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History
Il fondo Manoscritti si è formato dalle successive aggregazioni dell’antico archivio araldico o archivio delle antichità delle famiglie fiorentine, dove erano conservate le carte d’interesse genealogico interessanti le principali famiglie fiorentine. Nel corso del XVII secolo, il principe Ferdinando aveva commissionato a Bernardo Benvenuti la stesura di un “priorista” che raccogliesse ed ordinasse notizie sulle famiglie fiorentine, necessarie a dirimere le questioni sui processi di nobiltà e ai fini dell’ammissione ad ordini cavallereschi, nonché la cura e la custodia del cosiddetto Archivio delle antichità delle famiglie fiorentine. L’incarico passò a Lorenzo Maria Mariani che trasferì l’archivio da Santa Felicita a Palazzo Pitti da cui fu rimosso nel 1717, per essere collocato in Palazzo Vecchio. L’archivio, accessibile al pubblico per due ore al giorno, fu inventariato nel 1738 da Giovan Battista Dei, successore ed allievo di Mariani al fine di poterne predisporre il trasferimento presso l’Ufficio delle Tratte. Con l’istituzione della Deputazione sopra la nobiltà e la cittadinanza (1750), l’archivio araldico continuò a fornire documentazione d’appoggio all’attività della Deputazione fino al 1789, anno in cui, con la morte di Dei, fu riunito a quello delle Riformagioni, custodito da Luigi Gaulard, mentre quello della Deputazione passò sotto la direzione dell’Avvocato regio. Nel contempo furono acquistati gli archivi privati di Dei e di Massimiliano Bagni, consistenti prevalentemente in spogli e studi genealogici, accorpati anch’essi alle Riformagioni. Filippo Brunetti, incaricato del riordinamento dell’archivio delle Riformagioni, collocò le carte di interesse araldico-genealogico nella classe XV e ne produsse un inventario (1823). Al momento dell’istituzione dell’Archivio centrale dello Stato di Firenze (1852) vi confluirono le carte dell’archivio delle Riformagioni, mentre quelle della Deputazione sopra la nobiltà e cittadinanza rimasero alle dipendenze dell’Avvocato regio. Nel 1854, il presidente della Deputazione Giovanni Ginori Conti ottenne dal soprintendente Francesco Bonaini la consegna delle carte d’interesse genealogico confluite prima nell’archivio delle Riformagioni e poi aggregate all’Archivio di Stato, necessarie per l’attività della Deputazione; ma esse giunsero all’Archivio di Stato solo dopo la sua soppressione, avvenuta nel 1865, insieme all’archivio proprio della Deputazione. Tra 1873 ed i primi anni del XX secolo entrambi i nuclei documentari furono oggetto di scarto e di riordino da parte di Alessandro Gherardi, Eugenio Casanova e Alfredo Municchi. Gli archivisti riaccorparono le carte conservate in vari fondi, fra cui quelle genealogiche dell’antico archivio araldico che andarono a costituire il nucleo principale dell’attuale fondo denominato Manoscritti. Organizzata per materie, questa miscellanea è dotata di un inventario analitico e di alcuni indici alfabetici relativi ad alcuni gruppi di carte di provenienza omogenea: le cosiddette Carte Dei, i prioristi di Lorenzo Mariani, le Carte Pucci e le Carte dell’Ancisa. Si segnala, inoltre, che alcuni pezzi sono stati trasferiti nell’archivio Tratte e nel fondo denominato Acquisti e doni. Fonte: Guida generale degli Archivi di Stato, Firenze, ad vocem
manuscripts belonging to the collection
1-847
Shelfmarks recorded in Manus
3
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0
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