermezzo è stata di recente precisata e corretta da Newman (vd. bibliografia), secondo cui si tratterebbe invece di Drusilla, la pellegrina protagonista della commedia di Girolamo Bargagli, che arriva a Pisa in cerca del suo amato Lucrezio (ibid.).

tav. 75 = c. 75r (mm 375 × 542) [Carro con cocchiere moresco e tiro a due cavalli]
Il disegno, solo parzialmente acquerellato, raffigura un carro con insegne moresche, su cui svettano due torrette imbandierate; a cassetta un cocchiere con vesti orientali sprona due cavalli al trotto. Fa parte delle tavole assegnate da Dahlbäck a Francesco Primaticcio (cfr. Primaticcio and the Court Festivals, 353-354 n. 4; Primaticcio, 104, 106 n. 11).

tav. 76 = c. 76r (mm 354 × 538) [Corteo di sei personaggi]
Attribuito alla mano di Primaticcio (cfr. Primaticcio and the Court Festivals, 353-354 n. 4; Primatice, 122, 123 n. 59; Primaticcio, 106 e n. 11, 107 n. 76), il bozzetto ritrae sei figure maschili, verosimilmente soldati, di profilo e in fila, ciascuna con un diverso costume e un differente copricapo; a lato della penultima figura, due piccole note di mani diverse di incerta restituzione, solledor(?) e argia(?).

tav. 77 = c. 77r (mm 364 × 490) [Corteo di tre personaggi mascherati]
Assegnato a Francesco Primaticcio (cfr. Primaticcio and the Court Festivals, 353-354 n. 4; Primaticcio, 108 nr. 14; Primatice, 124, 125 n. 5), il disegno raffigura tre personaggi di alto rango, mascherati rispettivamente da leone, cane tricefalo e ariete, come si evince dai copricapo e dalle didascalie di mano coeva che li accompagnano, con dettagliate indicazioni su materiale e colori dei costumi; i tre personaggi recano in mano dei piatti, giacché, secondo l’uso del tempo, le maschere, facendo il loro ingresso ai balli, distribuivano dolci al pubblico (ibid.).

tav. 78 = c. 78r (mm 355 × 505) Fauno, Silvano e Pan
Il disegno ad acquerello, opera di Primaticcio (cfr. Primaticcio and the Court Festivals, 353-354 n. 4; Primaticcio, 108 nr. 14; Primatice, 124-125 cat. 22), ritrae tre satiri, segnatamente Fauno, Sylvano e Pan, come indicano le rispettive didascalie apposte da mano cinquecentesca ai piedi di ciascuno. Da una lettera di Marco Antonio Bendidio a Isabella d’Este, marchesa di Mantova, scritta il 23 gennaio 1539, si apprende che i costumi, preparati per una mascherata in occasione delle nozze del Duca di Nevers con mademoiselle de Vendôme, erano destinati al «re di Navarra, mons.r Dolfino, mons.r d’Orleans, il cardinal Lorena et mons.r contestabile (sic)» (cfr. ibid., 125 n. 3). Anche in questo caso, come nella tavola precedente (cfr. supra), i tre personaggi portano in ogni mano dei piatti a indicare la distribuzione di dolci al pubblico.

tav. 79
c. 79r (mm 418 × 277) Pastore
Opera di Alessandro AIlori (cfr. Kirkendale, Opera in musica, 381-382), il disegno a penna ritrae una figura maschile con in mano un bastone dall’impugnatura zoomorfa (testa ovina); in alto, la didascalia di mano coeva: Pastore prima coppia se ne faza 3; la medesima mano scrive di nuovo in basso Prima coppia; accanto, una mano minuta parzialmente coperta dal passe-partout e solo in parte leggibile aggiunge: calzari […]. Sulle varie parti del costume, lettere maiuscole (dalla A all’H), indicano verosimilmente i colori delle vesti.
c. 79v (mm 427 × 285) Fileno
Il bozzetto, parimenti assegnato all’Allori (ibid.), rappresenta Fileno in pazito, secondo quanto recitano le didascalie di mani differenti apposte rispettivamente in alto a destra e in basso a sinistra, Fileno in habito da pazzo.

tav. 80 = 80r (mm 425 × 285) Ninfa
Il disegno a penna eseguito dall’Allori (ibid.) ritrae una figura femminile; a lato, in alto, l’annotazione coeva: Ninfa prima coppia se ne fara 3. Anche qui sulle vesti compaiono le lettere maiuscole (dalla A alla E) forse corrispondenti ai colori.

tav. 81 = c. 81r (mm 422 × 280) Pastore
Attribuito ad Alessandro Allori (ibid.), il bozzetto raffigura ancora un pastore, con braghe e corto mantello di pelliccia ovina (caratteristico il fermaglio di chiusura con testa zoomorfa); la didascalia di mano coeva presente in alto a destra informa: Pastore sechonda coppia se ne faza 3. Sul costume sono presenti, al solito, lettere maiuscole (dalla A alla H) probabilmente relative ai colori delle vesti.

tav. 82 = 82r (mm 423 × 280) Ninfa
Opera dell’Allori (cfr. Kirkendale, Opera in musica, 381-382; Castelli, Per un regale evento, 230 nr. 158), il disegno rappresenta un’altra ninfa, secondo la didascalia di mano cinquecentesca visibile in alto a sinistra, Ninfa sechonda coppia se ne fara 3. Sulle varie parti del costume si leggono, anche qui, le consuete lettere maiuscole (dalla A alla F) relative ai colori delle vesti. Nel margine inferiore sinistro, una minuta mano coeva annota: Pastori e ninfe, integrata dalla prima mano che aggiunge: sechonda.

tav. 83 = c. 83r (mm 424 × 280)Pastore
Opera dell’Allori (cfr. Kirkendale, Opera in musica, 381-382), il bozzetto raffigura un altro pastore, ritratto in cammino, con una pelle ovina a guisa di mantello, la scarsella a tracolla chiusa da un fermaglio a forma di testa di montone, così come l’impugnatura del bastone da viaggio che tiene nella mano sinistra. La didascalia di mano cinquecentesca, in alto a sinistra, recita: Pastore terza coppia se ne fara 3; nel margine inferiore sinistro, una minuta mano coeva annota: Pastori e ninfe, integrata dalla prima mano che aggiunge: terza. Al solito, sul costume sono presenti lettere maiuscole (dalla A all’H), probabilmente corrispondenti ai colori.

tav. 84 = c. 84r (mm 425 × 284) Ninfa
Il disegno, tracciato a penna da Alessandro Allori (ibid.), ritrae la terza ninfa, come informa la nota in alto a destra di mano cinquecentesca: Ninfa terza coppia se ne fara 3. Anche qui, la figura, riccamente abbigliata e con un caratteristico copricapo con protome canina, reca sulle varie parti del costume lettere maiuscole, dalla A alla G, relative ai colori delle vesti, come pare confermare anche la nota giallo in corrispondenza della finitura della manica sinistra.

tav. 85 = c. 85r (mm 425 × 285) Pastore
Attribuito all’Allori (ibid.), il disegno raffigura un altro pastore, sempre con braghe e corto mantello di pelliccia ovina, un bastone appena abbozzato nella mano sinistra. Presenti la didascalia di mano cinquecentesca, in alto a destra, Pastore quarta coppia se ne fara 3, e le lettere maiuscole, dalla A alla G, indicanti i colori delle stoffe.

tav. 86 = c. 86r (mm 422 × 280) Ninfa
Opera di Alessandro Allori (ibid.), il bozzetto ritrae ancora una ninfa, come riferito dalla didascalia di mano cinquecentesca in prossimità del margine superiore sinistro (Ninfa quarta coppia se ne faza 3); il soggetto della tavola è ripetuto, in basso a sinistra, da una minuta mano coeva: pastori e ninfe, integrata in fine dalla mano precedente, che aggiunge: quarto. Sulle varie parti del costume compaiono al solito le lettere maiuscole (A-H), corrispondenti ai colori delle vesti.

tav. 87
c. 87r (mm 425 × 283) Venere
Il disegno, assegnato all’Allori (cfr. Kirkendale, Opera in musica, 381-382; Castelli, Per un regale evento, 229 nr. 157), rappresenta Venere, come indicano le piccole note di due mani coeve in prossimità del margine superiore e di quello inferiore sinistro; ritratta di profilo, la dea, riccamente abbigliata con le vesti dell’epoca, tiene nella destra una freccia, probabilmente appartenente al figlio Cupido. Sul costume sono state apposte, al solito, le lettere maiuscole, dalla A alla F, presumibilmente relative ai colori delle vesti.
c. 87v (mm 410 × 266) Cupido
Opera dell’Allori (ibid.), il bozzetto a carboncino raffigura il figlio di Venere, secondo quanto riporta il titolo, Cupido I, apposto in alto al limite del margine (probabilmente una nota analoga, ora rifilata, era presente anche in basso a destra, giacché se ne intravede una traccia): Eros è ritratto di profilo, con l’arco nella sinistra e una freccia nella destra.

tav. 88
c. 88r (mm 423 × 272) [Ninfa]
Il bozzetto, a inchiostro ma con tracce visibili dell’abbozzo a carboncino, fa parte di una coppia (la prima parte si trova sul verso della tavola) che ritrae la trasformazione dello stesso personaggio, secondo quanto si legge nella didascalia presente nel margine superiore: Spiriti cangiati in ninfe 4: la ninfa, ormai trasformata, è rappresentata con un ricco costume, su cui Alessandro Allori, autore del disegno (cfr. Kirkendale, Opera in musica, 381-382), ha segnato le lettere A-F, presumibilmente relative ai colori delle vesti.
c. 88v (mm 425 × 284) [Spirito]
Opera dell’Allori (cfr. Kirkendale, Opera in musica, 381-382; Lepri, Festa labirintica, 353 n. 78), il bozzetto raffigura l’altra parte della coppia, lo spirito prima della trasformazione in ninfa, secondo quanto riporta la nota di mano cinquecentesca, Spiriti 4, vergata in alto a destra; il soggetto della tavola è ripetuto anche nel margine inferiore sinistro, da una minuta mano coeva: Questo spiriti n° 4.

tav. 89 = c. 89r (mm 421 × 280) Clori
Il disegno di Alessandro Allori (cfr. Kirkendale, Opera in musica, 381-382), rappresenta Clori, come si legge nella didascalia di mano cinquecentesca in prossimità del margine superiore sinistro, Clori ninfa, ripetuta anche in basso da una minuta mano coeva. La ninfa, abbigliata con un costume ricco e sontuoso, tiene in mano una lancia con la punta rivolta verso il basso, che è rimasta a carboncino, contrariamente al resto della tavola ripassata a inchiostro.

tav. 90 = c. 90r (mm 424 × 280) Fileno
Eseguito dall’Allori (cfr. Kirkendale, Opera in musica, 381-382 e fig. 1), il disegno ritrae Fileno, appoggiato a un bastone da viaggio con l’impugnatura a forma di testa di montone. La didascalia di mano cinquecentesca, in alto a destra, Fileno, e la minuta noticina nell’angolo inferiore sinistro, Fileno solo, ci informano sull’identità del personaggio raffigurato; sul costume sono presenti, al solito, le lettere maiuscole, dalla A alla G, relative ai colori delle vesti.

tav. 91 = c. 91r (mm 425 × 285) Negromante
Il disegno, tracciato a inchiostro ma con tracce visibili dell’abbozzo a carboncino, raffigura un Negromante, secondo quanto riportato dalle due mani cinquecentesche rispettivamente in alto a destra e in basso a sinistra della tavola. Opera dell’Allori (cfr. Kirkendale, Opera in musica, 381-382; Lepri, Festa labirintica, 361 n. 114), l’indovino è ritratto in ricche vesti, su cui compaiono le consuete lettere maiuscole, dalla A alla G, presenti anche sugli attributi, il bastone e il libro, che porta rispettivamente nella mano destra e in quella sinistra.

tav. 92 = c. 92r (mm 416 × 278) [Ninfa?]
Il bozzetto a carboncino rappresenta una figura femminile, probabilmente una ninfa, raffigurata di tre quarti, in atto di camminare, con sandali, una semplice veste e un lungo nastro drappeggiato sulle braccia come una sciarpa.

tav. 93 = c. 93r (mm 417 × 276) [Ninfa?]
Eseguito a carboncino verosimilmente dalla stessa mano della tav. 92, il disegno ritrae ancora una figura femminile, probabilmente un’altra ninfa, scalza, con veste e lungo nastro sinuoso, drappeggiato su spalle e braccia, analoghi a quelli del bozzetto precedente.

tav. 94
c. 94r (mm 406 × 266) [Ninfa?]
Il disegno, a carboncino e incompiuto (manca la mano sinistra e il piede destro è solo abbozzato), raffigura ancora una fanciulla, forse un’altra ninfa, con abbigliamento analogo alle due precedenti, ritratta in atto di camminare a piedi nudi.

c. 94v (mm 420 × 280) [Ninfa?]
Il bozzetto, tracciato a carboncino dalla stessa mano delle tavole precedenti (tavv. 92-93), rappresenta un’altra figura femminile, presumibilmente ancora una ninfa, ritratta però di spalle; le vesti e l’acconciatura sono le medesime delle altre fanciulle, la mano destra stringe il nastro annodato in vita, in un movimento che sembra di danza.

tav. 95 = c. 95r (mm 375 × 267) [Dignitario?]
Il disegno, eseguito a penna e parzialmente colorito ad acquarello per le ombreggiature, ritrae una figura maschile riccamente abbigliata, con un ampio mantello e un elaborato elmo piumato; l’assenza di didascalie o attributi che possano in qualche modo precisarne l’identità rende incerto il riconoscimento.

tav. 96 = c. 96r (mm 432 × 272) [Dignitario?]
Attribuibile alla medesima mano della tavola precedente, anche questo bozzetto a penna e acquarello monocromo raffigura un personaggio dall’identità imprecisata: le vesti sontuose e il ricchissimo copricapo piumato, unitamente alle calzature con il tacco, sembrano suggerire un rango elevato, ma è probabile che si tratti di un costume destinato ad un dignitario di corte per un ballo mascherato, come già in altri casi (vd. tavv. 76-78).

tav. 97 = c. 97r (mm 533 × 378) Achille
Il disegno, opera della stessa mano che esegue anche le tavv. 95 e 96, ritrae a penna, con acquarellature monocrome, il ricchissimo costume di Achille, come informa la mano cinquecentesca che scrive il nome a metà del margine sinistro. Anche in tal caso è probabile che si trattasse di un bozzetto destinato ad un ballo mascherato, di cui tuttavia si ignorano occasione e data.

tav. 98 = c. 98r (mm 467 × 335) [Carro allegorico?]
Eseguita a penna con chiaroscuri acquarellati, la tavola raffigura una scena elaborata: al centro una figura femminile (la Vittoria?) alla guida di un carro trainato da quattro cavalli, posti su un piedistallo marmoreo alla maniera di una statua; ai suoi piedi, sui due lati della tavola, a sinistra Mercurio(?) che trafigge con una freccia una figura con busto umano e arti serpentiformi affiancata da un’altra simile ad un’Erinni; a destra un gruppo di quattro figure femminili, una delle quali tiene in mano un libro, un’altra coronata d’alloro un galletto.

tavv. 99-100 = cc. 99v-100r (mm 420 × 635) [Ratto di fanciulla]
La tavola, doppia, è costituita da due carte incollate fra loro. Il disegno, eseguito a penna ma con parti ancora a carboncino, ritrae la scena di un rapimento: una figura maschile, solo abbozzata, posta al centro su un carro trainato da tre destrieri imbizzarriti, si china a ghermire una fanciulla accoccolata in primo piano; accanto a lei, sempre in posizione centrale, due figure femminili nude; a destra, ritratta di schiena, un’altra figura nuda, forse un fanciullo. Fra di loro, anch’essa solo abbozzata, la sagoma di una quarta figura.
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A stampa
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La tenture des Valois. Tisser les fêtes de Catherine de Médicis. sous la direction d'Oriane Beaufils, Lienart, Paris, 2022, 98 fig. 73.
Ferretti, Marzia, Cronaca di un permesso negato, in Camere con vista. Aby Warburg, Firenze e il laboratorio delle immagini. Catalogo della mostra (Firenze, Gli Uffizi, 19 settembre - 10 dicembre 2022), a cura di Marzia Faletti, Eike D. Schmidt, Giovanna Targia, Gerhard Wolf, Firenze, Giunti, 2023, 88-89.
Mazzucco, Katia, Fossili foto-mediali. "Jedes Bild, das auf der Lichtbildfläche erscheint" 1, in Camere con vista. Aby Warburg, Firenze e il laboratorio delle immagini. Catalogo della mostra (Firenze, Gli Uffizi, 19 settembre - 10 dicembre 2022), a cura di Marzia Faletti, Eike D. Schmidt, Giovanna Targia, Gerhard Wolf, Firenze, Giunti, 2023, 96-103.
Sterpetti, Leonardo, Forme, figure. ornamenti. Warburg e il teatro mediceo, in Ferretti, Marzia, Cronaca di un permesso negato, in Camere con vista. Aby Warburg, Firenze e il laboratorio delle immagini. Catalogo della mostra (Firenze, Gli Uffizi, 19 settembre - 10 dicembre 2022), a cura di Marzia Faletti, Eike D. Schmidt, Giovanna Targia, Gerhard Wolf, Firenze, Giunti, 2023, 90-91.
Camere con vista. Aby Warburg, Firenze e il laboratorio delle immagini. Catalogo della mostra (Firenze, Gli Uffizi, 19 settembre - 10 dicembre 2022), a cura di Marzia Faletti, Eike D. Schmidt, Giovanna Targia, Gerhard Wolf, Firenze, Giunti, 2023, 84-87 figg. 24.1-24. 7.
Speranzi, David, «PAL-MO» e dintorni. Documentare i manoscritti della BNCF, in PoetRi. Manoscritti di Poesia italiana dei secoli XIV-XVI, a cura di Nicoletta Marcelli, Firenze, SISMEL - Edizioni del Galluzzo, 2024, 25-31, in part. 31.
Riproduzioni
Microfilm negativo e positivo, conservati presso la Biblioteca (M. 3820/1 n.; M. 3820/2 p.; M. 3490/2 n.; M. 3491/2 p.).
1 DVD-R formato JPEG e 2 DVD-R formato TIFF conservati presso la Biblioteca (CD nr. 479/1-3).
1 CD-R form. JPEG delle coperte originali dei voll. I e II conservato presso la Biblioteca (CD nr. 358bis).
Disponibile nella collezione BNCF di archive.org, raggiungibile all'indirizzo https://archive.org/details/palatino-c.-b.-3.53-ii-images
Progetto
Manoscritti della Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze
Autore della scheda
David Speranzi
Ultima modifica
Francesca Mazzanti
Tipologia
Scheda di prima mano (scheda di Francesca Mazzanti)
Data di creazione
09/04/2021
Ultima modifica
08/11/2024
CNMS
CNMS\0000215562
Biblioteche Dettaglio
Biblioteca nazionale centrale - Firenze