nato a Serignan, nella diocesi di Béziers, fu un teologo francescano. Studiò teologia all'università di Parigi, ma rimase sempre baccelliere, non conseguendo mai il magistero perché sostenitore di una rigida interpretazione della povertà francescana. Nel 1279 fu a Roma forse come collaboratore alla stesura della costituzione Exiit qui seminat di papa Niccolò III per conto del generale Buonagrazia di San Govanni in Persiceto. Fu oggetto di attacchi, anche da parte del Capitolo di Stasburgo (1282), fino al 1287, quando a Montpellier fu eletto generale dell'ordine francescano Matteo d'Acquasparta: da questo momento i suoi scritti furono giudicati insindacabili. Fu insegnante di teologia nei lettorati del suo ordine e a S. Croce di Firenze nel 1288, dove Ubertino da Casale fu suo allievo. Entrò in contatto anche con Angelo Clareno. Accusato di essere il responsabile delle agitazioni per questioni teologiche, fu citato in giudizio dal Capitolo di Parigi nel 1292 e decise di ritirarsi nel convento di Narbonne, dove morì il 14 marzo 1298. La sua tomba fu distrutta tra il 1313 e il 1317 su provvedimento di papa Giovanni XXII.
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