Il primo libro della cronaca, preceduto da una lettera dedicatoria "Al Molro Reverendo P[ad]r Don Vito da Sciacca Abbate ("digniss.o" depennato) di Marineo ("mio" depennato) padre e padron mio sempre osservandiss.o", è redatto da un'unica mano, con ogni probabilità quella dello stesso autore, e si estende sino a c. 58r, dove hanno termine anche le postille di pugno di Tasso. Seguono: un elenco dei monaci siciliani, appartenenti alla congregazione nel settembre del 1582 (cc. 58v-59r), da cui si desume peraltro il casato, Di Gennaro, dell'autore, ed una dedica indirizzata ai confratelli Protasio da Corleone e Agostino da Sciacca; a c. 60r ha inizio il secondo libro, in cui, a c. 65r, un'altra mano segnala l'avvenuta morte di Olimpio da Giuliana ("1591 Abb. D. Olimpio da Giuliana Alli 26 di Agusto del s[opra] detto Anno 1591 morse con assai buona fine"); la cronaca è interrotta a c. 66v (l'ultimo foglio è d'altra mano) dalla trascrizione dei "Privilegia specialia monasterio Sancte Marie de nemore Calatamauri Antiquis temporibus concessa" (cc. 67r-87r), ma riprende nelle tre facciate finali (cc. 87v-88v), che completano il secondo libro coprendo gli anni 1598-1622.
Inquadrato al centro delle facciate da una rigatura a secco, il testo è steso in una corsiva chiara e lineare, ed è accompagnato, nei margini esterni, da numerose aggiunte, buona parte delle quali attribuibili a Tasso; incaricato della correzione del ms. dall'autore, padre visitatore dell'ordine giunto a Napoli nel luglio 1588, il poeta, allora ospite della casa degli Olivetani, si preoccupò di migliorarne ortografia e grammatica, limitando gli interventi massicci ai soli casi di assoluta necessità; per il resto, come ebbe a rilevare il Miola, che per primo esaminò accuratamente il ms., si tratta per lo più di semplici emendamenti di errori, dialettalismi, improprietà linguistiche;

Bibliografia riportata in catalogo: A. Miola, Un ricordo della dimora del Tasso in Napoli, "Atti dell'Accademia Pontaniana", XXV, 1895, n. 13, pp. 1-8