Storia del fondo
|
La raccolta di carte di Bertrando Spaventa è stata donata alla Biblioteca Nazionale di Roma da Guido Ghezzi nel settembre 1989. Essa costituisce l'insieme delle carte spaventiane che Sebastiano Maturi lasciò in eredità alla sig.ra Giulia Rughini-Ghezzi, con la quale era imparentato, e che dunque non è entrata a far parte del Fondo Maturi dei manoscritti spaventiani, che venne in possesso di Benedetto Croce e fu da quest'ultimo donato alla Società Storica Napoletana, donde giunse alla Biblioteca Nazionale di Napoli. Domenico D'Orsi, studioso del pensiero e dell'opera di Bertrando Spaventa, che ha pubblicato molte di queste carte, ha parlato, a proposito di esse, di "Fondo Rughini" (cfr. D. D'Orsi, Una scoperta di notevole importanza: il testo inedito della "Fenomenologia" di Bertrando Spaventa, in "Sophia", XXXIII (1965), n. 1-2, pp. 138-147: 139). Nella sistemazione del Fondo nel settore manoscritti della Biblioteca Nazionale di Roma è stato mantenuto l'ordinamento con cui esso è pervenuto in biblioteca: le carte sono dunque suddivise in 17 plichi; su ciascun plico sono indicati, oltre al numero d'ordine del plico stesso, l'autore, Bertrando Spaventa, il titolo del manoscritto contenuto e, a volte, altre notazioni ad esso relative (ad es. la data); all'interno del plico le carte sono per lo più avvolte in un rotolo di carta velina, sul quale sono ripetuti il nome dell'autore, il titolo del manoscritto, non sempre del tutto identico a quello indicato sul plico, e, in alcuni casi, la data del manoscritto e la sua consistenza. Alle diciassette sezioni in cui sono suddivise le carte spaventiane è stata aggiunta una diciottesima sezione, contenente due fascicoli della rivista "Sophia", donati insieme alle carte spaventiane. I plichi sono ordinati progressivamente in numeri arabi. Nella descrizione sono state sempre riportate le indicazioni -titolo del manoscritto e altre informazioni ad esso relative- date sulle buste e sulle veline, entro cui le carte erano contenute quando sono state donate alla Nazionale di Roma. CENNI BIOGRAFICI Bertrando Spaventa, pensatore e storico della filosofia, nacque a Bomba (Chieti) nel 1817 e morì a Napoli nel 1883. Scolaro nel seminario di Chieti, fu poi, poco più che ventenne, insegnante in quello di Montecassino. Assunti gli ordini sacerdotali, si stabilì nel 1840 a Napoli, dove, sotto la guida di Ottavio Colecchi, approfondì lo studio di Kant e di Hegel. Nel 1846 aprì una scuola di filosofia, che ebbe però vita breve. Entrato come precettore, nel 1848, nella casa del generale Pignatelli, principe di Strongoli, si trasferì nel 1849 a Firenze, al seguito della famiglia Pignatelli. Successivamente, nel 1850, lasciò l'incarico di precettore e anche l'abito sacerdotale e si trasferì a Torino, dove visse di traduzioni e di articoli per giornali e riviste e dove cominciò a pubblicare i primi scritti (Studi sopra la filosofia di Hegel; Principi della filosofia pratica di G.Bruno). A questo periodo risale la sua polemica con i gesuiti della "Civiltà cattolica". Negli stessi anni si definiscono i motivi centrali della sua concezione storico-filosofica ed in particolare quello della "circolazione del pensiero europeo". Nel 1860 è chiamato dal Farini, governatore dell'Emilia, alla cattedra di Storia della filosofia dell'Università di Bologna. Inaugura il suo insegnamento con la prolusione Carattere e sviluppo della filosofia italiana dal sec. XVI fino al nostro tempo (Modena, 1860). Nel 1861 è chiamato da Francesco De Sanctis all'Università di Napoli. Continua il suo approfondimento dello studio di Hegel, di cui sono testimonianza scritti come Le prime categorie della logica di Hegel (1864), Principii di filosofia (1867), Studi sull'Etica di Hegel (1869). Alla storia della filosofia sono dedicati i volumi La filosofia di Gioberti (Napoli, 1863) e Saggi di critica filosofica, politica e religiosa (Napoli, 1867). Dal 1861 è membro del Consiglio superiore dell'istruzione pubblica. Dal 1866 al 1870 è provveditore agli studi per la provincia di Napoli. Per le legislature X, XI, XII è deputato al Parlamento. Nel 1872 fonda, con F. Fiorentino, V. Imbriani, A.C. De Meis e altri, il "Giornale napoletano di filosofia e lettere", al quale collabora assiduamente, occupandosi in modo particolare della più recente psicologia e del problema del rapporto che verso di essa deve assumere la filosofia. Tra gli scritti dedicati dallo Spaventa a tali questioni si possono ricordare le seguenti opere, pubblicate postume: Esperienza e metafisica, edita a cura di Donato Jaja a Torino nel 1888, e Introduzione alla critica della psicologia empirica, edita da Giovanni Gentile negli "Annali delle università toscane", XXXV, Pisa 1915. NOTA BIBLIOGRAFICA: Italo Cubeddu, Bertrando Spaventa. Edizioni e studi (1840 - 1970), Firenze, Sansoni, 1974. Bertrando Spaventa, Lezioni di antropologia. Edizione critica a cura di Domenico D'Orsi, Messina-Firenze, G.D'Anna, 1976. Bertrando Spaventa, Opere psicologiche inedite. Edizione critica a cura di Domenico D'Orsi, Messina-Firenze, D'Anna, [1976]. Bertrando Spaventa, Psiche e metafisica, Messina-Firenze, D'Anna, 1978. Alessandro Savorelli, Manoscritti spaventiani nella Biblioteca Nazionale di Roma, in “Giornale critico della filosofia italiana”, 7, II (2006), pp. 276-295.
|